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La teoria degli “opposti camion”

Publie le sabato 1 novembre 2008 par Open-Publishing

Bonini e la teoria degli “opposti camion”

Comunicato Stampa

Su “La Repubblica” di oggi Carlo Bonini avanza la teoria degli “opposti camion” come spiegazione degli scontri a P. Navona e, in stridente contrasto con la precisa ricostruzione di Curzio Maltese su “Repubblica” di ieri, come contributo alla vetusta (ma sempre utile al Potere) teoria “degli opposti estremismi” che il governo sta rispolverando.

Bonini cerca di far credere che le sue affermazioni derivino da una ricostruzione “oggettiva” del Dipartimento di Pubblica sicurezza, mentre in realtà è lui che intende portare il lettore/trice alla condanna di presunti “opposti estremismi”.

La “oggettiva” ricostruzione sostiene che gli scontri sarebbero nati non da una provocazione ben organizzata (fin dalle 9.30 circa) dai nazifascisti di Casa Pound, alias Blocco studentesco, ma “da una lite tra i due camion presenti in piazza, uno del Blocco e uno degli studenti di sinistra, per decidere quale dei due assuma la testa della protesta”. E sui camion presentati nel titolo come causa della “battaglia per Piazza Navona”, Bonini aggiunge incredibilmente che “nessuno tra i funzionari della Digos che si avvicinano ai due camion è in grado di ricostruire come siano arrivati a Palazzo Madama”.

Ora sarebbe bastato che Bonini, esperto e frequentatore, per lavoro, degli “apparati di sicurezza” , avesse fatto una telefonata in Questura o alla Digos o al capo della Digos romana Giannini presente in piazza per apprendere cose di pubblico dominio in tali sedi; e cioè che:

1) uno dei due camion apparteneva ai Cobas della scuola ed era, sul piano della “legalità formale”, l’unico autorizzato dalla Questura a sostare all’angolo della Corsia Agonale, poiché i Cobas avevano ottenuto l’autorizzazione per un sit-in permanente, il 28 e il 29, durante il voto del decreto Gelmini (peraltro a Bonini sarebbe bastato leggere il suo giornale che ne aveva dato ripetutamente notizia);

2) la Digos, e il suo capo romano Giannini, venuto più volte intorno al camion, conosce bene l’assoluta legalità/legittimità della presenza dei docenti e genitori Cobas, nonché del loro camion, in quel luogo, base degli altoparlanti per le proteste anti-Gelmini come in tutte le manifestazioni Cobas;

3) i tentativi del Blocco di avere la testa del sit-in in Corsia Agonale sono stati pacificamente impediti per due ore dagli studenti e docenti del Virgilio e di altre scuole: e solo quando il camion del Blocco ha tentato lo “sfondamento”, intorno alle 11.30, tale resistenza pacifica è stata travolta dalle violente cariche dei nazifascisti.

Dunque, Bonini è l’unico responsabile di una ricostruzione da “opposti estemismi” che fa a pugni con la realtà; così come della riproposizione di un “conflitto anagrafico” nel movimento, su cui il governo da giorni tenta di far leva, quando segnala le età (“che non hanno nulla a che fare con gli studenti medi”) di due dei feriti.

Ricordiamo al giornalista e a chi cerca di giocare sulla divisione, che il movimento non “appartiene” ai soli studenti medi, ma è la fotografia di un intero popolo della scuola pubblica, fatto di docenti, Ata, studenti, genitori e lavoratori intenzionati a difendere la scuola senza distinzioni di età; e che esso è partito piuttosto dalle maestre e dai genitori delle scuole elementari, collegandosi poi con la protesta delle Università e delle superiori; e che in questo movimento i docenti ed i Cobas hanno un ruolo cruciale, come ben dimostrato dai 500 mila in piazza a Roma il 17 scorso con noi e Cub e Sdl.

Piero Bernocchi, Portavoce Nazionale Cobas Scuola