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Il "piano" che prevedeva “l’assassinio” della sinistra italiana era già pronto da un pezzo ed era noto agli stessi interessati. Ma essi, invece di reagire, denunciando le mire in atto da parte del PD, e invece di approfittare dell’occasione offerta loro con la manifestazione del 20 ottobre contro la precarietà, hanno preferito far cadere i legami con i movimenti che avevano protestato con loro, per scegliere la via di inseguire i "carnefici". I partiti di sinistra si sono comportati come "vittime" che, di fronte alla pistola che vuole uccidere, invocano pietà, sperando di convincere il "carnefice" a desistere, né d’altra parte mi meraviglia tale comportamento, vista la condotta e i risultati dei partiti della sinistra cosiddetta radicale nel governo Prodi…
Il riassetto del mondo, perseguito dalle forze liberiste, prevede una razionalizzazione globale dei sistemi nei vari Paesi che porti alla ristrutturazione delle istituzioni, in modo che esse si semplifichino e possano far passare più agevolmente le misure necessarie per conseguire i propri affari e per allungare meglio le loro mani su tutto quanto è statale, sui beni comuni, sui servizi dello stato sociale e, naturalmente, sulla scuola. Funzionale a tali disegni è la spinta verso modifiche costituzionali che prevedano: 1) il Presidenzialismo e il Federalismo e 2) l’espulsione dai parlamenti dei partiti comunisti o comunque di sinistra radicale. Tutte cose che in Italia erano previste dal secolo scorso dal piano Gelli.
Al primo provvedimento in Italia già si era lavorato durante il governo Prodi, infischiandosene del risultato referendario del 2006, tanto che è approdato mesi fa alla Camera, proveniente dalla commissione Affari costituzionali, un testo unico targato Ulivo-AN, che prevede, tra l’altro, un aumento dei poteri del Presidente del Consiglio (fiducia del Parlamento a tale figura e non al Governo, nomina e cambio dei ministri a discrezione del Presidente del Consiglio, senza passare per il Parlamento) e la modifica del Senato in Senato federale (con senatori eletti dai Consigli regionali e dal Consiglio delle autonomie locali e di età superiore ai 18 anni). Per poter far passare tale disegno, e magari peggiorarlo, poteva giovare l’accordo con la controparte e l’eliminazione dell’impaccio a sinistra, in modo da raggiungere una maggioranza parlamentare tale da evitare il ricorso al referendum popolare.
Infatti, riguardo al secondo provvedimento citato all’inizio, Veltroni ha pensato di imitare l’esempio europeo che lo avrebbe portato più vicino alla meta (americana) e ha trovato “a fagiolo” ciò che emergeva l’anno scorso dalle elezioni francesi. La Francia era già più avanti nel disegno autoritario liberista (apparente contraddizione in termini…) perché il gollismo aveva già conferito il carattere di Repubblica presidenziale al Paese. Qui le elezioni politiche del 2007 sono state anticipatrici di ciò che è successo da noi oggi e tale coincidenza è accaduta non per puro caso, ma perché Veltroni ha perseguito lo stesso disegno elettorale di Ségolène Royal, con cui si è incontrato (confrontare la stampa dell’epoca), ma ritenendo di poter conseguire un risultato migliore con l’accordo con il centro (Bayrou in Francia, Casini in Italia). Poiché Casini non si è mostrato disponibile, ha poi ripiegato per un accordo di massima con lo stesso avversario per il cambiamento bipartisan delle istituzioni.
Tutti i nostri politici sapevano che Ségolène Royal non è riuscita a strappare voti a quel centro su cui ha puntato, ma ha contrastato l’avversario Sarkozy fagocitando, in nome del “voto utile” i consensi della sinistra, la quale ne è rimasta "annientata" o comunque catapultata fuori dal parlamento.
Queste osservazioni aggiungono qualcosa per ricostruire il lucido disegno al servizio dei poteri forti perseguito dal PD, quando ha scelto di correre da solo, per chi ancora nutrisse qualche dubbio e stesse ancora a lacrimare sul “povero Veltroni” che ha perso contro il “nano”, senza tentare minimamente di ragionare con distacco su ciò che è accaduto e perché.
Contemporaneamente permettono di fare qualche luce in più sulla sinistra, che ha preferito ripiegare in un’autentica rotta (tra l’altro ben poco dignitosa, quando si è messa ad inseguire il carnefice), pur di non denunciare quanto stava accadendo e tentare, almeno nell’ultimo scorcio, di distinguersi dalle forze di governo e collegarsi alle forze che dovrebbero costituire il suo elettorato: cioè alle donne e agli uomini delle fabbriche, della scuola e a tutti coloro che si richiamano ai movimenti per la pace, contro la precarietà, contro il razzismo, contro la TAV, contro la privatizzazione dell’acqua e dei beni comuni, per i rifiuti zero, per un rapporto diverso con la natura e contro lo specismo, ecc.
Il futuro ora riparte dalla resistenza che sapranno opporre i lavoratori e i movimenti. Le difficoltà tuttavia non possono essere nascoste. Partiti parlamentari che possano difenderci nelle aggressioni, che possano essere portavoce del dissenso all’interno delle istituzioni sarebbero utili. Ma vorranno e sapranno i reduci dei partiti comunisti e di sinistra assumersi la responsabilità di ripartire dalla società per risorgere? Sapranno comprendere e sostenere i bisogni degli sfruttati nelle fabbriche, dei precari, delle donne e degli uomini che ogni giorno subiscono ingiustizie e rischiano la vita in un mondo sempre più alienante e cinico, a misura dei dominatori?
Una cosa è certa per noi che viviamo nella scuola: o, dopo lo tsunami abbattutosi sulla scuola statale, ad opera dei vari governi che si sono succeduti, puntiamo sulla “nostra” autonomia e riusciamo a tirar fuori gli artigli usati gli scorsi anni per organizzare una resistenza allo sfascio nelle scuole e riempiendo le piazze, collegandoci alla rete dei vari movimenti di difesa dei cittadini e dei beni comuni e ai lavoratori oppure non lamentiamoci più, perché sarà un inutile lamento.
Napoli, 16.04.2008
Messaggi
1. Le cose non dette , 20 aprile 2008, 07:14, di viviana
Manca la denuncia della rottura degli equilibri istituzionali. Una vera democrazia non può che fondarsi su tre poteri distinti e equipotenti che si controllano a vicenda, ma Berlusconi, con l’aiuto anche di una opposizione ridotta ormai al rango di complice, porterà avanti la separazione delle carriere e inventerà marchingegni per eliminare dalla magistratura i giudici scomodi così da avere un corpo ossequiente ai suoi ordini, ma da quando Berlusconi è apparso all’orizzonte né la sinistra centrista né quella estrema si sono rivoltate contro un disegno così perverso che darà il colpo di grazia alla democrazia italiana. Tra colpevoli ci si intende e se si tratta di neutralizzare il giudice comune per depenalizzare le comuni magagne ci si può schierare contro processi e pene allo stesso modo, distruggendo ogni condizione di giustizia in Italia.
In quanto alla sinistra estrema, non solo non ho mai sentito parola sul ripristino di un potere giudiziario sciolto dal potere politico e dotato dell’autonomia necessaria a controllarlo, ma più facilmente ho visto, per altri motivi, agitare solo l’odio indiscriminato ai giudici senza discriminare i modi con cui un sano potere giudiziario potrebbe e dovrebbe essere esercitato.
Ogni volta che ho paventato il pericolo insito nell’asservimento del potere giudiziario a quello politico, mi sono sentita rispondere con toni di noia e fastidio.
E la stessa noia ho sentito quando ho agitato come un pericolo orrendo per la nostra repubblica la caduta in una repubblica presidenziale forte a diretta elezione popolare, che in Italia sarebbe la scorciatoia per un regime assoluto, visto a cosa è stato ridotto il parlamento e una volta neutralizzata la magistratura, dato che i media sono ormai annacquati e non costituiscono un reale pericolo di verità e di critica tantomeno di denuncia, e l’opinione pubblica in 14 anni è stata ormai stravolta e mitridarizzata al punto da giudicare superflua la questione morale.
Purtroppo in Francia la dipendenza del potere giudiziario dal ministro degli interni è già fatto antico. Non si fa processo che il ministro non voglia. Berlusconi tenderà a questo, Veltroni, Violante e Franceschini lo appoggerranno sulla scia di D’Alema che è stato il più grande distruttore della sinistra italiana e ha lasciato solo perversi imitatori.
Ma tutto questo, ogni volta che è stato detto, ha suscitato solo fastidio, come cosa inutile tanto da coloro che vagheggiano solo falci e martello secondo velleitarie rivoluzioni mai praticate, quanto da coloro che ardono dall’impazienza di diventare cloni
del neoliberismo più o meno clintoniano e che la falce e martello, anche ideali, le hanno sotterrate da gran tempo, insieme ad ogni valore e principio di sinistra.
Tanto per parlare di Violante, il cui nome mi provoca moti di fastidio allo stomaco ogni volta che capita, i mutamenti istituzionali voluti da Berlusconi sono:
una sola camera; senato delle regioni; rafforzamento dei poteri del Premier; potere del premier di sciogliere le Camere; federalismo. La bozza è firmata Violante.
Non aggiungo altro ma ho voglia di sputare.
viviana
1. Le cose non dette , 20 aprile 2008, 18:46
ma viviana se fino all’ultimo ci istigavi ad andare a votare inoltrando persino l’appello di fo & signora che invitavano a votare VELTRONI. Ma dico io...
2. Le cose non dette , 20 aprile 2008, 11:49
Fate bene a puntare sull’autonomia. Fossi in voi, creerei una federazione dei collettivi autonomi della scuola ed universita’, autogestiti in tutto e per tutto. Zero tasse universitarie, libri gratis ed insegnanti locali che insegnano per vivere e non per guadagnare. (una specie di federalismo comunista). provare per credere - poi scopriremo che il senatur era solo un fantoccio della corona britannica alla merce’ dei poteri neo-liberal. un pifferaio magico che non e’ capace di pronunciare una sola parola senza riferirsi ad un feticcio. Il suo amico nanetto lo stesso.
Sal.
1. Le cose non dette , 20 aprile 2008, 21:44, di viviana
Guarda, caro che nemmeno ti firmi, che un sacco di gente ha votato pur avendo mille critiche e amarezze. Se davvero credi che per dare un voto alla sinistra si debba essere esenti dal criticare Prodi o D’Alema, andiamo proprio maluccio... Io ho detto fino all’ultimo che si doveva votare qualcosa di meno peggio di Berlusconi, perché Berlusconi è proprio il peggio di qualsiasi cosa si possa pensare e personalmente ho dato il mio voto più a sinistra che potevo, ma se tu credi che si possa votare a sinistra ed essere dei bamba privi di capacità critiche, hai un’idea piuttosto bassina dell’essere umano. Per te o fanatico o niente?? Ma diciamo meno sciocchezze!
Un conto sono i partiti. Un conto molto diverso quelli che reputiamo principi e valori
Sarebbe come uno che non crede che l’amore perfetto o la donna perfetta esistano ma si sposa lo stesso. Lo vorresti totalmente illuso o totalmente scettico? Forse è solo realista. Sa che la realtà è quel che è ma vi partecipa per quanto può, mettendo in conto anche la delusione delle cose perfettibili.
E poi questi perfezionisti del tutto o nulla, cosa portano di se stessi a questo mondo? nemmeno una firma, sembra
viviana
2. Le cose non dette , 20 aprile 2008, 22:48
no mi dispiace non sono d’ accordo come si fà ancora a pensare che berlusconi si meno peggio di veltroni? e basta ancora con la storia del meno peggio, veltroni è un rappresentante dei poteri forti esattamente ne più ne meno di berlusconi non porta e non porterà i tuoi interessi neanche se avesse avuto il 90 % ma se tutti quelli che hanno votato sta schifezza si dessero un pò da fare e iniziasse a pensare di togliere la delega a questa dirigenza incapace, autorganizzandosi ma non sarebbe meglio?
michele (non ho scritto l’ articolo di prima ma lo condivido)
3. Le cose non dette , 21 aprile 2008, 05:37, di viviana
Caro Michele
a parte che io ho votato sinistra arcobaleno e non Veltroni, e che quando faccio le cirtiche le faccio ad ambedue, ma quando dico sinistra intendo Bertinotti, Pecoraro e Diliberto, ma non mi pare che Veltroni sia il 3° uomo più ricco d’Italia e il 51° del mondo, con 11 miliardi di dollari, il possesso di 3 televisioni e il controllo di altre 4, più la proprietà di vari giornali e di una assicurazione, una società multimediale e una squadra di calcio, e non parliamo del patrimonio immobiliare e delle 9 case editrici . Non mi pare che Veltroni sia arrivato al potere riciclando soldi del narcotraffico e facendo patti infami con la mafia e la criminalità organizzata. Non mi pare che Veltroni abbia l’appoggio della mafia. Non mi pare che stia realizzando il piano massonico di Licio Gelli e abbia uomini affiliati al clan massonico in tutti i punti vitali dell’economia italiana e anche dell’esercito. Non mi pare che Veltroni inneggi a pluri-assassini mafiosi, né che sia implicato nella strage di Capaci, né che abbia come consigliere un mafioso condannato a 9 anni di carcere, né credo avrebbe mai portato in Parlamento i suoi avvocati personali, le sue amanti e persino la sua manicure. Non mi pare che Veltroni sia uno degli uomini più ricchi del mondo. E non credo che cambierebbe le leggi solo per scansare i propri processi o arricchire i propri capitali. E nemmeno mi pare che abbia una cultura e soprattutto una cultura politica della bassezza di quella di Berlusconi.
Dunque fare paragoni tra i due mi pare indegno della tua intelligenza, perché anche una vecchietta un po’ rimbambita si guarderebbe bene dal dire che i due personaggi sono uguali. Non credo nemmeno che Veltroni idolerebbe un personaggio bieco come Putin, né che ci farebbe fare le figuracce in Europa e nel mondo che ci ha fatto fare il Cavaliere e nemmeno che prenderebbe come alleati fascisti estremi o grossolani e incolti come i leghisti.
Non credo poi che la condotta privata e sessuale di Veltroni possa mai raggiungere l’impresentabilità di quella di Berlusconi, né che sarebbe l’assenteista cronico del Parlamento, che dedica al suo lifting più tempo che alle sedute di Governo.
In quanto alla teoria del meno peggio, purtroppo, in Italia, è l’unica che si sia mai vista in 60 anni di repubblica, per cui quelli con la puzza al naso o espatriano, o fanno gli anarchici o si dedicano al giardinaggio. Mi dispiace per te, ma se le cose stanno così sarà meglio che te ne fai una ragione. Non solo la perfezione in politica non esiste a livello mondo e possiamo solo scegliere il meno meno peggio, ma in Italia, se è possibile, esiste anche meno
viviana
4. Le cose non dette , 21 aprile 2008, 09:22
Cara Viviana,sono anch’io uno di quelli che ha votato PD scegliendo tra quelli che non mi piacevano e quelli che mi fanno sinceramente paura perché sono convinto che riportino il regime fascista in Italia. Certo, lo chiamano con un altro nome, ma sempre fascismo resta.
Noi di sinistra siamo diventati tutti extraparlamentari e in questo dobbiamo registrare una sconfitta storica, ma potrebbe essere anche una occasione altrettanto storica per ricominciare, occasione che sentendo quanto dicono politici che hanno guidato fino ad ora la sinistra, rischiamo di perdere. La sinistra è divisa in mille rivoli che non sanno mettersi insieme per formare il fiume che dovrebbe essere. Questo, a mio avviso, è dovuto a personalismi che si devono superare.
Nel 1921 al congresso di Livorno la sinistra si è divisa tra chi voleva la rivoluzione armata su modello sovietico e chi invece pensava ad un riformismo che rispettasse le regole della democrazia. Oggi mi sembra che la rivoluzione armata sia un’utopia superata dai tempi oltre che dalla storia che ha visto fallire ogni tipo di Comunismo reale come sistema di governo. Cosa impedisce oggi alla sinistra di unirsi intorno ai principi fondamentali del Socialismo? Solo i personalismi di tanti dirigenti grandi e piccoli dei partiti di sinistra e ora come allora la destra ne approfitta e richiamo un nuovo ventennio.
La soluzione della crisi attuale dovrebbe partire dal basso, dovrebbe riprendere come bandiera i principi basilari del socialismo e riunire tutti per la difesa della libertà, della giustizia sociale, dei diritti inalienabili dell’ individuo e per la solidarietà tra gli individui e tra i popoli. Questo non si ottiene con la rivoluzione armata, ne con le piccole o grandi manie di protagonismo di quelli che vorrebbero essere i leaders delle tante sigle dei partitini di sinistra attuali, ma lavorando per riportare questi valori tra la gente facendoli conoscere, facendo capire alle persone che il liberismo sfrenato che oggi vorrebbero venderci per libertà è la peggiore schiavitù possibile in quanto è la schiavitù di chi vuol essere schiavo nella speranza vana di ricavarne un vantaggio personale. Il futuro, cara Viviana, io lo vedo in un partito unico della sinistra che escluda il termine Comunista dal suo vocabolario in quanto il comunismo ha fallito il suo scopo, ma che sia solo Socialismo, senza aggiunte o attributi. I principi del socialismo sono universali ed in essi si possono riconoscere tutti, compresi i cattolici ai quali in Italia si da tanta importanza. Ma questi principi politici, sociali ed etici vengono visti come il fumo negli occhi da tutti quelli che vogliono strumentalizzare le masse all’unico scopo di trarne potere e profitto personale. Proprio dall’ ambiente della scuola e dei movimenti si può partire per promuovere questa coscienza sociale e politica facendo della buona informazione e rendendo le persone consapevoli di come un ristretto numero di persone che detiene il potere sia politico, ma soprattutto economico sta facendo di tutto per condizionarle e portarle ad agire contro il proprio interesse.
Per un futuro migliore si deve puntare sui giovani scuotendoli da questo torpore qualunquistico al quale sono stati condizionali da chi controlla l’informazione e soprattutto la televisione, per svegliarli da questo edonismo che mette al primo posto l’egoismo narcisistico al quale si vorrebbe che tutti si adeguassero. I modelli da seguire non sono le veline o i tronisti , ma le persone comuni che oltre a lavorare onestamente per il proprio sostentamento trovano la spinta necessaria per perseguire la giustizia sociale e la solidarietà.
Forza giovani, una volta si cantava “ fischia il vento e urla la bufera, scarpe rotte eppur bisogna andar”;non è più il mio tempo, ma il vostro.
Fabio