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"La tendenza culturale del comunismo": dure reazioni di Ferrero e Grassi
Publie le mercoledì 9 aprile 2008 par Open-PublishingBertinotti, «nel nuovo soggetto unitario comunismo solo una tendenza»
Dure reazioni di Ferrero e Grassi. Palermi, «il Pdci mantiene autonomia e identità comunista oggi e domani». Rizzo, «non c’è sinistra senza i comunisti»
«Una tendenza culturale», questo sarà in futuro il comunismo nella Sinistra l’Arcobaleno, almeno nell’idea del candidato premier
«Tendenze culturali e un solo soggetto politico, unitario e plurale» spiega il presidente della Camera, che preme l’acceleratore su quello che da sempre è il suo sogno. Il suo, appunto.
Nel corso di una videochat Bertinotti ha così argomentato la sua affermazione: «L’Italia ha bisogno di una sinistra, di una sinistra del futuro. E io immagino un soggetto unico, democratico e partecipato, fondato come un’organizzazione politica unitaria con le sue regole, una sua democrazia, un suo gruppo dirigente» e ancora, «questa Sinistra arcobaleno dovrà essere innovativa anche nelle forme, abbandonando leaderismo e personalizzazione, secondo un principio di collegialità. In ogni caso, spezzando la logica verticistica del leader e dando luogo a una costruzione della partecipazione, oppure non vive». All’interno di questo soggetto unitario, dice il candidato premier della Sinistra l’Arcobaleno, «ci saranno tendenze politico-culturali: vivrà la tendenza comunista, quella ecologista, quella femminista; fintanto che non si costruiranno nuove tendenze».
Marx diceva: «Chiamiamo comunismo il movimento reale che abolisce lo stato di cose presente»...
E infatti non tutti sono d’accordo con Bertinotti, e non si parla solo dei Comunisti italiani che hanno sempre rivendicato la propria identità. All’interno della stessa Rifondazione comunista si sono levate voci in opposizione alle parole del leader storico, che rischiano di anticipare le tensioni interne, messe in stand by per la campagna elettorale e pronte a riemergere con il congresso d’autunno.
Claudio Grassi, coordinatore nazionale Area Essere comunisti del Prc non ha evidentemente gradito: «Che i comunisti diventino una tendenza culturale dentro la Sinistra Arcobaleno è una delle tante idee che sta esprimendo Bertinotti in questa campagna elettorale. Peccato che non se ne sia mai discusso da nessuna parte, per lo meno in Rifondazione comunista.»
Grassi ribadisce la posizione sua e dell’area che rappresenta, ribadendo che«abbiamo sempre sostenuto, tutti, che la costruzione del soggetto unitario e plurale a sinistra va di pari passo con il mantenimento e il rafforzamento di Rifondazione comunista. Questa resta la posizione della grande maggioranza degli iscritti di Rifondazione, che non hanno nessuna intenzione di sciogliersi in un contenitore genericamente di sinistra. In ogni caso, subito dopo le elezioni, si dovrà tenere il congresso e quella sarà la sede per discutere del futuro del Prc. L’area Essere comunisti - conclude Grassi - si batterà contro qualsiasi ipotesi di scioglimento di Rifondazione».
Anche Paolo Ferrero non appoggia le affermazioni di Bertinotti. Il ministro di Rifondazione comunista si dichiara «assolutamente d’accordo sul fatto che occorre dar vita ad un processo partecipato e democratico di costruzione di una Sinistra l’Arcobaleno unitaria e plurale. Proprio perché‚ deve essere un processo partecipato, le caratteristiche della Sinistra Arcobaleno saranno definite da una discussione politica larga e partecipata che coinvolgerà tutti i compagni e le compagne impegnati in questo progetto.
Anche per questo Rifondazione Comunista terrà il suo congresso nei prossimi mesi. Per quanto mi riguarda non so immaginare il comunismo come tendenza culturale; l’unico comunismo che conosco è il movimento reale che abolisce lo stato di cose presente».
Altro discorso per il Pdci che che non ha mai messo in discussione appartenenza o identità, e bene lo spiegano Manuela Palermi e Marco Rizzo.
«Quel che sarà la nuova formazione della Sinistra l’Arcobaleno lo decideranno assieme, con pari dignità, senza improvvisazioni leaderistiche, i quattro partiti che ne fanno parte», spiega Manuela Palermi che ribadisce: «Il Pdci è il partito che rivendica, per oggi e per domani, la sua identità e la sua pratica comunista. Per questo considero praticabile una confederazione all’interno della quale i quattro partiti mantengano la loro autonomia in una pratica unitaria».
Per Marco Rizzo «senza un partito comunista non esiste una sinistra» e punta l’accento sul fatto che il Pdci non si è sciolto, «il problema della presenza dei comunisti è ineludibile: non credo ad una nuova Bolognina, in sedicesimo peraltro».