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Lettera aperta a Mario Capanna e agli altri che renderanno omaggio a Jan Palach

Publie le giovedì 15 gennaio 2009 par Open-Publishing

Lettera aperta a Mario Capanna e agli altri che renderanno omaggio a Jan Palach

di Claudio Buttazzo

Mario Capanna e Nando Dalla Chiesa a Praga per rendere omaggio a Jan Palach. Se Sono in buona fede rendano omaggio anche alle vittime del capitalismo

Una delegazione di ex-sessantottini, guidati da Mario Capanna e Nando dalla Chiesa, sono in questi giorni a Praga per rendere omaggio a Jan Palach in occasione del quarantennale del suo suicidio. Palach si diede fuoco, dopo essersi cosparso di benzina, davanti alla statua di Venceslao, nella piazza omonima, per protestere contro l’ingresso degli eserciti del Patto di Vrasavia in Cecoslovacchia, con cui si pose fine alla Primavera di Praga.

Capanna e gli altri hanno spiegato il loro gesto come una riparazione per quello che i giovani del ’68 allora non fecero a sostegno dell’esperimento del "socialismo dal volto umano" avviato nel 1968 da Alexsnder Dubcek. Il movimento del ’68, in effetti, in gran parte non capì bene quello che succedeva a Praga e lo interpretò come un tentativo controrivoluzionario manovrato dall’occidente.

Il gesto di Capanna, tuttavia, per via del contesto e delle modalità in cui esso si compie, si presta (si è gia prestato) alle più reazionarie strumentalizzazioni.

Ho deciso, pertanto, di inviare a Mario Capanna, una lettera, il cui testo è qui di seguito riportato.


LETTERA APERTA A CAPANNA E AGLI ALTRI CHE RENDERANNO OMAGGIO A JAN PALACH

Mi chiamo Claudio Buttazzo. Anch’io, come voi, vengo dal ’68 e le mie idee sono ancora oggi esattamente quelle di allora.

Conosco bene la Repubblica ceca, essendovi vissuto per un bel po’ di anni e seguendone tuttora gli eventi come giornalista.

So che siete a Praga per rendere omaggio a Jan Palach. So che questo vostro gesto sarà accompagnato dalle fanfare di regime e degnamente decantato dai pifferai di Repubblica, Corriere della Sera, Tv di Stato e del biscione e compagnia cantante.

Io non sarò con voi. E vi spiego perchè.

1. Capisco che vogliate estinguere un vostro debito con la storia. Io, il mio omaggio a Palach l’ho reso in tempi non sospetti, prima del 1989, quando farlo era difficile e rischioso.

2. Jan Palach era un dubcekiano. Tutto, dunque, tranne che un anticomunista. Il regime odierno sfrutta, però, in modo infame la sua figura, presentandolo come una vittima del comunismo, un eroe dell’anticomunismo. E, quando si parla di comunismo, là si intende anche Dubcek e coloro che diedero vita alla Primavera di Praga. Tant’è che la legge sulle epurazioni (ne avete mai sentiro parlare? Non stiamo parlando della Germania nazista) in vigore nella Repubblica ceca colpisce indifferentemente sia i seguaci di Husak che i seguaci di Dubcek.

3. Per non prestarvi alla strumentalizzazione anticomunista dei nuovi satrapi dell’ortodossia capitalista, sono sicuro che, contestualmente all’omaggio a Jan Palach, vorrete rendere un postumo omaggio anche ad Alexender Dubecek, vittima dell’ umanesimo sanguinario dei "rivoluzionari di velluto". Certo che lo vorrete. Il fatto è che non troverete un luogo dove deporre un fiore. Vi sfido a trovare in tutta Praga una solo targa, un solo cippo, una strada, un giardino, una qualsiasi cosa che ricordi il nome di Alexander Dubcek.

4. Non so se ne siate stati informati. Sono almeno una decina le persone che dall’ ’89 ad oggi si sono tolte la vita nella Repubblica ceca per protesta contro il tradimento di Havel, Klaus e del loro codazzo vellutato, che hanno introdotto il capitalismo nel paese, dopo aver promesso alla popolazione che volevano solo "democratizzare" il socialismo. L’ultimo a suicidarsi è stato Jiri Simon, un 50enne di Jihlava. Lo ha fatto la notte di Capodanno davanti all’ingresso di un ipermercato, contro la cui costruzione, che deturpa il bellissimo centro storico di quella cittadina, si era battutto con tutte le sue forze. Ci ha perso i pochi soldi che aveva ed anche la dignità di essere umano. Ha lasciato una orgogliosa lettera d’accusa contro il potere dei potenti celebarti come uomioni di successo e la solitudine di chi vive onestamente la propria vita e chiede solo il rispetto dei propri diritti.

5. Vi suggersico un’idea, che certamente renderà giustizia alle vostre benevole intenzioni, evitando che qualcuno le utilizzi, a dispetto della vostra buona fede, per dare ulteriore legittimità agli odierni despoti del neoliberismo. Il 3 marzo del 2003 un giovane studente, di nome Zdenek Adamec, si suicidò dandosi fuoco come Jan Palach sulla scalinata del Museo nazionale, proprio dietro la statua di Venceslao. In una lettera spiegava il suo gesto come estremo atto di protesta contro la "dittatura del denaro e del potere che si è impossessata del paese".

Ministri e giornalisti di regime si affrettarono a dipingere il giovane come uno psicopatico con gravi problemi esistenziali, esattamente allo stesso modo come nel gennaio del ’69 fu dipinto Jan Palach (quanta ironia ci riserva la storia, eh?). Naturalmnte sul luogo del sacrifio di Zdenek Adamec non troverete nè una lapide nè alcunchè che ne ricordi il nome.

Ma voi potreste ugalmente, dopo aver deposto una mazzo di fiori davanti alla lapide di Palach, deporne anche uno sulla scalinata del Museo. In fondo, si tratta di fare solo alcuni passi in più, pochissimi metri. Giornalisti e dplomatici al vostro seguito non ne saranno particolarmente felici. Ma son sicuro che lo farete ugualmente.

6. Se, poi, avrete ancora del tempo da spendere proficuamente, vi consiglio di recarvi a far visita a Cestmir Cisar, l’unico ex-ministro del governo Dubcek ancora in vita, un novantenne, un intellettuale ancora lucidissimo e di piacevole conversazione. Vive in solitudine in una stanza e cucina in un fatiscente casermone di 20 piani alla periferia di Praga, in estrema miseria grazie proprio alla succitata legge delle epurazioni, che non gli riconosce neppure una pensione dignitosa. Andatatelo a trovare, ne sarà piacevolmente sorpreso e voi sarete altrettanto sorpresi dalle cose che vi racconterà.

Vi auguro buona fortuna e un bel soggiorno nel paese dei castelli restituiti ai baroni feudali!