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Le scuse non bastano: Gaza il massacro

Publie le martedì 13 giugno 2006 par Open-Publishing

Gaza 10.06.06

La notte passata l’esercito ha terminato l’operazione su Gaza, continuando a
sorvolare con gli F16 e ha ripreso il lancio delle sound bombs.

Dopo le scuse per il massacro, la punizione e’ diventata collettiva e cosi anche
questa notte Gaza non ha dormito...questa mattina la solita calma surreale;
sono stati indetti tre giorni di lutto; oggi scade l’ultimatum per il referendum;
..e Hamas ha rotto la tregua con Israele che durava da oltre un anno.
Cosa succedera’ ora, si puo’ anche immaginare, verranno lanciati missili in
israele, ci saranno attentati e se la gente fino a ieri era d’accordo con il
referendum per il riconoscimento di Israele da parte del governo, tornera’
indietro, cambiera’ idea ancora una volta..., Ma non solo, purtroppo dicendo no
al referendum si inasprira’ ulteriormente lo scontro interno, e ancora una volta
si rompera’ la fragile speranza di cambiamento che pervade ogni giorno questa
regione.

Non sara’ facile riprendere contatti e trattative, non sara’ facile rompere
l’embargo che ormai sta portando i palestinesi alla fame e alla rovina....chi puo’
decidere per questo futuro cosi’ disastrato?

Parlando con un po di gente questa mattina, il morale e’ veramente basso, e’
difficile ogni giorno ricominciare da capo, senza avere prospettive e sicurezze
da parte di nessuno.

La strage sul mare e’ incredibile, una famiglia intera e’ stata sterminata,
bambini compresi.....se fosse capitata ad altri ci sarebbe stata una condanna
unanime...in questo caso invece solo una scusa per l’incidente....tanto si sa,
l’unico diritto dei palestinesi e’ morire.

La famiglia Ghalia

Sono andata ai funerali della famiglia Ghalia, li conoscevo, ne conosco molti di
loro. Qualcuno di loro lavora con noi nel progetto di gestione e riciclo dei rifiuti.
Una famiglia di Beit Lahya che lavora ell’agricoltura, una delle tante famiglie
che in questi anni, hanno purtroppo subito attacchi continui nella zona nord
di Beit Lahya, una delle zone piu’ colpite da israele. Hanno pagato con la
vita, dei propri cari per aver deciso di rimanere a vivere in quel posto.

Tutta la famiglia era seduta sulla spiaggia, in circolo, si erano
portati il cibo per passare una intera giornata al mare, con i bambini.
E’ arrivata la prima bomba sonora, poi la seconda....stavano
decidendo di andarsene, avevano paura, ma in quel momento dal
mare e’ arrivata una bomba vera, ha centrato il cerchio, ha preso
in pieno il padre, la madre con il piccolo in braccio che stava
allattando...pezzi di loro sono volati ovunque, gli altri sono stati colpiti dalle
scheggie.

Altri tre della stessa famiglia sono morti, molti di loro tra cui altri bambini
sono in ospedale chi ha perso una gamba, chi un braccio.......

Uno dei fratelli rimasti in vita, insieme alla piccola che le TV hanno mostrato
disperata in cerca del padre, persa sulla spiaggia, e’ sconvolto, ha 20 anni, vive
in una casa, ora rimasta vuota, povera gente.

Una delle sorelle della madre ha perso lo scorso anno 4 figli, nello stesso modo,
colpiti mentre ignari giocavano dietro casa.

"Questo e’ quello che ci tocca a noi " - dice - "noi saremo sempre le vittime di
chi sta seduto su una poltrona e decide a che gioco giocare. Noi lo sappiamo che
pagheremo sempre per tutti...ma da qui non ce ne andiamo".

I parenti, gli amici e la gente di Al Manshia e’ tutta li oggi, al funerale di questo
ennesimo strazio, a piangere e a contare le vittime, che continuano ad
aumentare di ora in ora.

Mi dispiace tanto per loro...ma le scuse non bastano.

Meri