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Le nuove forme di tortura praticate in Italia
Publie le lunedì 26 novembre 2007 par Open-Publishing1 commento
L’Italia è il “bel paese”, dove c’è il sole, il mare, la musica, il papa, la sacralità della famiglia , l’amore per i bambini, per la buona cucina, per l’allegria , la solidarietà, la tolleranza... Come mai allora qualcuno parla di tortura, uno dei fenomeni più ripugnanti in materia di violazione dei diritti umani. Perché la tortura c’è anche qui , nel paese dello stragismo impunito, del terrorismo politico che ogni tanto riemerge, dei burattinai, dei fatti di sangue e di violenza nelle famiglie per bene, della violenza sulle donne, della illegalità diffusa , del più alto numero di condannati o incriminati che siedono in parlamento, delle numerose regioni tenute in ostaggio da organizzazioni mafiose, del più alto numero di evasori fiscali in Europa e nel mondo.ecc. ecc.
In tale contesto non proprio idilliaco la tortura è quasi sempre nascosta od assume all’esterno mille altre forme, ma è innegabile che ci sia.
Vorrei soffermarmi sulle nuove forme di tortura che finora sono state completamente ignorate dai media benché coinvolgano un numero crescente di persone e costituiscano comunque un fenomeno sociale da analizzare. Fenomeno che non è stato preso in considerazione ( o perlomeno ciò non appare) neanche dalle più importanti associazioni in difesa dei diritti umani,. Posso dire che solamente uno dei medici dell’associazione “medici contro la tortura”ha mostrato un certo interesse al problema, esprimendo solidarietà alle vittime e promettendo di approfondire la situazione. Però nessuna posizione ufficiale è stata presa.
SI TRATTA DELLA COSIDETTA TORTURA TECNOLOGICA
“Tortura tecnologica” è un termine generale che indica diverse forme di violenza, eseguite con metodi e tecnologie avveniristici, le cui finalità sarebbero quelle di controllo o di disturbo sia fisiologico che mentale delle vittime.
E sono proprio le vittime, alcune delle quali riunite in una associazione ( A Vae-m –Associazione Vittime delle Armi elettroniche e mentali, costituita nel settembre del 2005) a denunciare all’opinione pubblica le varie modalità con cui tale tortura viene esercitata.
Secondo tali denuncie vi sarebbero due principali forme di tortura tecnologica: il controllo mentale, e la tortura ambientale a distanza.
Il controllo mentale verrebbe attuato ( e vi sono numerose testimonianze ed anche esami clinici e radiologici al riguardo) attraverso l’intrusione nella scatola cranica, ma anche in altre parti del corpo, di minuscoli strumenti ad alta tecnologia, siano essi microelettrodi o microchip, che riescono ad interferire le radiazioni emesse dal cervello. La cosa rasenta la fantascienza. Sta di fatto che, come le vittime raccontano, dopo alcuni anni da questa microintroduzione, può avvenire che lo studio operato dagli autori delle torture sui vari tracciati, permetta l’interazione tra il cervello e gli strumenti innestati, il che comporterebbe sia il controllo del pensiero, sia la trasmissione di segnali audio-video o di stimoli di ogni natura al e dal cervello della vittima. La vittima verrebbe cioè trasformata in un terminale operativo a tutti gli effetti.
Tutte le vittime di questa modalità di tortura conducono vita ed esistenza apparentemente normale, non necessariamente trattate con terapie psichiatriche. 4 su 45 casi censiti sono persone che conducono una esistenza normale tra virgolette, ma sotto terapie prescritte da psichiatri.
Il caso più noto è quello di Paolo Dorigo, ingiustamente incarcerato per 12 anni e recentemente liberato grazie ad una sentenza della Corte Europea.. Vi è il caso di una signora italo-argentina,che ora vive a Roma, torturata a suo tempo nel suo paese per motivi politici, che sembra continui a ricevere, anche se in forme attenuate lo stesso trattamento in Italia.
Quanto alla “tortura ambientale a distanza, si tratta della trasmissione di stimoli, dolori e sensazioni a distanza con strumenti generalmente molto più semplici rispetto a quelli usati per il controllo mentale. Si tratta di armi laser, a onde radio e microonde o di ultrasuoni, del tipo di quelle usate dai medici per sciogliere i calcoli, nelle metropoli per scacciare gli stormi di uccelli, armi reperibili anche attraverso alcuni siti americani. Le vittime di tali abusi denunciano di sentire forti fitte o intense trasmissioni di calore che disturbano la loro giornata, impediscono il sonno ed una vita “normale”.
Il caso più noto di tale tipo di tortura è quello di Maurizio Bassetti, ex Economo della Camera dei deputati.
Sotto questo profilo una buona dose di incredulità potrebbe essere giustificata. Ci si chiede infatti da dove arrivino questi raggi, che possono avere una lunghezza anche significativa. Ci si chiede il perché. Ed ovviamente le persone colpite fanno fatica a convincere gli investigatori. Recentemente pare sia stata avviata una inchiesta al riguardo in una città del Nord, ma in genere un interrogatorio del denunciante, senza un serio controllo ambientale territoriale sulla persona oggetto di attacchi, non può avere il significato di una vera indagine.
Secondo l’associazione sarebbero stati analizzati 45 casi di vittime in Italia di queste torture. Si ha la certezza che molti altri non denuncino per pudore i trattamenti subiti. La riservatezza è necessaria a queste persone per mantenere all’apparenza una vita lavorativa e familiare normale, che sarebbe del tutto compromessa una volta denunciato il trattamento subito, con forme di scherno, mobbing, distanza, allontanamento di colleghi e di persone care, se non addirittura il licenziamento e l’internamento.
Le conseguenze di tali trattamenti non sono pienamente conosciute. Non esiste infatti in Italia un pubblico registro di decessi, un monitoraggio delle cause di morte per ogni singolo caso, né i giornali locali riportano spesso gli estremi anagrafici dei deceduti per suicidio ( migliaia ogni anno), né esiste un monitoraggio di quelle migliaia di persone che muoiono per errori medici.
Fantascienza
So benissimo che da alcuni si tende a catalogare questi fenomeni come fantascienza.
E’ possibile, ma vorrei fare in proposito tre osservazioni:
1) le vittime non sono dei visionari. Non vedono dischi volanti né morti viventi.nè poliziotti fiammeggianti,
2) gli strumenti e le tecnologie di cui si parla esistono e vengono usati normalmente a fini diversi.
Dieci anni fa molti fenomeni apparivano fantascientifici( si pensi allo sviluppo delle robotistica od alle clonazioni di esseri viventi) che oggi sono riconosciute reali. E molti lanciano strali contro le nuove scoperte tecnologiche perché potrebbero essere usate in danno dell’uomo.
Si deve sottolineare come nel programma dell’Associazione suddetta, si chieda tra l’altro di approvare leggi e strumenti di controllo per tutti coloro che subiscono questi trattamenti, un intervento da parte della Corte dell’Aja, il risarcimento delle vittime, l’espulsione dall’Albo dei professionisti e/o radiologi coinvolti negli innesti, nonché i processi per i responsabili ed il divieto dell’uso di queste vere e proprie armi da guerra non letali, denunciando le carenze in materia da parte del disegno di legge in corso di approvazione in Parlamento. Richieste non certamente esagerate o fuori dalla realtà.
La repressione
Ciò che dovrebbe allarmare ulteriormente, al di là degli interrogativi che possono sorgere sull’attendibilità di questi fenomeni, è però la certezza che, da quando le presunte vittime di tale tipo di tortura si sono unite in associazione, dandosi un minimo di organizzazione politica per difendere la propria causa,alcune di loro hanno subito forme di repressione totalmente ingiustificate, e fuori da ogni indagine giudiziaria ordinaria e legittima.
26 OTTOBRE 2006. Come apparso su Indymedia Italy, viene messa in atto una pesante provocazione della Digos nei confronti dell’iscritto all’AVae-m Maurizio Bassetti, ex Economo di Montecitorio, che da anni denuncia pubblicamente la persecuzione cui è sottoposto, con attentati e vere e proprie forme di tortura elettronica. Bassetti, insieme a Michele Fabiani (quest’ultimo studioso ma non vittima di armi elettroniche) aveva denunciato diversi casi di mala amministrazione nella gestione interna della Camera dei deputati, anche con molti articoli e interviste apparse su Indymedia e firmati con nome e cognome. Recentemente i fatti denunciati da Bassetti hanno formato oggetto di un libro intitolato “I segreti di Montecitorio”in cui si narrano le malversazioni in atto negli uffici della Camera negli anni ’80 con la parziale connivenza anche del presidente di allora, ora Capo dello Stato
Ebbene, il Bassetti viene convocato dalla Digos di Roma ufficialmente come “persona informata dei fatti”per essere sottoposto ad una serie di domande stupide e irrilevanti - in un oscuro procedimento penale- sull’uso dei telefoni a lui intestati da parte di altre persone indagate.
In realtà, dopo pochi minuti, la stanza in cui avveniva questo strano interrogatorio si riempie di altri funzionari della Digos, fino ad un totale di cinque. Questi, con modi formalmente cortesi e accattivanti cominciano a fare al Bassetti una serie di domande sulle sue denunce relative alla tortura elettronica in Italia ed alla presunta corruzione all’interno degli uffici della Camera dei deputati. Quanto alla tortura, un ispettore incomincia ad accusare di faziosità il libro “La tortura nel Bel Paese, il suo curatore sottoscritto Romano Nobile nonché il senatore Russo Spena, reo di aver scritto la prefazione allo stesso libro. Affermando quindi perentoriamente che in Italia la tortura non esiste. Insomma alla fine invitava bonariamente il Bassetti a starsene tranquillo ed a godersi la pensione.
E’ evidente, al di là dei modi cortesi , il tentativo di intimidazione ai danni di Bassetti che si cerca di coinvolgere in oscure vicende.
Sta di fatto che pochi giorni dopo tale intimidazione, si verificano due altri fatti abbastanza inquietanti.
Il sito di Indymedia –Italia viene praticamente azzerato. Michele Fabiani , che assieme al Bassetti aveva firmato alcune denunce apparse su Indymedia, viene coinvolto in un grave incidente automobilistico (scoppio di ambedue le gomme anteriori della propria auto) a seguito del quale viene ricoverato all’ospedale di Spoleto con gravi fratture e commozione celebrale.
Dopo vari mesi, uscito dall’Ospedale, il Fabiani riceve un’improvvisa visita dei Carabinieri a casa, con la scusa di dover effettuare una perquisizione su traffico di droga. Risultato pulito, viene ugualmente condotto in caserma, e qui minacciato per ore in ordine alla sua militanza anarchica, Viene alla fine invitato a stare più calmo, in caso contrario, nell’eventualità di nuovi incidenti, non sarebbero accorsi a salvarlo.
Da rilevare al riguardo che Michele Fabiani è autore di un dossier su controllo mentale e torture elettroniche, che da tempo viene distribuito in modo militante.
Senza alcun motivo valido a Roma viene inoltre improvvisamente sgomberato il centro sociale “Gatto Selvaggio” che recentemente aveva ospitato una presentazione-dibattito del libro in questione e si era fatto carico di diffondere il dossier di Michele Fabiani.
Sull’origine delle torture elettroniche ed anche delle persecuzioni, si possono fare diverse ipotesi.
1)Che il clima di sospetto diffuso dopo l’11 settembre abbia anche provocato la diffusione in Italia in ambienti dei servizi segreti che godono della più completa impunità e sui quali non viene esercitato dal Copaco alcun effettivo controllo, di metodi di intimidazione e di tortura sofisticata per colpire persone con precedenti penali o che siano ritenute per qualche motivo politicamente pericolose per la sicurezza.
Tra le vittime catalogate dall’associazione Avem, figurano però anche persone non politicizzate, per cui, come seconda ipotesi, si può ritenere che alcune armi non letali siano sperimentate anche in Italia su individui particolarmente deboli e indifesi.
Si tratta di ipotesi, che troverebbero gli spazi operativi nella incontrollabilità ed autoreferenzialità di alcuni settori dei servizi con licenza di commettere reati.
Da segnalare al riguardo che proprio ieri lo stesso Capo del Sismi, davanti al Copaco, la commissione di controllo sui servizi, ha dichiarato che il 50% degli agenti del Sismi sarebbero incapaci ed inaffidabili per la nostra sicurezza.
Il fatto che tutti i governi che si susseguono non hanno alcun interesse ad interferire in questa zona grigia (che evidentemente fa comodo a tutti)rende peraltro giustificato qualsiasi sospetto.
Senza qui abbracciare come oro colato alcuna delle due ipotesi , penso che data la rilevanza del fenomeno, sia doveroso da parte degli organi di stampa rompere il silenzio e approfondire i fatti anche se in senso critico. Penso anche che da parte di esponenti politici garantisti si debba pretendere che si faccia luce attraverso il Copaco od organi della magistratura.
Per finire, ciò su cui voglio insistere è che la violazione dei diritti umani , specie in un paese “democratico”(tra virgolette) non avviene quasi mai alla luce del sole, e che in un paese dove si sono susseguite negli anni stragi ed altre nefandezze di cui non si è venuti mai a capo e non si conoscono i colpevoli ,si ha ben il diritto di pretendere che alcuni sotterranei vengano bonificati. Lotta preventiva alla violazione dei diritti umani significa combattere l’opacità e far trionfare la trasparenza in ogni servizio dello Stato.
P.S.
Questo articolo è stato scritto anteriormente ai recenti gravissimi e clamorosi atti repressivi: nei confronti dell’AVae-m che -nel quadro della montatura di Potenza contro lo SLAI COBAS per il sindacato di classe- ha visto 5 suoi aderenti sottoposti a perquisizione il 16 ottobre scorso; nei confronti di MICHELE FABIANI che, insieme a 4 giovani compagni, è stato clamorosamente arrestato a Spoleto il 23 ottobre scorso ed è tuttora detenuto a Perugia.
Queste provocazioni, attuate in base alle solite norme fasciste contro i reati associativi, confermano ulteriormente quanto sostenuto sopra.
Messaggi
1. Le nuove forme di tortura praticate in Italia, 22 aprile 2009, 11:59, di FABIOLA MACORI
CIAO
CONFERMO QUANTO AVETE SCRITTO ANCH’IO STO SUBENDO TORTURE CON LE TECNICHE SOPRA ELENCATE MI SONO MESSA IN COMUNICAZIONE DA POCO CON L’ASSOCIAZIONE VITTIME ARMI ELETRONICHE MENTALI,AVEVO FATTO UNA DENUNCIA AL TRIBUNALE DI MILANO UFFICIALMENTE PER MOBBING MA I GIUDICI NON LEGGONO LE DENUNCE E GLI AVVOCATI TENDONO AL PATTEGGIAMENO.
RICONTATTATIMI SE POTETE ESSERMI UTILI O IO A VOI.
GRAZIE E SALUTI