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Questo e’ un paese stupido in mano a gente stupida. Questi governanti non sono solo cattivi, corrotti, meschini e odiosi, essi sono anche enormemente stupidi.
A molte cose c’e’ rimedio. Per la cattiveria c’e’ redenzione. Chi e’ odioso puo’ compiere atti d’amore. Un uomo meschino puo’ avere il suo atto di grandezza. Un Paolo di Tarso che perseguitava i cristiani un giorno e’ stato illuminato. Un Goebbels che ha teorizzato uno dei peggiori sistemi della Terra aveva i suoi momenti di gentilezza coi canarini. Il protagonista di Eroe per caso e’ un completo fallito ma un giorno salva i passeggeri del volo 104.
Ma uno stupido non conosce redenzione, non ha momenti in cui la stupidita’ lo abbandona, non ha giorni in cui scopre il suo eroismo, non ha pause nella sua nocivita’. Uno stupido e’ totale, globale, senza segni di salvezza, di speranza, di mutamento. E’ la maledizione della Terra.
Uno stupido che per giunta sia egoista cattivo e meschino e’ una calamita’ senza rimedio per il mondo intero. Uno stupido non puo’ intendere nulla che appartenga al bene comune. Non riesce nemmeno a capire che i suoi elettori hanno bisogno di un contentino, di un ristoro, di una qualche debolissima speranza. Uno stupido non riesce a capire la differenza tra un breve attimo di rapina egocentrica e rapinosa e il futuro di un’umanita’ che ha bisogno di giustizie e di certezze. Uno stupido rovina un paese col voto di scambio, la compravendita delle cariche, il mercato dei posti di lavoro, la punizione del merito, il premio al degrado, lo spreco delle intelligenze, la rovina delle risorse.
Lo stupido e’ cosi’ stupido che se viene eletto per contrastare un altro stupido non trova di meglio che aggregarsi al primo conservando il suo peggio e salvando persino tutte le distorsioni che il primo ha inventato per depenalizzarsi i reati cosi’ che gli da’ persino una mano a tornare al potere. Uno stupido si fa eleggere in base a un programma che disattende stupidamente dalla prima all’ultima lettera cosi’ da farsi odiare dai suoi elettori e da disgustarli per sempre.
Uno stupido vende un paese su un piatto d’argento al suoi avversari e riesce a incatenarsi ad altri stupidi, scegliendo i peggiori tra loro, in un modo che e’ persino letale alla sua stessa sopravvivenza e alla loro e crede di perpetuare delle strategie che per forza di cose possono solo condurre alla perdizione totale, sua, dei suoi soci e del paese che dovrebbe governare, uno stupido e’ attratto inesorabilmente da quei comportamenti che nessun sano di mente considererebbe sostenibili o generalizzabili, ma lo stupido se ne fotte altamente di cio’ che puo’ essere sostenibile o umanamente compartecipabile, o desiderabile o accettabile o anche solo di buon senso, perche’ e’ avvinto ipnoticamente ai labirinti della propria stupidita’, ai soprassalti della sua subumana imbecillita’, e, mentre fa questo, pensa di essere eterno, crede di imporsi come assoluto, pretende persino di essere superiore agli altri, mentre l’unica cosa in cui sopravanza tutti e’ quella stupidita’ torva e proterva, in cui egli scambia l’arroganza per diritto, la furbizia per intelligenza e il gioco maldestro del potere per legittimita’.
Ma se lo stupido e’ tra le cose piu’ infime e deleterie della Terra, c’e’ qualcosa che riesce a vincere in stupidita’ anche il piu’ stupido ed e’ un popolo che quello stupido lo sceglie come proprio governante.
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Nuovo Masada n. 623 Le strategie della stupidita’
Messaggi
1. Le strategie della stupidita’, 31 gennaio 2008, 09:51
Cara Viviana, la tua analisi, come al solito lucida e spietata, potrebbe essere letta quasi come un elogio della stupidità !!
Tu hai messo in evidenza la stupidità di certi comportamenti, che sono però, guarda caso, i migliori ed i più idonei per far carriera ed affermarsi in questa società !!
Quelli che per Te e per me sono disvalori, per molti sono invece imprescindibili precetti e precise strategie di comportamento, che non vengono minimamente avvertiti come stupidi.
Stupidità è spesso sinonimo di quella irrazionalità, che Horkheimer ed Adorno rilevavano nella loro critica all’Illuminismo.
Secondo l’orientamento filosofico della scuola di Francoforte, l’Illuminismo è l’ideologia dominante della società capitalistica e persino tutto il complesso di atteggiamenti che, dall’uomo primitivo a quello moderno, ha perseguito l’ideale di una razionalizzazione del mondo teso a renderlo soggiogabile da parte dell’uomo.
L’Illuminismo, che da sempre ha perseguito l’obiettivo di togliere all’uomo la paura, di smascherare i miti, di rendere l’uomo padrone della natura, si è rivelato esso stesso mito e totalitarismo, proprio in quanto ha avuto bisogno di miti per celare la propria intrinseca irrazionalità. La quale è determinata dal fatto che la pretesa di dominare sempre più la natura tende a rovesciarsi in un progressivo dominio dell’uomo sull’uomo e in un generale asservimento dell’individuo al sistema sociale. Nato per sottomettere la natura al dominio dell’uomo, l’Illuminismo ha finito per rendere l’uomo vittima di quella stessa legge di dominio.
Questo dominio nelle nostre società occidentali viene in buona parte attuato attraverso l’industria culturale.
Horkheimer, ma soprattutto Adorno, hanno costatato che uno degli aspetti più caratteristici dell’odierna società tecnologica è la creazione del gigantesco apparato dei mass-media. Essi lo ritengono il più subdolo strumento di manipolazione usato dal sistema per conservare se stesso, tenendo sottomessi gli individui. E’ subdolo perché illude che il consumatore sia il soggetto di tale industria, mentre in realtà ne è il puro oggetto. L’industria serve alle minoranze per suscitare bisogni e determinare i consumi, per imporre certi valori e modelli, riducendo gli individui a una massa informe. Persino il "tempo libero" diviene programmato. Attraverso i media passa l’ideologia più vitale per il neocapitalismo: l’idea della "bontà" del sistema e della "felicità" degli individui eterodiretti che lo costituiscono.
La critica dell’industria culturale verrà portata avanti, dopo Adorno, soprattutto da J. Habermas, il quale, in Storia e critica dell’opinione pubblica (1961), afferma che l’istanza dell’opinione pubblica, originariamente fatta valere dalla borghesia in ascesa contro la politica assolutistica, e rivendicata come condizione stessa di legittimazione del potere, ha finito per perdere ogni funzione critica: una volta istituzionalizzata negli organi dello Stato di diritto, essa si è assoggettata ai fini della manipolazione capitalistica.
MaxVinella
1. Le strategie della stupidita’, 31 gennaio 2008, 11:19, di viviana
Mio caro Max
come tante persone use a seguire la legge giusta, a non danneggiare il prossimo, a non distruggere l’ambiente e a non dannarmi l’anima per denaro o potere, resto dell’idea socratica, molto semplice del resto, che bene e male sono come due piatti di minestra di cui il secondo e’ avvelenato, e che un uso retto della mente dovrebbe portare ’naturaliter’ e senza sforzo a prediligere il primo. Ovviamente ho anche io fatto del male come tutti, ma mi pare che ogni volta che mi abbiano spiegato, e non solo da bimba, che il mio comportamento era lesivo per qualcosa o qualcuno, ho cercato di correggermi, secondo il principio che BENE=GIUSTO=BELLO e che ottenere qualche vantaggio personale danneggiando qualcun altro mi faceva sentire come sporcata, ’brutta’ appunto e spregevole ai miei occhi come una cattiva compagnia di me stessa.
Ovviamente sarà per questo che non ho conseguito potere né ricchezza a dirla tutta nemmeno una pensione o un reddito, ma non cambierei questa mia scelta assolutamente, perché è appunto ciò che fa di me qualcuno e non la brutta copia di qualcun altro.
Ma non mi sento affatto sola, anzi, la mia collezione migliore l’ho fatta nella vita incontrando e ammirando persone che la pensano allo stesso modo e non sono vendibili e comprabili. E continuo a credere che in questo paese tali persone siano la maggioranza e non quella palude sconcia che tv, stampa e potere vogliono farci credere col loro "così fan tutti" come se fosse una nuova legge di natura e non quella cosa aberrante e scomposta che hanno imposto come ’normale’.
Una mia amica ha perso alla Conad di Bologna il suo portafoglio pieno di soldi e documenti ed era disperata ma il commesso che l’ha trovato si è premurato dopo l’orario di lavoro di portarglielo a casa. Ho pensato che forse era un lavorante precario e che in ogni caso la sua paga sarà stata scarsa e magari quei soldi facevano comodo pure a lui, e invece si è sobbarcato anche una fatica in più per portare alla vecchia signora disperata il suo portafoglio. Questo è ciò che io chiamo "essere belli dentro". In fondo è la vecchia pratica evangelica allargata: "Fai agli altri quello che vorresti fosse fatto a te stesso", o l’etica kantiana "agisci secondo quella legge che vorresti diventasse legge universale" o, come dicono certi buddhisti: "Ama l’altro perche’ sei tu".
Quello che io chiamo stupidità è questa incapacità limitativa dell’essere inferiore e sottosviluppato di dare una valutazione maggiore al bene comune, al bene dell’altro, questa scala di valori tronca e corta dove il bene coincide col proprio egoismo e la propria bassezza, e degli altri non c’è cura o compassione o senso del giusto. E che proprio questi esseri inferiori, limitati, subnormali, incapaci di superare il proprio handicap morale, che proprio a loro sia dato il potere di governare uno stato mi sembra qualcosa di inammissibile, contro cui tutti i giusti dovrebbero insorgere, senza lasciarsi irretire da storte imitazioni o dai limiti identificativi e separativi con fazioni ideologiche fine a se stesse, fino a perdere il senso della propria coscienza personale.
Quando mio marito torna stanco la sera e amareggiato perche’ assiste da un anno un vecchio amico malato di cancro e ha uno stuolo di incapienti che chiede costantemente i suoi servigi, e il suo tempo pensionabile si è riempito di nuove e più faticose incombenze a favore degli altri, non mi lamento se poi con me è scontroso e irritabile, so che è sulla via giusta in cui lui deve e vuole essere.
Quando mia figlia lasciò un lavoro ben pagato, la casa, la macchina, gli amici per andare in una bidonville di Nairobi e poi ad aiutare in un centro per tossici, ho avuto paura per lei ma non ho fatto nulla per dissuaderla, perche’ era esattamente dove la sua vita la chiamava e dove lei voleva e doveva essere. Quando mi diceva tranquillamente di essere atea (e io non lo sono), tutto andava bene esattamente così, perché le sue scelte erano ugualmente religiose, cioè rileganti, unitive, colme di dedizione e di compassione, e di quello che una creatura umana deve fare per essere "tra" le altre creature e non sopra o contro. Non riesco, del resto, a concepire altra forma di religione che quella in cui l’uomo lotta e opera per aiutare l’altro uomo.
La vita è un mistero di cui si deve cogliere la bellezza e si può farlo solo rendendo anche la nostra vita degna di esso.
I due misteri della vita, come diceva Kant: "Il cielo stellato sopra di te, la legge morale dentro di te".
Oggi il cielo stellato e’ sempre piu’ inquinato dalla nuvola nera della nostra rovina e la legge morale e’ parimento inquinata dai modelli perversi di ipocrisia, abuso, sopraffazione, spasmodico egoismo cdi una genia di malfattori che una propaganda perversa tende a farci credere salvatori o propugnatori del nuovo mentre sono solo novelli Caini, protoumani, capaci solo di rendere il paese basso a loro somiglianza e di precipitarlo nella sua degradazione più profonda.
Siamo arrivati al punto che sentir parlare di riforme dopo tutte quelle che hanno distrutto questa nazione ci fa solo vomitare. Ormai l’unica riforma che vorremmo è l’esilio in blocco di tutta questa casta parassitaria e depravata che ha la faccia tosta di farsi schiamare ’onorevole’ e che in tutti i modi possibili ha dimostrato di volere pervicacemente la stessa cosa: il proprio personale interesse attraversola distorsione di tutti i valori e principi della democrazia. Ed è per questo che arrivati a questo punto, dopo le cose deformi e rivoltanti che abbiamo veduto votare, non possiamo avere più fiducia in nessuno di questi cosiddetti politici. Come minimo, hanno difeso troppo debolmente quello che dovevano difendere e hanno approvato sia pure obtorto collo quello che assolutamente non dovevano accettare. Basta con la scusante che si deve trangugiare tutto pur di salvare il governo! La via della perdizione è costellata di compromessi.
Il kalos kai agathos greco, l’uomo bello e buono, è sparito, abbiamo solo questi pupazzi rifatti e disonorevoli, macchine senz’anima, tutti uguali tra loro come tristi meccanismi di potere, senza quella che è la vera intelligenza dell’uomo, ’intus legere’, leggere dentro, capire l’essenza, la sostanza e il valore di ciò che è.
Quelli che io vedo al potere ora con le loro distinzioni sempre più indistinte e insignificanti non sono belli dentro, non c’è plastica facciale o ruolo o carica o elisir della giovinezza o coito con veline che possa rendere loro quello che non hanno avuto mai: la profonda bellezza dell’uomo che vive per un ideale universale e in quello si trasumana e acquisisce un che di miracoloso e di eroico.
L’uomo è nato per la bellezza e la sua bellezza fondamentale è l’intelligenza. Questa gente non è intelligente. Può credersi furba, abile, intrigante, corrotta o corruttrice, ma non ha ha la bellezza dell’intelligenza. E noi non la vogliamo.
viviviana