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Gianpiero Fiorani: "Ho sentito il presidente (Berlusconi, ndr), commosso della cosa (il via libera appena comunicato dal governatore Fazio al patròn della Banca popolare di Lodi per la scalata all’Antonveneta, ndr)".
Emilio Gnutti: "Io gli ho detto che andremo avanti con Rcs e che ci deve dare una mano...".
Fiorani: "Digli di chiamare il Number One (Antonio Fazio, ndr)".
Gnutti: "Gli ho detto che, se non ci dà una mano, la sinistra prende tutto".
Fiorani: "Ne parleremo domani a voce... La sinistra in questo momento ci ha appoggiato più di quanto abbia fatto il governatore" (telefonata intercettata dalla Guardia di Finanza, per conto della Procura di Milano, la sera del 12 luglio 2005, tra i finanzieri indagati Fiorani e Gnutti. Quest’ultimo era a una cena elettorale col premier Berlusconi a Valeggio sul Mincio).
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1. La telefonata dimenticata ....., 12 giugno 2007, 18:17
Scandalo intercettazioni, DS e Forza Italia si coprono a vicenda
D’Alema telefona a Consorte e dice "facci sognare". Si riferisce alla scalata Unipol per l’acquisto della Bnl. La scalata fu annullata per gravi irregolarità da parte della Unipol, il presidente di questa compagnia (Consorte) fu fatto decadere.
Per aver avvallato queste irregolarità fu fatto dimettere anche il presidente della Banca d’Italia, Fazio.
Forza Italia scopre il fair-play e non attacca Fassino e D’Alema sui contenuti delle intercettazioni telefoniche. Il motivo è semplice: l’autodefinitosi "compagno" Ricucci serviva come tramite finanziario sia per la scalata Unipol (cooperative ds) alla Bnl che al tentativo di scalata berlusconiano del Corriere della Sera.
red.
Bondi: no a strumentalizzazioni
Forza Italia, assicura il coordinatore di FI Sandro Bondi, non userà le intercettazioni relative al caso Unipol che coinvolgono D’Alema e Fassino per attaccare i leader dei Ds. "Noi - ha affermato Bondi a Sky Tg24 - non useremo mai questi frammenti di intercettazioni per attaccare i leader dei Ds, ma in questi ultimi 12 anni la sinistra non ha esitato a farlo" per andare contro Silvio Berlusconi.
http://www.rainews24.it
D’ALEMA A CONSORTE: "FACCI SOGNARE"
ROMA - Nessuna sorpresa né sull’irrilevanza penale delle intercettazioni né sul fatto che i Ds sono nel mirino di una campagna di veleni. Alla prima ondata di intercettazioni, la Quercia prova a mostrare indifferenza, ma non rinuncia ad attaccare "il mercato nero delle notizie", auspicando un intervento della Procura di Milano per mettere fine allo stillicidio di indiscrezioni. Da giorni i vertici Ds si erano armati psicologicamente per affrontare quella che, a loro avviso, era una nuova ondata di fango, che aveva avuto un assaggio nella pubblicazione del dossier Kroll che sosteneva l’esistenza di presunti conti esteri di Massimo D’Alema.
In quell’occasione il partito ha fatto muro annunciando azioni legali, sia Fassino sia D’Alema hanno scelto la via del silenzio. Ma questo non significa che la Quercia resterà a guardare se continuerà la fuoriuscita di intercettazioni. "Si conferma il carattere puramente scandalistico di un’operazione volta a colpire dirigenti dei Ds, peraltro del tutto estranei a qualsiasi addebito da parte della magistratura", afferma il capo della segreteria politica di Fassino, Francesco Tempestini, il quale si augura che "prevalgano, almeno adesso, misura e senso di responsabilità". E il senatore Ds Guido Calvi, più volte avvocato di dirigenti della Quercia, non è meno duro nel condannare "il circo mediatico illegale", prodottosi nel tribunale di Milano, auspicando un intervento della Procura "per impedire che siano commessi fatti qualificabili come reati".
Citato a più riprese nelle intercettazioni, ostenta serenità il senatore dalemiano Nicola Latorre. "Per fortuna contro i veleni ci sono le medicine", ironizza il dirigente diessino. E c’é chi, in ambienti della Quercia, pensa che l’unica via per togliersi dal tritacarne delle strumentalizzazioni sarebbe chiedere la pubblicazione di tutte le intercettazioni. Ma a parte qualche voce isolata, come Massimo Donadi dell’Italia dei Valori e il leghista Roberto Castelli, la politica fa muro e denuncia la fuoriuscita di notizie nonostante le misure prese dal Tribunale di Milano.
"Non ho mai amato guardare dal buco della serratura", taglia corto il ministro Arturo Parisi, e anche la Margherita si astiene da giudizi politici "perché - spiega il coordinatore Dl Antonello Soro - non ci sono elementi di giudizio politico". Follini bolla come "gossip compulsivo" l’interesse della politica alle intercettazioni, e Alemanno di An invita ad evitare "polveroni su polveroni". Si smarcano la Lega che con l’ex ministro attacca a testa bassa "i furboni del Quartierino" e, nella maggioranza, l’Italia dei Valori. Se il ministro Di Pietro esorta a "non alimentare il circuito mediatico", il suo capogruppo alla Camera entra nel merito, denuncia il legame tra politica ed economia, e considera "tradito un modo limpido e trasparente di fare politica".
D’ALEMA A CONSORTE: FACCI SOGNARE
"Facci sognare! Vai!". E’ quel che avrebbe detto l’attuale ministro degli Esteri Massimo D’Alema all’ex presidente di Unipol Giovanni Consorte in una telefonata intercettata sull’utenza di Consorte il 7 luglio 2005, alle 23:18, la cui trascrizione ha potuto essere letta dalle parti, dopo che il gip Clementina Forleo ha depositato la perizia. Il colloquio è tra Consorte e Latorre ma a un certo punto il telefono viene passato a D’Alema che, rivolgendosi a Consorte a proposito della scalata Bnl, secondo quanto è trapelato - gli direbbe:
– D’Alema: va bene. Vai avanti vai!
– Consorte: Massimo noi ce la mettiamo tutta.
– D’Alema: facci sognare. Vai!
– Consorte: anche perché se ce la facciamo abbiamo recuperato un pezzo di storia, Massimo. Perché la Bnl era nata come banca per il mondo cooperativo.
– D’Alema: e si chiama del Lavoro, quindi possiamo dimenticare?
– Consorte: esatto. E’ da fare uno sforzo mostruoso ma vale la pena a un anno dalle elezioni.
– D’Alema: va bene, vai!
FASSINO A CONSORTE: STO ABBOTTONATISSIMO
"Sto abbottonatissimo". Sarebbero le parole del segretario dei Ds, Piero Fassino, in un colloquio intercettato del 5 luglio 2005 con l’ex presidente di Unipol, Giovanni Consorte. E’ una delle telefonate in cui politici (non indagati) parlano con indagati ’intercettati’. Nei testi, che hanno potuto essere consultati dalle parti, i puntini sospensivi stanno per parti dell’intercettazione inintellegibili.
Fassino parlando con Consorte gli spiega che l’allora numero uno di Bnl, Luigi Abete, vuole vederlo per parlargli.
Ecco un brano tratto dalla perizia.
– Fassino: Gli... gli altri cosa fa? Perché mi ha chiamato
Abete.
– Consorte: sì
– Fassino: chiedendomi di vederci, non mi ha spiegato, cioé
voglio parlarti, parlarti a voce, a voce, viene tra un po’.
– Consorte: uhm.
– Fassino: su quel fronte lì cosa succede?
– Consorte: mah, guarda, su quel fronte lì... eh noi con..
però tu... ma questa... eh... non gliela devi dire a lui...
– Fassino: ma io non gli dico niente, voglio sapere, voglio solo
avere elementi utili per il colloquio.
– Consorte: no, no, no. No, no. Ti sto infatti...
– Fassino: sto abbottonatissimo.
– Consorte: eh. No, ma ti dico anche quello che puoi dire e non
dire, solo questo.
– Fassino: ecco meglio così. Dimmi tu.
– Consorte: noi, sostanzialmente con gli spagnoli un accordo
l’abbiamo raggiunto.
– Fassino: sì.
– Consorte: anzi, non sostanzialmente ma di fatto proprio,
concreto. Uhm! Naturalmente ci siamo riservati di sentire i
nostri organi.
La telefonata proseguirebbe su argomenti personali per poi
riprendere:
– Fassino: ma sarebbe un accordo che si configurerebbe come?
– Consorte: l’accordo si configura che noi aderiamo alla loro
ops...
– Fassino: eh.
– Consorte: loro ci danno il controllo di Bnl Vita.
La conversazione poco più sotto proseguirebbe:
– Fassino: vi passano a voi le quote di Bnl Vita?
– Consorte: sì.
Dopo ancora qualche battuta, la telefonata andrebbe avanti
così:
– Consorte: sì, sì e soprattutto ci danno tutti gli assets,
quindi otto miliardi di euro che Bnl Vita gestisce, cioé tutta
l’azienda proprio, praticamente no? Poi ci danno un altro
oggetto...
– Fassino: ehm.
– Consorte: che però non si può dire oggi.
Ancora più avanti la telefonata proseguirebbe:
– Consorte: e poi d’altra parte il vero problema è che noi non
riusciamo a chiudere l’accordo con Caltagirone, questo è il
problema vero.
– Fassino: qual è il problema?
– Consorte: fa richieste assurde.
www.ansa.it
11 giugno 2007