Home > La tragedia dei migranti: scandalo italiano
di Gian Giacomo Migone
Un popolo, dotato di sensibilità umanitaria come quello italiano, non può continuare a tollerare tragedie come quella verificatasi ieri, senza che il suo governo vi ponga rimedio. Il presidente della Caritas ha denunciato circa mille vittime annue nelle acque territoriali italiane.La Bossi-Fini, lo stato indecente dei cosiddetti centri di accoglienza (in particolare di Lampedusa), ormai scandalo di dimensioni europee, il mancato riconoscimento di fatto dei diritti di asilo, la continuata violazione di una sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo, non ultimo il mancato funzionamento del millantato rapporto con la Libia denunciano un’urgenza non più rinviabile.
Secondo il questore di Ragusa, Girolamo Di Fazio, il barcone che ha seminato almeno nove vittime umane proveniva dalla Libia. E anche così non fosse, l’accordo, risalente all’autunno del 2004, di cui non si conoscono i contenuti non è servito ad arrestare il flusso immigratorio proveniente da quel paese.
D’altra parte, il flusso in senso contrario di espulsioni sommarie a un paese che a sua volta (non siamo in grado di dare lezioni a nessuno in materia) non offre garanzie di rispetto dei diritti umani, nemmeno si arresta. Nel frattempo, i rapporti complessivi tra i due paesi - ripetutamente vantati dal presidente del Consiglio - danno segni di recrudescenza (Gheddafi ha appena restaurato la giornata della vendetta nei confronti dell’Italia).
Il rafforzamento della sorveglianza delle coste libiche, le attività formative cogestite del personale libico investito della questione emigratoria, l’attrezzatura dei campi profughi libici a spese italiane (ma con caratteristiche simili o peggiori dei nostri?) non sembrano produrre effetti misurabili se non ulteriori espulsioni, pare verso l’Egitto. Basterebbe citare il panico che provoca tra gli immigrati su suolo italiano la prospettiva dell’espulsione verso la Libia, per rendersi conto dello stato della questione.
In attesa della sostituzione della Bossi-Fini con una legislazione degna di un paese civile e democratico, il governo dovrebbe quantomeno ottemperare alla sentenza della Corte europea che impone al governo italiano l’arresto delle espulsioni sommarie - consentendo, tra l’altro, all’Alto Commissariato dell’Onu di applicare le proprie procedure - e di fornire la documentazione (ma esiste?) riguardante i casi finora processati dalle autorità italiane. Il ministro degli Esteri riferisca al Parlamento sulla natura e lo stato dei rapporti con la Libia. Il ministro dell’Interno, da cui provenivano in passato gli unici barlumi di decenza governativa sull’intera questione immigratoria, si assuma quantomeno la responsabilità di restituire alla questione condizioni minime di trasparenza. E nessuno si azzardi a imputare all’Europa responsabilità che pure esistono, senza affrontare quelle soltanto nostre.