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La verità sul G8 la racconta in tv solamente Montalbano
Publie le martedì 20 settembre 2005 par Open-Publishingdi ALBERTO PUPPO
«Mi dimetto. Domani vado dal questore e gli presento le dimissioni». Il
motivo? Ciò che è accaduto durante il G8. Io non mi sento tradito. Io sono
stato tradito». Lo aveva già detto, il commissario Montalbano. Parole come
pietre, che da tempo si potevano leggere in "Giro di boa", uno dei lavori
di Andrea Camilleri. Scripta manent, diceva un adagio latino, che ricordava
anche come le parole, al contrario, volassero.
Ma allora non c’era la tv. E
oggi una pagina vale ben poco, rispetto a un ragionamento, una riflessione
che, in un istante, raggiunge milioni di persone. Così, giovedì sera, le
amare riflessione del commissario siciliano, affidate alla voce di Luca
Zingaretti, avranno un sapore tutto particolare. E un impatto che si
annuncia deflagrante già alla vigilia.
La destra s’indigna, la sinistra esulta per quella che definisce
un’operazione verità. Su tutti Vittorio Agnoletto, ex portavoce del Genoa
Social Forum. «Avrei voluto ascoltare almeno una volta, in questi quattro
anni, anche solo un funzionario di polizia pronunciare quelle stesse parole
di denuncia e angoscia per il comportamento che le forze di polizia hanno
tenuto a Genova durante il G8, che giovedì sera il commissario Montalbano
pronuncerà nel film.
Il vero scandalo non è, come dicono alcuni esponenti
del centro destra, che finalmente alla tv pubblica qualcuno (anche se in
una fiction) possa dire la verità su Genova, ma è ben altro. È questo
silenzio, quest’omertà collettiva dei dirigenti e dei vertici delle forze
dell’ordine. Lo sceneggiato compie un atto di verità verso coloro che hanno
subito le violenze».
E l’autore? «Montalbano non è di parte - precisa Camilleri - se lo fosse
stato si sarebbe fermato alle riflessioni fatte in merito agli incidenti al
G8 di Genova, invece si interessa anche di ciò che è accaduto a Napoli,
quando il Paese era governato dal centro sinistra Lui è in una posizione
critica forte nei confronti dell’operato degli esponenti della polizia, che
adoperano quei metodi che lui nella sua vita non ha mai pensato di
adoperare, come le prove finte.
E’ un sistema - continua Camilleri - che
considera appaiato a quelli adottati dalla gente che la polizia combatte».