Home > La vera storia di Rosarno ed il patto lega nord-mafia

La vera storia di Rosarno ed il patto lega nord-mafia

Publie le giovedì 14 gennaio 2010 par Open-Publishing
4 commenti

Negli ultimi otto anni del nuovo millennio hanno sempre governato loro.

Negli ultimi quindici anni hanno istillato veleni a profusione con le loro tivù piduiste nello stomaco già debole dell’italiano medio. Annunci illusori, insulti, panico, istigazioni di ogni tipo hanno contrassegnato la politica e la “cultura” di questa coalizione. Metto cultura tra virgolette perchè una volta giravano pensieri attraverso i libri, l’arte o il cinema.

Oggi i pensieri forti girano attraverso la televisione.

Comunque le parole sono pietre e se uno fa il politico le deve usare con precisione, altrimenti facesse un altro mestiere.

Oppure si prendesse la responsabilità politica di ciò che quelle parole producono. Senza infingimenti nè ipocrisie.

Chi parla male pensa male.
Riassunto. Qualche personcina con il cervello poco irrorato dal sangue ha pensato bene poco tempo prima di natale di addossare all’’antiberlusconismo le responsabilità dell’attentato al premier: “mandanti morali e politici”strepitavano le bisce del papi, anche qui dentro.

Dopo il fatto di Rosarno, invece, loro tendono ad addossare ad altri fenomeni le cause di quanto è successo.

Autoassolvendosi dall’accusa di razzismo che invece resta valida. Spiego perchè cercando di far capire l’intreccio di interessi coerenti e coordinati che si verifica in questi casi.

Sono decenni ormai che il leghista gioca col razzismo secessionista sicché quando qualcuno a Rosario piuttosto che a Verona lo prende sul serio e comincia a sparare sui raccoglitori di arance non fa che mettere in pratica la teoria.

E poi c’e’ poco da fare illazioni: sono i rosarnesi stessi che rimandano alle idee di Bossi.

Ieri in un istruttivo documentario di Ballarò, alcuni piccoli imprenditori calabri della zona ammettevano, direi confessavano, di aver tenuto in nero molti raccoglitori, che “avevano sfamato e questo è il ringraziamento” ed aggiungevano l’intenzione di voler “aprire una sede della lega nord ” e che “la mafia in quella storia non c’entrava nulla”.

Ecco : è a questo livello che si evidenzia l’intreccio di cui parlavo.

Insomma l’armamentario subculturale del cittadino perbene omertoso ed anche leghista nella ispirazione.

Quindi i mandanti ( veri) delle schifezze rosarnesi sono i leghisti ed i fascisti che hanno pompato merda e veleni negli ultimi decenni. Punto.

E come sempre questi italiani “veri” - che sentono Bossi vicino e non parlano di mafia ( “nulla sacciu”) - sono anche smemorati e dimenticano milioni di italiani forse più veri di loro. E clandestini.

Volevamo braccia, sono arrivati uomini», sospirò trent’anni fa lo scrittore svizzero Max Frisch spiegando perché troppi connazionali fossero così ostili agli immigrati italiani contro cui avevano scatenato tre referendum. Ostilità antica. Anche i nostri nonni furono portati in salvo come i neri di Rosarno.

Le autorità furono costrette a organizzare dei treni speciali per sottrarli nel 1896 al pogrom razzista scatenato dai bravi cittadini di Zurigo. E altri gendarmi e altri treni avevano sottratto i nostri nonni, tre anni prima, ad Aigues Mortes, alla furia assassina dei francesi che accusavano i nostri, a stragrande maggioranza «padani», di rubare loro il lavoro.

L’abbiamo già vissuta questa storia, dall’altra parte...
CONTINUA SU LA CONOSCENZA RENDE LIBERI

Portfolio

Messaggi