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Le denunce di Michele Fabiani e la vendetta del potere
Publie le venerdì 22 febbraio 2008 par Open-Publishing1 commento
Michele è detenuto da 4 mesi con assurde accuse di terrorismo: è evidente che si tratta di una vendetta per le numerose denunce da lui portate avanti.
Michele Fabiani, sequestrato dai Ros di Ganzer a Spoleto il 23 ottobre 2007 e tuttora detenuto nel supercarcere di Sulmona, ha formulato negli ultimi anni precise e documentate denunce, soprattutto in materia di corruzione alla Camera dei deputati e di tortura tecnologica.
Sono queste le reali ragioni della sua detenzione e basta leggere questo breve scritto (scelto tra tanti) pubblicato quasi due anni fa su Anarchaos e Indymedia italia, per rendersi conto del panico che aveva colpito i palazzi del potere.
Riguardo all’intervista a Maurizio Bassetti ritengo opportuno, alla luce dell’interesse che ha suscitato e ad alcuni recenti eventi, fare delle prercisazioni.
Quando è stata fatta l’intervista non era stato ancora eletto Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Questo illustre personaggio della sinistra italiana è coinvolto nello scandalo dei palazzi fatiscenti acquistati da Montecitorio a prezzi elevatissimi, di cui Bassetti ha parlato nell’intervista.
In un recente contatto telefonico che ho avuto con Maurizio, dopo essersi complimentato, ha ritenuto opportuno aggiungere alcune cose:
Napolitano all’epoca era Presidente della Camera dei deputati, con lui c’è stato un “approccio informale, con l’intenzione di far scoprire a lui lo scandalo”. Infatti Napolitano in qualità di Presidente della Camera avrebbe, secondo Bassetti, potuto approfittare del suo nuovo ruolo “rendendo pubblico quanto accadeva e presentandolo come un’eredità della precedente gestione da cui voleva smarcarsi. Non ne avrebbe pagato di persona, ma avrebbe appunto potuto affermare che questo era ciò che stava accadendo e che lui aveva semplicemente trovato questa situazione”.
Al contrario “dalla reazione avuta da Napolitano si è capito che erano immischiati pure loro: ci ha trattato come provocatori, ha affermato che se fosse emerso lo scandalo il PDS avrebbe potuto perdere un milione di voti!”
Bassetti fa anche altri nomi, come quello di Donato Marra, allora Segretario generale della Camera, il quale “anche se non guadagnava probabilmente nulla dagli affari illeciti, nel suo ruolo non poteva non vedere quello che accadeva”. Donato Marra è ancora oggi molto vicino al Prersidente Napolitano, essendo in questo momento suo stretto collaboratore al Quirinale.
( tratto da http://italy.indymedia.org/news/2006/06/1095935.php )
Per queste denunce, portate avanti tenacemente e a viso aperto, Michele aveva ricevuto diverse minacce anonime ed aveva subito una vera e propria persecuzione da parte dei CC di Spoleto.
Oggi è sequestrato, da ormai 4 mesi, in un lager di stato con assurde accuse di terrorismo: il potere realizza così la sua vendetta!
Messaggi
1. Basta con la linea filoistituzionale!, 24 febbraio 2008, 15:41
Bene ha fatto Antonella a ricordare le vere ragioni dell’arresto e della prolungata carcerazione di Michele.
Ma questo i compagni lo sanno perfettamente: si tratta di un processo politico e la risposta deve essere politica.
Lo sanno bene anche i giudici che perseguitano Michele con false accuse e atteggiamenti inquisitori.
L’unico che sembra non saperlo è il "Comitato 23 ottobre", che pure opera certamente in buona fede.
Questo Comitato, infatti, si è mosso fin dall’inizio in una logica tutta interna alle istituzioni, cercando in ogni modo di edulcorare o, peggio, nascondere le idee e le battaglie politiche di Michele e degli altri compagni spoletini che, non a caso, vengono sempre definiti come "ragazzi" ingenui che, al massimo, hanno fatto appunto qualche ragazzata...
Forse, in questo modo, si cerca di impietosire e indurre a "clemenza" il potere, ma abbiamo visto che si tratta di una linea chiaramente perdente.
Altrettanto perdente è il tentativo di discriminare i veri compagni di Michele (per intenderci: gli anarchici, i comunisti rivoluzionari, i tanti compagni di movimento) cercando di escluderli dalla solidarietà militante e dalla lotta per la sua liberazione.
Non penso che Michele sia contento di questa situazione!
Michele è un carissimo compagno, FIERO DI ESSERE UN MILITANTE ANARCHICO E NOI CON LUI!
Carlo