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Lettera al presidente della Repubblica

Publie le giovedì 7 dicembre 2006 par Open-Publishing

Illustre Presidente della Repubblica,

mi permetto di contraddirla a nome di milioni di persone. Quelle persone che rispondono ai sondaggi NO ALLA GUERRA e che hanno invaso per anni le strade e le piazze delle nostre città per chiedere il ritiro delle truppe dall’Iraq e da tutti i teatri di guerra. Quelle persone si sentono oggi beffate dalle sue dichiarazioni che definiscono la nostra sciagurata avventura coloniale in Iraq una "missione di pace". La nostra Costituzione, depositaria di una vera speranza di pace, ci ammonisce: l’Italia ripudia la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali. COME MEZZO. Il che significa che secondo la nostra Costituzione non è possibile fare la guerra per portare la pace, cioè andare al seguito di una potenza straniera - gli USA - ad invadere un paese sovrano con qualunque pretesto, compresa l’esportazione della democrazia, perchè non è possibile risolvere una controversia internazionale con la guerra. E cosa è quella che abbiamo fatto in Iraq, sparando, annichilendo, arrestando, pattugliando, rastrellando..? Che cosa è la battaglia sul ponte di Nassirya ? Che cosa è il presidio militare di un territorio che non ci appartiene, per presidiare i pozzi di petrolio del contratto dell’ENI ? E sparare su una ambulanza che cosa è ? Quella guerra E’ UNA GUERRA E’ UNA GUERRA E’ UNA GUERRA.

Forse abbiamo fatto un po’ meno guerra degli altri, che hanno torturato, carbonizzato donne e bambini, devastato corpi, terre, culture e memorie. Forse abbiamo fatto i servi dei Grandi Criminali di Guerra, o forse abbiamo fatto i furbi, non lo so, ma siamo lo stesso complici. Quello che è certo è che milioni di persone come me hanno fatto migliaia di manifestazioni per far finire questa complicità, questo crimine, questa colpa. Perchè la guerra è un crimine, signor Presidente. Ella, come garante della Costituzione ce lo insegna e non saranno né le pietose bugie da ragion di Stato, né le tronfie retoriche militariste da parte di nessuno che potranno nascondere la verità per cui ci siamo battuti. Non ci offenda. Meglio il silenzio.

Distinti Saluti

la cittadina italiana Nella Ginatempo