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La sedia vuota di Turigliatto e la "terza" sinistra

Publie le sabato 31 marzo 2007 par Open-Publishing

di Carla Ronga

Prc: verso la scissione di Sinistra critica. Per Cannavò "esistono due Rifondazioni. La Rifondazione socialista della maggioranza del partito e l’idea di mantenere in vita una Rifondazione di opposizione legata al conflitto sociale. Faremo opposizione sociale al Governo Prodi"

Una sedia vuota per il senatore ’ribelle’, e al collo di Salvatore Cannavò e Gigi Malabarba il cartellino rosso con la scritta: "Siamo tutti Turigliatto, io la guerra non la voto". A Carrara, alla conferenza di organizzazione di Rifondazione comunista, si presenta la "terza" sinistra, "né riformista né socialdemocratica di sinistra", ma "alternativa, assieme ai movimenti".

Non ancora un partito distinto, perché Sinistra critica, la componente di minoranza del Prc non parla di scissione, ma sottolinea chiaro e tondo: "Facciamo come Mussi, che non entra nel Partito democratico. Noi nel ’cantiere’ della rifondazione socialista non entriamo e non entriamo neppure nella Sinistra europea, che a quella rifondazione è propedeutica".

"La sinistra europea e il cantiere sono due proposte diverse. Noi abbiamo investito sulla sinistra europea che si costituirà a giugno sulla base di una scelta di apertura a tutte le forze critiche nei confronti del neoliberlismo e in favore della pace", ribatte il segretario del Prc Franco Giordano, sottolineando la differenza tra il progetto della sinistra europea e il cantiere in cui tutte le sinistre possano discutere. "Il cantiere - prosegue - è un luogo che abbiamo proposto, nel quale tutte le sinistre possono confrontarsi sul terreno della sfida politico-culturale ma anche, da parte nostra, della sfida unitaria". E parlando della Sinistra diessina, il segretario del Prc aggiunge: "Da loro viene una novità positiva e noi dobbiamo essere disponibili a coltivare una relazione intensa e una pratica unitaria".

Una relazione e una pratica unitaria che proprio non piace alla minoranza trotzkista. Per il futuro, quindi, non più le due sinistre, ma tre: "Bertinotti pensa di aver chiuso la rifondazione comunista con la scelta della nonviolenza e ora lega tutto alla prospettiva di governo. Non ci interessa - sottolinea Cannavò - vogliamo fare l’opposizione sociale a Prodi assieme ai movimenti".

Che la distanza da Rifondazione comunista sia ormai un dato acquisito si evince anche dalla scelta simbolica di non partecipare ai lavori della Conferenza di programma a Carrara. I leader di Sinistra critica si terranno ben lontani dal palco: unica eccezione, la lettura, da parte di un giovane militante, di un intervento di Turigliatto. "Saremo invece - spiega Malabarba - in piazza con il movimento per il rilancio della lotta alla Tav e a Roma con Emergency per la liberazione degli altri ostaggi in coerenza con la trattativa fatta per Mastrogiacomo. E’ una vergogna che il governo Prodi abbia detto sì all’odg Calderoli, delegando tutto alla Nato, questo vuole soltanto dire non più trattative".

"A me sembra che quello di Sinistra critica sia un modo vischioso di disconoscere il terreno della democrazia", spiega il capogruppo di Rifondazione alla Camera, Gennaro Migliore: "Si disconosce il luogo comune e pubblico del confronto, si disconosce la validità delle sedi collettive del partito e però si vuole mettere di fronte al fatto compiuto il partito nel suo complesso dicendo ‘siete voi che ci rendete la vita impossibile’". E il segretario Franco Giordano si dichiara " dispiaciuto e amareggiato" di fronte ad un atteggiamento autoreferenziale e di solitudine "per cui non si discute con la nostra comunità e si sceglie invece la sede istituzionale per far valere le proprie ragioni".

Opposizione sociale nel paese e in Parlamento? "Appoggio esterno", sintetizza Cannavò: "Naturalmente no alla guerra, ma no anche alla riforma delle pensioni, alla ’lenzuolata’ del Bersani 2 e sì, invece, come ha fatto Turigliatto in Senato, al decreto Bersani uno". Risponde Gennaro Migliore: "Cosa significa appoggio esterno al governo? Vorrebbero pure un ministro?". E il capogruppo del Prc elenca: "Il problema è che Cannavò non si è solo distinto sulla guerra e quindi sul no al rifinanziamento delle missioni, Cannavò non ha votato la fiducia, non ha votato il decreto fiscale, non ha votato la finanziaria. È da tempo che conduce una solitaria battaglia contro il partito e a me questo dispiace. Dispiace che lo facciano senza partecipare a nessuna sede di discussione collettiva, perché non vogliono far prevalere la loro opinione, bensì metterci di fronte al fatto compiuto. Sanno benissimo che nel paese e nella sinistra la loro è una posizione totalmente minoritaria e cercano di spostare sempre il terreno della discussione. In realtà - prosegue Migliore - si rendono conto che la nostra è l’unica possibilità di non finire di risulta a questo governo, però loro tornano alla ‘fissazione iniziale’ cioè che l’unica cosa che conta è la resistenza. Così l’avevano proposta a Venezia al congresso scorso, così l’hanno proposta nel dibattito prima delle scorse elezioni, così la propongono adesso".

Intanto, sul versante istituzionale, Turigliatto confermerà le sue dimissioni da senatore? "Lui le conferma - rileva Cannavò - ma bisogna ricordare che furono offerte come ultimo atto di disponibilità al partito prima dell’espulsione. Adesso, vedremo...". La sensazione è che, al di là della volontà confermata di Turigliatto, l’area esiti di fronte alla inevitabile perdita di una tribuna importante da affiancare "ai forum dell’opposizione sociale". Il primo marzo l’incontro a Padova, al Rivolta, per continuare il confronto interno alla sinistra massimalista. Al di là dei proclami, infatti, non tutti gli esponenti del movimento sono così pronti a bocciare tout court l’esperienza del governo di centrosinistra al suono del "tanto peggio, tanto meglio". Poi, il prossimo 15 aprile, Sinistra critica presenterà il suo "manifesto" e discuterà del futuro con gli altri "radicali": dai sindacalisti di base dei Cobas a Cremaschi della Fiom, dai senatori "pacifisti" Rossi e Bulgarelli, al disobbediente veneto Casarini.

http://www.aprileonline.info/2483/la-sedia-vuota-di-turigliatto-e-la-terza-sinistra