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Le fate ignoranti

Publie le sabato 11 febbraio 2006 par Open-Publishing

Donne e uomini, donne che non si sentono femmine, uomini che non si
sentono maschi, donne che si sentono maschi e uomini che si sentono
femmine, donne che a volta si innamorano di donne a volte di uomini,
uomini che a volte si innamorano di donne a volte di uomini, donne e
uomini che vivono da soli, donne e uomini che vivono con altri, donne e
uomini senza famiglia ma con tanti affetti ed amori che mutano, donne che
decidono di essere madri e donne che pensano che non è ancora il tempo di
esserlo, o che non è nel loro desiderio e che forse non lo sarà mai,
oppure no. E poi ancora: mutanti, androgini, cherubini, voci bianche,
indecisi/e, confusi/e, possibilisti/e, spavaldi/e nel provarci,
silenziosi/e nel ritirarsi, disinibiti/e per vocazione o per compito,
inibiti per delusione o per pigrizia, autoreclusi e frequentatori/e di
pubbliche toilette, libidinosi/e e scopatori/trici in letargo,
sentimentali, cinici, e ancora altri.

Intorno a questa umanità, nello spazio di vita e nel corpo dei diritti di
questa umanità, è sempre più forte la pressione normativa degli
integralismi religiosi più distruttivi, quelli delle tre religioni
monoteiste. La guerra di civiltà si fa subito tregua intorno al dogma
della difesa del sentimento religioso, dell’intangibilità delle gerarchie
ecclesiastiche, delle loro pratiche di definizione e condizionamento del
diritto al sapere, alla salute, alla cultura, alla gioia, alla vita.

Il nemico è l’autodeterminazione, lo spazio delle libertà delle persone, la
possibilità di vivere in armonia con i propri pensieri e desideri insieme
agli altri. Un processo di colonizzazione del quotidiano che in occidente,
come nel suo immediato confine orientale, ha riportato la storia ad un suo
tempo passato. Fioriscono le scuole del corano e dei vangeli, c’è chi
incendia ambasciate per l’irriverenza della satira, e chi incendia le
coscienze intorno alle matrici cristiane della nascente costituzione del
vecchio mondo, chi nasconde ossessioni con un velo e chi agita cimiteri di
feti (in provetta e non): e tutti negano il corpo, in nome della vita.
E’ il vecchio ordine patriarcale dei tre monoteismi che ha ripreso a
governare attraverso gli stati e, laddove non ci riesce, ne condiziona le
legislazioni e la vita pubblica.

La guerra di civiltà che hanno scatenato
si ricompone oltre le cortine di ferro nelle pratiche di governo,
controllo, coazione e disciplinamento dei corpi, primo tra tutti, ma non
solo, quello delle donne. L’attacco alle libertà nelle esperienze della
maternità, della sessualità, dell’affettività e della convivenza conquista
sempre nuove normazioni e legislazioni; le schiere dei crociati si
infittiscono, indifferenti degli antichi schieramenti che hanno segnato la
storia delle democrazie novecentesche. Cattolici del centro destra,
cattolici del centro sinistra, ex comunisti convertiti, fascisti omofobi,
comunisti misogini, laici in ritirata e agnostici indifferenti si
accomodano nei salotti mediatici con rabbini, imam e preti,
stucchevolmente composti al funerale del principio della separazione tra
fede e potere pubblico, e uniti nel proclama della “difesa della
famiglia”, ovvero la riduzione della libertà di scelta delle donne al
ruolo riproduttivo e la delegittimazione, al contempo, delle diverse forme
di relazione e d’amore esistenti.

Patria, religione, famiglia, legge e ordine. L’attuale rissosa e
soporifera campagna elettorale si gioca molto, troppo su questi temi. Del
resto è naturale la corsa regressiva alla tradizione in un’epoca tanto
pervasa dalla paura, dall’insicurezza, dalla precarietà, dalla guerra,
dalla perdita di speranza nel futuro. Ma torniamo ai dati di fatto: nel
2004 per la prima volta nel nostro paese il numero degli omicidi commessi
in ambito familiare ha superato le uccisioni commesse da mafia e camorra.
Inoltre è noto da tempo che la maggioranza degli stupri e degli atti di
violenza sessuale avvenga in ambito familiare. La famiglia si è rivelata
una forma associativa socialmente più pericolosa del crimine
organizzato...Ecco, potremmo proporre che nei primi cento giorni del
prossimo governo di centrosinistra si facesse promotore di un’iniziativa
di legge che sancisca la messa al bando di questa astorica, premoderna,
tardofordista, insidiosa forma di organizzazione della riproduzione
umana....

Soltanto una pratica e una teoria della differenza e dell’eresia può
sottrarci dall’oscurantismo che sta immiserendo la nostra vita pubblica,
un’eresia che sciolga le fissazioni identitarie in un liberatorio,
disorientante e immaginifico Caos, dove la differenza diventi realmente
pratica di relazione, dove il diritto delle donne di scegliere il momento
e il modo della maternità non sia cosa diversa dai diritti dei gay, delle
lesbiche, dei trans, dei/delle virtuosi/e e dei/delle viziosi/e di vivere
come cazzo vogliono, dove la lotta di chi ha bisogno di essere assistito
nel procreare sia accanto al desiderio di chi vive con altri che non sono
la sua famiglia di avere gli stessi diritti della famiglia.

Per queste ragioni crediamo che questa lotta di liberazione non debba
fissare primati o gerarchie di rilevanza tra le questioni. Non
comprendiamo le ragioni che hanno portato alla convocazione, nella stessa
giornata dell’11 febbraio, di due manifestazioni nazionali a Napoli e Roma
intorno ad un’unica battaglia. Noi crediamo che queste due piazze vadano
riempite con eguale determinazione, gioia e convinzione. Per questo saremo
in entrambe le manifestazioni perché crediamo che quelle forze del
centrosinistra che si presentano alternative all’oscurantismo e
all’autoritarismo delle destre debbano dire una parola chiara su ciò che
faranno della legge 194, dei pacs, dei diritti di gay, lesbiche e trans,
così come sarebbe bene che dicessero parole non opache su ciò che
intendono fare della legge Biagi e della riforma Moratti, dell’amnistia e
della liberalizzazione delle droghe, della riduzione della spesa sociale e
dei diritti alla cura ed alla confusione, dei CPT e dell’intera
Bossi-Fini, della previdenza pubblica e della liberazione dal lavoro, del
ritiro delle truppe italiane dagli scenari di guerra, della tutela
dell’ambiente e del destino della Foca Monaca.

Per quanto ci riguarda, noi continueremo ad opporci a chiunque faccia del
corpo delle donne una merce di scambio politico, e a lottare per il
diritto all’autodeterminazione delle persone, per il riconoscimento dei
PACS, per la legittimazione di ogni forma di relazione e d’amore libera e
consapevole.

Laboratorio Occupato Insurgencia - Napoli
C.S.A Depistaggio - Benevento
Orientale Agitata ­ Univ. “L’Orientale”
Rete Studenti in Movimento