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Le donne che sono contro le donne

Publie le lunedì 9 marzo 2009 par Open-Publishing

Molte cose mi feriscono ma nulla come vedere delle donne che appoggiano quel piano regressivo e repressivo del mondo femminile che è caposaldo della dx clericale e di governo, in quella oggettivazione del corpo, mercificazione del sesso e servitù della mente che relega la donna ai margini della sfera dei diritti e della civiltà.

Quelle donne che sono contro le donne escono da un universo femminile che dovrebbe restare unito per difendersi dai soprusi del maschilismo di una cultura cieca e feroce che ti uccide dentro e fuori per passare dalla parte del maschio padrone.

Quelle non-donne hanno rinnegato il loro genere e i milioni di consorelle che vengono ogni giorno violentate, aggredite, private dei loro diritti, menomate nelle loro libertà, relegate e offese.

Sono quelle che stanno nel movimento per la vita, che rifiutano i consultori e la contraccezione, che hanno insultato il padre di Eluana, che negano la ricerca delle staminali o vorrebbero l’abolizione del divorzio, che vorrebbero chiudere i consultori, che condannano al parto bambine di 9 anni violentate da quando ne avevano 6, che non hanno voluto mettere sotto accusa una Chiesa pedofila, che predicano la parità ma la cercano solo nell’aggravio di pesi per la donna, che non si sono mai battute per il diritto agli asili o al lavoro o all’assistenza ai famigliari disabili o alla paritò di remunerazione del lavoro o di carriera, sono quelle che non hanno mai contrastato la distruzione progressiva della scuola, che hanno ignorato le lentezze delle adozioni, la costrizione alle assistenze sanitarie all’estero, il permissivismo di poliziotti o giudici davanti alla violenza maschile, gli arresti domiciliari dati agli stupratori in famiglia.

Sono quelle che votano per partiti che hanno coscientemente abbassato a merce sessuale l’immagine mediatica femminile, quelle che applaudono leader che ci considerano un oggetto di piacere da premiare con cariche pubbliche o lavori in tv, o una forza lavoro senza diritti da licenziare per prima o da tenere a un gradino inferiore, quelle che hanno scelto la volgarità dello stile e la vacuità della sostanza per una regressione etica del sociale, quelle che contrabbandano come etica ciò che è solo mercato e primazia di potere, appartenenza faziosa e non rispetto umano, falsificazione dei concetti e non dignità di vita.

Quelle non-donne sono la nostra piaga e la nostra vergogna, prostitute mentali per interesse o desiderio di appartenenza o faziosità a chi ci è maggiormente nemico.

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