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Lampedusa, fuga di massa da cpa e poi in corteo verso il Municipio

Publie le sabato 24 gennaio 2009 par Open-Publishing
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Gli extracomunitari: siamo trattati in modo poco disgnitoso
Nuova giornata di protesta dei residenti contro il nuovo centro

LAMPEDUSA - Fuga di massa dal centro di prima accoglienza tra gli applausi dei residenti a Lampedusa. Tutti i migranti ospiti del cpa poco dopo le 10 hanno forzato i cancelli d’ingresso, sono riusciti ad aggirare i controlli delle forze dell’ordine e sono fuggiti. Oltre mille si sono diretti in corteo verso la piazza del municipio di Lampedusa gridando slogan: "Libertà, aiutateci". Gli extracomunitari hanno sfilato lungo la strada senza essere bloccati dalla polizia che li ha, invece, affiancati lungo il percorso senza intervenire.

Gli oltre mille immigrati sono arrivati davanti al municipio accolti dagli applausi dei lampedusani. Gli extracomunitari gridano "Libertà" e "Grazie Lampedusa" e chiedono di poter lasciare il centro, di essere trasferiti nei centri di permanenza temporanea (Cpt) di Brindisi e di poter raggiungere le loro famiglie, molte delle quali sono in Francia, in Germania e nel Nord Italia.

Sul palco allestito nella piazza, a dare il benvenuto ai migranti c’è l’ex sindaco Totò Martello, leader del comitato che si oppone alla realizzazione di un nuovo centro nell’isola. Nello stesso momento i residenti avevano infatti cominciato una nuova giornata di protesta con presidio davanti al municipio per consegnare le schede elettorali contro la realizzazione di un nuovo centro di identificazione ed espulsione (Cie) degli immigrati progettato dal ministero dell’Interno.

"Non vogliamo tornare nel cpa. Noi restiamo qui". Centinaia di migranti fuggiti dal centro, riuniti in piazza insieme ai cittadini, si rifiutano di tornare nella struttura di accoglienza. L’ex sindaco Martello li invita a rientrare. "Siamo insieme a voi - dice - vogliamo che vi trasferiscano negli altri centri italiani, ci batteremo perchè possiate lasciare Lampedusa, ma ora dovete rientrare nel centro". I migranti, però, continuano a ribadire che non lasceranno la piazza e che la loro protesta sarà pacifica. La fuga dal cpa è l’epilogo di giornate di tensione che hanno interessato la struttura dove sono stipate 1.300 persone a fronte di una capienza di 800 posti. Già all’alba si era registrata la fuga di circa 300 immigrati. Polizia e carabinieri avevano immediatamente avviato posti di blocco per rintracciare tutti i fuggitivi. Anche ieri alcuni migranti si erano allontanati dal centro, ma erano stati poi rintracciati dalle forze dell’ordine e fatti rientrare.

Gli immigrati lamentano di essere trattati "in modo poco dignitoso". "Abbiamo freddo - dice un africano giunto a Lampedusa dalla Tunisia - io ho bisogno dell’insulina, ma non ce n’è. Siamo qui da oltre 30 giorni".

I residenti protestano invece contro le scelte del Viminale. Dopo il corteo e il sit-in davanti al centro di prima accoglienza organizzati ieri, giornata di sciopero generale, questa mattina i cittadini si sono dati appuntamento davanti al municipio. Ieri sera, durante una seduta straordinaria del consiglio comunale, si era dato vita a un coordinamento per pianificare le ulteriori iniziative di protesta

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Messaggi

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    ROMA - Resta alta la tensione a Lampedusa, sia tra gli immigrati sia tra i residenti, dopo la clamorosa fuga in massa dal centro di accoglienza di sabato scorso. Un delicato equilibrio che potrebbe saltare dopo la missione di domani del ministro dell’Interno Roberto maroni a Tunisi che potrebbe dare il via libera all’accordo che avrà come effetto immediato il rientro nel Paese nordafricano di 1200 tunisini. Timori che fanno temere una nuova rivolta nel Cpa dell’isola.

    Nel frattempo continua lo sciopero della fame di 16 delle 78 donne nordafricane contro il rimpatrio, mentre nella notte i carabinieri hanno rintracciato (e riportato nel centro) 8 immigrati che si erano nascosti in case disabitate.

    Sempre domani scatterà nell’isola un altro sciopero generale contro la politica del Viminale che fa di Lampedusa l’unica "stazione di arrivo" dei migranti in attesa del loro rimpatrio, prolungando così il tempo di permanenza nell’isola, con la realizzazione del nuovo centro di accoglienza e detenzione. "Lampedusa - ribadisce il sindaco Dino De Rubeis - non diventerà un carcere a cielo aperto e noi non siamo in vendita: non ci faremo comprare per un piatto di lenticchie, accettando che facciano di noi un lager per gli immigrati in cambio di quale concessione. E se dovesse passare l’accordo con la Tunisia, non ci sarebbe più sicurezza nel centro e e nelle nostre case. Domani resterà tutto chiuso per far sentire a Roma la nostra preoccupazione e il dolore per una solitudine immeritata dopo ben 17 anni di accoglienza".

    Parole che il parroco dell’isola don Stefano Nastasi, accompagna con un appello al Papa (perché "possa dire due parole di chiarezza sul fenomeno immigratorio, che non riguarda soltanto Lampedusa") e con un invito a Silvio Berlusconi che aveva detto che può accadere "che gli immigrati vadano fuori dal centro a bersi una birra". "Perchè non viene a bere con me e i clandestini così può toccare con mano la situazione che stiamo vivendo in quest’isola".

    Ma che il braccio di ferro col Viminale sia destinato a farsi più duro lo dimostra anche la decisione del consiglio comunale di presentare una denuncia alla procura di Agrigento contro Maroni, accusato di trattenere illegalmente gli extracomunitari nel cpa dove non potrebbero restare per più di 48 ore.

    Durante la notte, infine, due aerei dell’Aeronautica militare hanno portato pasta, riso, acqua e prodotti surgelati per far fronte alle prime necessità. Ma la situazione non è agevole anche perché la nave che,
    da Porto Empedocle porta le scorte di cibo, ogni lunedì, oggi non potrà attraccare sull’isola a causa del forte vento che soffia da ieri.

    (26 gennaio 2009)