Home > La sinistra e l’arcobaleno
di Emiliano Sbaraglia
Nasce il nuovo soggetto politico, figlio di un compromesso cercato dai quattro partiti che andranno a comporlo. Ora si attende l’ufficializzazione nel corso della due giorni prevista per sabato e domenica alla nuova Fiera di Roma, per la quale molte associazioni e movimenti si autoconvocano. L’impressione è che tanta celerità giunga dall’imminente riforma della legge elettorale, oramai avviata verso il modello tedesco
"La Sinistra" con la lettera maiuscola, in rosso; poi "l’Arcobaleno", appena in basso, leggermente sulla destra, scritto in verde; sotto una grafica che riporta, appunto, tutti i colori dell’arcobaleno. Lo sfondo è bianco. Questo il simbolo e il nome usciti dal vertice ospitato nella sede del gruppo di Rifondazione alla Camera, dove all’ordine del giorno si aggiungeva l’organizzazione degli ultimi dettagli prima dell’assemblea generale dell’8 e 9 dicembre, nella quale verrà ufficialmente presentato il nuovo "segno grafico", e che tutti si affrettano a dire essere "un grande evento". Il segno grafico sarà presentato ufficialmente nel corso dell’assemblea generale.
Terminata la riunione dei quattro leader di Prc, Verdi, Pdci e Sd, il primo a rendere nota la costituzione del nuovo soggetto politico è Fabio Mussi: "Si chiamerà "la Sinistra l’arcobaleno", e sarà una forza politica radicata e con un peso importante nella società italiana".
Una certa soddisfazione sembra dunque manifestarsi tra i protagonisti dell’incontro, come confermano le parole del segretario di Rifondazione Franco Giordano: "Abbiamo deciso il percorso unitario, ed è importante accelerare in questa direzione. L’assemblea generale sarà un grande evento e la cosa importante è la pluralità di soggetti che saranno coinvolti, al di là dei partiti". Lo sguardo e l’attenzione è dunque ora rivolto all’appuntamento di sabato e domenica, nel quale Giordano auspica una partecipazione attiva non soltanto delle componenti partitiche. E sembra che ad accontentarlo ci abbiano pensato numerose associazioni e movimenti che si sono autoconvocati proprio per l’assemblea della sinistra e degli ecologisti. "I partiti stanno facendo la loro parte -si legge in un passaggio del loro appello- e legittimamente occupano il loro spazio. Anche noi (associazioni, movimenti laboratori, realtà di base) dobbiamo fare la nostra, senza delegare a nessuno le idee e le istanze che rappresentiamo". Staremo a vedere.
Ad ogni modo, il risultato ottenuto dalle quattro forze politiche non è così scontato come potrebbe apparire; le polemiche degli ultimi giorni sembrano nel giro di poche ore aver lasciato il posto alla razionalità politica che il delicato momento richiede. "Abbiamo evitato le polemiche - ha per esempio dichiarato Oliviero Diliberto - perché vogliamo andare avanti". E anche Alfonso Pecoraro Scanio, lasciando in anticipo la riunione, ribadiva: "Lavoriamo in modo positivo, si va avanti". Avanti sì, ma verso dove?
Il segretario del Pdci torna a indicare, come aveva fatto nel giorno precedente, quella vocazione che riconosce nel suo partito di essere una forza di governo. "Certo - osserva - bisogna vedere quali sono le condizioni per starci, ma qualunque forza politica nasce con l’ambizione di governare. Si va all’opposizione se si perde e non se si vince". Un passaggio, questo, recuperato nel ragionamento dello stesso Mussi, che in tal senso dopo il commento a caldo all’intervista del presidente della Camera, ora sembra aver leggermente aggiustato il tiro: "La vocazione di una forza grande è sempre di essere forza di governo: ma le forze grandi sanno stare anche all’opposizione. Vocazione di governo non significa che dobbiamo stare per forza al governo".
Il ministro della Ricerca racconta di aver avuto una lunga conversazione con Fausto Bertinotti, del quale ha particolarmente apprezzato la riflessione riguardante il concetto di autonomia della sinistra. "Anche io sono consapevole -ha detto Mussi- che il governo è sceso nell’opinione pubblica e che i risultati sono al di sotto delle aspettative. Ma le diverse anime della sinistra devono trovare una sintonia. Bisogna misurare i giudizi per misurare i passi". Poi conclude in prospettiva "Stati generali": "Se vogliamo costruire una sinistra unita, plurale e federativa bisogna che le informazioni circolino e si concordino sempre di più. Bisogna lavorare sempre di più insieme".
Dalle prime reazioni, si deduce dunque che tra i primi obiettivi che cronologicamente si presentano all’orizzonte della nuova formazione politica ci sono le elezioni amministrative del 2008, previste per la prossima primavera, seppure l’accordo su liste comuni per la verità sembra essere piuttosto lontano. Ma secondo il segretario Giordano, ancora prima del prossimo voto, sempre il più uniti possibile si dovrebbe chiedere la verifica di governo (la seconda metà di gennaio è il periodo indicato anche da Prodi), perché deve essere "una cosa vera, a cui arrivare dopo una consultazione del popolo della sinistra proprio sui temi da sottoporre al confronto con il governo". Pronta la sponda di Mussi: "Siamo impegnati nel chiedere una ridefinizione dell’agenda di governo in base a delle priorità come la precarietà e l’aumento dei salari. Non si può andare avanti alla giornata".
Tra i punti da affrontare con una certa urgenza c’è però quello riguardante la legge elettorale, della quale Giordano dice: "Tutti vogliamo il modello tedesco. E’ quello il terreno su cui misurarsi". Una posizione che, una volta raggiunta l’unione federativa dei quattro, che dovrebbe garantire almeno il superamento della soglia fatidica del cinque per cento prevista dal modello tedesco, induce sempre Giordano a rilevare che "non c’è altra possibilità".
Nel volgere di un mattino, dunque, pare essere improvvisamente distante il voto a sorpresa di Diliberto alla Camera sul decreto fiscale, come la stessa intervista di Fausto Bertinotti di poche ore precedente l’incontro.
Adesso l’attesa si sposta verso l’assemblea generale di sabato e domenica, dove si celebrerà l’ufficializzazione del nome e del simbolo. A quel punto, la federazione della sinistra sarà fatto compiuto, la cosa rossa non sarà più (finalmente) "cosa", indefinita quanto indefinibile, bensì un soggetto politico concreto, che muoverà i suoi passi all’interno del più ampio quadro politico nazionale.
Rimane il dubbio se tutto questo basterà ad esorcizzare il rischio di una marginalizzazione della sinistra italiana. I prossimi giorni sapranno dirci qualcosa in più.