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Le ultime settimane bolognesi sono state convulse. La città è tetra, ammutolita.

Publie le lunedì 26 dicembre 2005 par Open-Publishing
2 commenti

di bifo

Sirio spento il sabato, le polveri sottili a livelli stratosferici, si
rischiano le multe europee per eccesso di avvelenamento.
Le proteste sono ormai flebili, la voce manca, tanto protestare non serve a
niente.

La questione Aldini ha portato al punto limite lo scontro interno al palazzo.
Riepiloghiamo gli eventi.

Alla fine di novembre l’assessore all’Istruzione comunica che si chiudono
alcune sezioni dell’Istituto. Dopo una prima fase di sbigottimento parte
della scuola si mobilita. Un gruppo di insegnanti occupa la scuola, con
l’appoggio dei Cobas, delle Rdb, e dell’AdiCisl.

Il 16 dicembre in una riunione della commissione istruzione dilaga il
dissenso verso i tagli nella scuola che da sempre è simbolo del mondo del
lavoro bolognese: insegnanti, studenti genitori, l’associazione dei piccoli
industriali, i sindacati, la minoranza di destra, rifondazione i verdi, il
rappresentante del cantiere, perfino tre consiglieri diesse esprimono la
loro opposizione, chiedono che la decisione di tagliare sia sospesa,
rinviata, ridiscussa.

Niente da fare. L’assessore risponde con fermezza bolscevica. In esecuzione
di una finanziaria che non è ancora legge, dobbiamo tagliare il bilancio.
La decisione è irrevocabile.

Gli studenti a questo punto occupano la scuola, fanno un corteo fino al
comune, impongono un nuovo incontro con l’assessore. Ricevono un nuovo niet.
Nel frattempo i sindacati hanno abbandonato il tavolo di discussione sul
bilancio (che si deve votare entro il 29 del mese). Pongono la
pregiudiziale di un ritiro del taglio alle Aldini.

Cofferati li incontra in via definitiva il 23 e ribadisce che lui tira diritto.
La rottura è completa. Il bilancio sarà portato in discussione contro la
volontà di tutti i sindacati. E’ la prima volta che questo accade nella
storia di Bologna.

Un ultimo particolare, a mio parere il più significativo.

Il 21 dicembre un gruppo di dieci insegnanti spedisce a Prodi una lettera
in cui fanno emergere il senso squisitamente politico della situazione. La
lettera dice fra l’altro:

"Noi sappiamo bene che nel programma della coalizione da Lei guidata è
previsto il rilancio della scuola pubblica.

Ma l’operato della Giunta di Bologna sta facendo crescere in noi (e,
crediamo in molti altri cittadini) il timore che, una volta vinte le
elezioni, il governo di centrosinistra tradisca le attese dei suoi
elettori, come è accaduto nella nostra città.

Siamo certi che Lei saprà trovare il modo per rassicurarci,
intervenendo con la Sua autorevolezza per fermare lo scempio della nostra
scuola."

Il giorno dopo Prodi risponde pubblicamente agli insegnanti dell’Aldini
dicendo: "il centrosinistra deve trovare i soldi per le Aldini e per un
rilancio della scuola pubblica."

Il giorno ancora successivo Cofferati risponde rompendo con i sindacati.
Ne emerge una lezione chiara come il sole, che non possiamo far finta di
non vedere. Cofferati è incaricato di preparare l’eliminazione di Prodi,
la sua sostituzione con un governo autoritario e ultra liberista. Questo è
il senso del laboratorio Bologna.

Il 28 o il 29 si conclude la discussione sul bilancio. Cosa farà il gruppo
di Rifondazione, cosa faranno i verdi? Voteranno a favore di un bilancio
che taglia su tutte le spese sociali, che taglia i fondi della casa delle
donne per non subire violenza? Si allineeranno perché ci sono le elzioni e
non si può dividere il fronte? Quale fronte?

Quel che è accaduto a Bologna nell’ultimo mese è molto più grave di quel
che accadde a ottobre quando tutta la stampa italiana si precipitò a
monitorare la situazione bolognese. Allora non era ben chiaro cosa volesse
questo Cofferati. Ma questa volta la stampa ha evitato accuratamente di
dare alla vicenda un rilievo nazionale.

La repubblica ha seguito la vicenda Aldini con molta attenzione nelle
pagine cittadine, ma non ha lasciato trapelare nulla nelle pagine
nazionali. Perfino il manifesto ha evitato accuratamente di parlare di
Bologna in quest’ultimo mese. Ci sono mille cose più importanti, lo so
anch’io, il mondo è pieno di tragedie in corso. Ma la tragedia bolognese ha
un contenuto di premonizione, parla dell’alternativa che si prepara dopo il
9 aprile. E’ questo che la sinistra non vuole vedere. Ha introiettato una
sorta di terror panico di fronte a quel che Cofferati rappresenta, cerca di
non vedere la realtà che viene.

Ma il cancro bolognese rischia di infettare l’organismo intero.

Messaggi

  • ma siamo sicuri che si tratti di due linee così diverse? Davvero Prodi & C. rilanceranno la scuola pubblica (non dimentichiamo che la madre di tutte le boiate scolastiche è la riforma berlinguer sull’autonomia...)?! Siamo sicuri che sulla TAV non ci verrà dire che dopo un po’ di dialogo... si deve però passare ai fatti: farla perché è un affare da farsi punto. Siamo sicuri che Prodi & C. all’ennesimo conflitto internazionale romperanno con USA & C e non intereverranno (viene in mente chissà perché la ex Jugoslavia)?! Siamo sicuri che per far vedere come il centrosinistra sia affidabile... i conti europei saranno doverosamente fatti quadrare costi quel che costi e paghino sempre gli stessi?! Siamo sicuri davvero che il Prodi di oggi non sia il Cofferati di domani?! mah! Io la vedo brutta. Mandiamo pure a casa Mr.Arcore & C. ma prepariamoci al peggio. Sarà dura! Anche dopo. Ma dura davvero.

  • CASO ALDINI

    Il centrosinistra lancia
    il salvagente ma
    lo sciopero è confermato

    /Dopo tre ore di contrattazione la maggioranza trova un’intesa sulle
    scuola.

    Tre i punti dell’accordo.

    I prof ringraziano ma, confermano lo
    sciopero per il prossimo 11 gennaio/

    BOLOGNA, 28 DICEMBRE 2005 - Per il capogruppo dei Ds, Claudio Merighi, è
    andata così: «Abbiamo provato a unire il sogno dell’‘Altra sinistra’ con
    il senso di responsabilità nostro e della Margherita». Pausa. «Il che
    significa che anche loro, Rifondazione-Verdi e Cantiere, sono
    responsabili».

    Alle sei e mezzo di sera, dopo tre ore di contrattazioni e conciliaboli
    in tutti gli angoli del palazzo comunale — sorrisi, nervosismi,
    sparizioni improvvise, copia e incolla —* la maggioranza di
    centrosinistra trova «la quadra» sulle Aldini. *E parte da lì,
    dall’ormai famoso nodo, l’intesa sul bilancio, già ‘licenziata’ dalla
    conferenza metropolitana.

    Sulla scuola simbolo, uno stralcio di ordine del giorno sintetizzato in
    diciotto righe. Faticosissimo. *Che intanto non risponde alla domanda
    dei sindacati: dove sono i soldi?* «Quello è il compito della giunta —
    fa un passo indietro Merighi —. Il nostro ruolo è più facile, dare un
    indirizzo politico». *Organizzato su tre punti*: attivare un percorso
    con Provincia, Regione, associazioni, sindacati e università per trovare
    le risorse e finanziare un intero ciclo. Aprire subito le iscrizioni per
    i corsi sospesi. Mantenere lo sportello di orientamento al lavoro.

    Ma cosa ha fatto ‘soffrire’ tanto la maggioranza, sullo sfondo della
    clamorosa rottura tra Cofferati e i sindacati confederali? Perché ci
    sono volute tre ore per mettersi d’accordo sulle parole? C’è da pensare
    che si sia penato un bel po’ su quell’«eventuale avvio» dei corsi che
    poi è rimasto nel testo. *L’aggettivo, alla fine, è stato accettato da
    tutti. Anche da Rifondazione.* Anche dall’indipendente Valerio
    Monteventi, il consigliere che si è autosospeso dalla maggioranza.«*La
    soluzione si è trovata perché nessuno ha posto pregiudiziali»*, sferza
    Merighi mentre distribuisce fotocopie dell’ogd appena corretto.

    E rimprovera così i sindacati. Proprio come aveva fatto Cofferati, pochi
    minuti prima. «I confederali — aveva detto il sindaco — si sono legati a
    una scelta sbagliata, impraticabile. Mai porre pregiudiziali in una
    trattativa. Altrimenti si producono disastri». Detto per esperienza.

    Alla fine questo odg sulle Aldini pare un gioco di ruolo. Una rincorsa
    sugli specchi. Mediare, limare, aggiustare. Qualcuno scherzando osserva
    che starebbe bene anche sulla scrivania di Merighi il camion dei
    pompieri appena regalato al segretario del partito, Salvatore Caronna.

    Invece Roberto Panzacchi dei Verdi tratta e gira con un «Il mondo non è
    in vendita» di Jose Bovè, area no global. *Gliel’ha appena regalato il
    sindaco.* Un’abitudine, una specie di rito. Cofferati fece la stessa
    cosa con l’assessore Maurizio Zamboni, quando si discuteva di case
    occupate. E’ una trattativa itinerante, quella sulle Aldini. Con Ds e
    Margherita che si riuniscono spesso.

    L’Altra sinistra — oggi solo Monteventi e Panzacchi — fa avanti e
    indietro tra consiglio e professori. Perché ci sono anche loro, gli
    insegnanti in ansia per i corsi. Una piccola delegazione, oggi. *Non c’è
    Bifo, in prima fila Otello Ciavatti. *

    I Ds hanno capito che decidere e poi far sapere non va bene. Allora
    sfruttano la partecipazione. I professori sono coinvolti, danno il loro
    contributo all’odg. Alla fine, quando si raggiunge l’accordo, loro
    ringraziano ma confermano:* lo sciopero dell’11 si farà* . E Ciavatti
    chiarisce: «Bene questo risultato, ma i giochi non sono chiusi».

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