Home > Le manfrine italiane
Tra qualche giorno lo scalpore sorto dal libro "La casta" e dall’arringa di Montezemolo a Confindustria si placherà e riprenderà l’andazzo di prima. Questo è il dramma italiano: abbiamo brevi tempesta di lago, mai uno tzunami.
Dice Berlusconi: "Sono io il Sarcozy italiano"
E, sui generali della Guardia di Finanza, che Visco avrebbe ostacolato perché non indagassero su Unipol, aggiunge: “Io non lo avei mai fatto!" E infatti lui li avrebbe assunti.
“Perché-dice Stella- non va a vedere il modo clientelare con qui la Cdl amministra parte del paese! Ma meglio non va quel csx che da un anno va dicendo che sta facendo tagli agli sprechi di Stato o riducendo le tasse. Peccato che non ce ne siamo accorti!”
“È vero che ci sono anche amministratori locali che prendono solo bassi gettoni di presenza, ma, se si riempie lo Stato di somari, esperti di niente, sarà giocoforza spendere somme enormi in consulenti per la più piccola cosa”.
Si era anche detto, da ambo le parti, che il sistema bipolare avrebbe semplificato le cose, invece proprio il finanziamenti perverso dei partiti ha prodotto la loro moltiplicazione ed è per di più un finanziamento che i cittadini hanno respinto al 90%!
Le elezioni hanno mostrato un paese in bilico (ma non va diversamente in democrazie come la Francia o l’Inghilterra, la Germania o gli Stati uniti). E tutto quello che Calderoli ha voluto proporre è stata la subdola riforma elettorale imposta da Berlusconi che, senza premio al Senato, avrebbe ovviamente prodotto un Governo vacillante e in continua crisi di governabilità! Una riforma che è un vero sabotaggio allo Stato! E contro questa precarietà ambedue le coalizioni non hanno di meglio da proporre che una Presidenza forte che finirebbe per ammazzare la ormai debolissima democrazia! E i DS non hanno di meglio da fare che autodistruggersi sciogliendosi in un centro amorfo e succube al Vaticano che non può che rinnegare tutte le conquiste civili fatte finora.
Ormai il fastidio che sale dal paese verso la partitocrazia è come il tanfo dei rifiuti a Napoli.
Se ci fosse il minimo riscontro tra le proteste che salgono dal paese e chi comanda, si farebbe una Costituente bipartisan per rimettere questo disgraziato Stato su regole di equità e democrazia, ma, perdurando questi politici e con due schieramenti guidati da rampanti del potere, rischiamo di cadere dalla padella nella brace, da una casta già oggi insopportabilmente odiosa a una corte con un duce unico a pieni poteri. Di fronte al quale né una Magistratura libera né una stampa libera possono costituire un freno, non essendoci ormai in Italia né l’una né l’altra. Ma Berlusconi e D’Alema vogliono proprio questo.
Tabacci ricorda che prima del bipolarismo una decina di partiti era giudicata eccessiva, ora ne abbiamo 44 e ognuno ha la sua corte e i suoi clientes in moltiplicazione per cui si devono creare cariche, enti, consigli, carrozzoni… strutture utili solo ad aumentare la distribuzione di denaro pubblico.
“Le famiglie politiche- dice Tabacci- possono essere 4 o 5, non certo 40, e la moltiplicazione si deve solo alla possibilità di incassare più fondi statali”. “Mi auguro un sistema elettorale col 5% di sbarramento, simile a quello tedesco, senza alcuna deriva presidenziale (come invece vogliono D’Alema e Fassino d’accordo con Berlusconi), visto che l’Italia non ha contrappesi a un potere unico, come avviene in altri paesi, e da noi il rischio è di avere altri balconi a Piazza Venezia!”
E anche Stella: “Un accordo è indispensabile, un’autoriforma, una stretta sui costi della politica (che sono impresentabili in Europa), ma questo non puo’ essere fatto da una sola coalizione. Noi diciamo di più: questa riforma dello Stato non sarà mai fatta dagli attuali partiti perchè essi sono i fruitori primi delle perversioni del sistema e non ci pensano per niente a rinunciarvi. Di fronte alla denuncia de ‘La casta! e di fronte alle accuse parallele di Montezemolo, i colpevoli aspettano a testa prona, lanciando qualche accusa velenosa, che passi l’onda per continuare la manfrina di prima.
È da un anno che i cittadini chiedono al Governo di eliminare enti inutili come le comunità montane o le province, ma il Governo fa orecchie da mercante. Ora, anzi, al posto degli enti inutili, vediamo la moltiplicazione delle ex municipalizzate passate in s.p.a. che hanno figliato consigli di amministrazione come conigli.
Il malcostume dilaga proprio grazie a leggi e regolamenti che concedono inaudite dispersioni di denaro pubblico. Stella ricorda che a Reggio Calabria (180.000 abitanti) si sono presentate 4.000 persone per accedere ai 15 consigli circoscrizionali, e ci sono stati 1359 concorrenti per entrare in Consiglio comunale. A Reggio Calabria: 170 comitati politici, ognuno con una sede, affiliati, mezzi…Saranno gli elettori stessi a questo punto a volere lo spreco di denaro e la moltiplicazione degli incarichi. Il cerchio si chiude.
A Palermo dove abbiamo visto la nobilissima manifestazione di 15.000 studenti contro la mafia e per ricordare Falcone e Borsellino, ma dove la Cdl ha vinto di nuovo, anche se tutti sanno i suoi rapporti con la mafia (basti vedere i 9 anni di condanna a dell’Utri per collusione mafiosa), il potere è conteso da gruppi di famiglie (cosche). Ma qui nel periodo elettorale il csx non si è nemmeno fatto vedere, mentre Berlusconi ha spopolato.
Tabacci dice:”Quel che impressiona di più è il vuoto di questa politica, di questi partiti che sono pure aggregazioni di interessi. Partiti da condominio. Una ragione condominiale è sufficiente a lanciare una lista. Questa è la dissoluzione della politica!” (ma non viene da quella UDC collusa con la mafia?)
I partiti possono permettersi di moltiplicarsi perchè ci guadagnano, hanno creato un sistema atto a ciò, e oggi basta ormai chiedere un referendum o aprire un comitato perchéi denari pubblici arrivino a pioggia. Le vacche magre ci sono solo per gli onesti, mai per i furbi.
Il sistema bancario e il sistema partitico fanno industria per se stessi, sono gli unici (ma ci possiamo aggiungere anche il sistema clericale) che incassano senza produrre, anzi meno producono più incassano. Che i tre sistemi si sostengano vicendevolmente non crea meraviglia, visto che la pregiudiziale è la stessa: parassitismo.
Dopo il Terziario e vista la vetustà degli operatori potremmo chiamarli Quaternario.
I grandi partiti collettori di valori, portatori di idealità sociali, fautori di pedagogia civile non ci sono più. Al loro posto abbiamo comitati di interessi. Ma non si può rimettere in moto la buona politica inseguendo solo ristretti interessi. Siamo arrivati al punto che come si muove foglia, compare qualcuno che le dà ragione, si è arrivati a fraternizzare con lo sciopero di 6 dipendenti Alitalia che hanno bloccato 400 voli! Ma basta pensare a Calderoli che corse in Valsusa contro la TAV sempre in Parlamento votava a favore o a Berlusconi arrivato di volata in Piazza San Giovanni quando in 5 anni non aveva fatto una cosa, una, per la famiglia!
E più la politica si fa particolare in mano a questo ometti, più la grande politica generale scompare.
Se Montezemolo vuole davvero fare politica, deve fare un passo avanti anche rispetto agli industriali. In Confindustria ci sono molti campioni degli ex monopoli pubblici. Vista la sua provenienza FIAT, non ci pare che la FIAT abbia realmente inseguito un mercato liberale o il benessere del paese, ci è parso piuttosto che essa se ne sia difesa e oggi ancora di più quando gli imprenditori investono piuttosto nella Borsa che nello sviluppo, al punto che le banche sono diventate il primo mezzo speculativo e la prima industria del paese, e Padoa Schioppa si riduce a dare anche a loro il cuneo fiscale, come lo dà alle assicurazione che, contro ogni legge di mercato, costituiscono in Italia in cartello esoso e oppressivo.
Le grandi imprese cercano più che possono di andare contro quel libero mercato che favorirebbe invece le piccole e medie imprese, ma la parola l’ordine degli pseudo economisti italiani è che gigante è bello.
Avviene così, come dice Stella, che il 52% delle imprese italiane sia in rosso, mentre le grandi imprese o delocalizzano all’estero o sono sotto inchiesta per reati finanziari o sono in estinzione. Il Governo non riesce a fare sul serio nessuna battaglia di civiltà, basta vedere l’entità perdurante del lavoro nero, contro cui i ridicoli spot di Berlusconi non hanno fatto nulla e contro cui l’operato di Prodi non sta facendo nulla. Ed è chiaro che una azienda che non usi lavoro nero è solo per questo già fuori concorrenza con una che lo usi abbondantemente senza punizione.
Insomma: un paese da rifare dove non riconosciamo Catoni e dove ci sono troppi Catilina.