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Lettera aperta a Veltroni di Don Sardelli e i suoi ragazzi
Publie le domenica 18 marzo 2007 par Open-Publishing1 commento
Ecco alcuni passi significativi della lettera aperta al Sindaco Veltroni degli ex ragazzi della scuola 725 dell’acquedotto Felice.
Il testo più ampio lo potete trovare su: www.ciardullidomenico.it
L’UGUAGLIANZA
40 Un governo locale democratico non può assistere rassegnato alla divisione tra i cittadini in ragione del censo. E’ a tutti noto che nella nostra città ci sono sacche di povertà che soffrono per la mancanza di servizi. Questa situazione accentua la differenza tra ricchi e poveri. Tale divisione se togliamo le vetrine e i centri commerciali tende ad aggravarsi. E’ urgente invertire la rotta. Per noi uguaglianza resta un valore da perseguire. E’ uno dei contenuti più forti di un governo locale, che si dica democratico. L’abbandono del tema dell’uguaglianza, nemmeno più menzionata nei programmi, è una delle cose più squallidi e tristi dei nostri tempi. L’omologazione consumistica, apponendo il suo stampiglio sulla nostra coscienza, ci ha tutti livellati. "in ogni paese del mondo un’enorme tribù di burocrati di partito e di leccati professorini si da molto da fare per provare che non significa niente l’idea di uguaglianza" (G. Orwell). L’uguaglianza si sostanzia politicamente nella commensalità, che vuol dire impegnarsi a tutti i livelli, da quello del prelievo fiscale a quello educativo, per abbassare le colline della ricchezza e ricolmare le valli della miseria ovunque si trovino...
41 Uno di noi, durante la "notte bianca" è andato a far visita ad un’ammalata nel reparto di neruochirurgia di uno dei più grandi ospedali romani. Si è trovato in un grosso camerone con otto letti di malati anziani affetti da gravi patologie dell’invecchiamento. Maschi e femmine erano insieme con cateteri e sacchi urinari da tutte le parti. Il nostro amico ha chiesto di poter parlare con un medico ma gli è stato risposto che il medico era assente.
42 La presenza umana e politica di colui che presiede al governo della città tra i deboli, anche se si tratta di assentarsi dalla "notte bianca", non è un optional. La sua presenza è un dovere, è come il grido che fa tremare la città, è un segno che l’umano diventa politico, è trasmissione del messaggio che non esistono amori che gallegiano su tutte le situazioni contraddittorie tra di loro, che credono di poter fare i neutrali. L’amore si schiera, è partigiano, privilegia l’uno e non l’altro. E’ intollerabile che nella nostra città ci siano ospedali convenzionati, e ripetiamo convenzionati, che riservino ai malati spazi e trattamenti particolari dietro compensi aggiuntivi. E’ troppo se chiediamo che sulle convenzioni venga esercitato un controllo che non discrimini i cittadini? L’incontro con l’indigente non è solo l’incontro con un bisogno da soddisfare, ma l’incontro con una proposta di vita nuova in cui facciamo nostra l’angoscia dell’altro.
43 Noi non riusciamo a comprendere come colui che eletto al governo della città riesca a mettere insieme una serata "mondana" e un bambino africano che muore di fame. Non riusciamo a comprendere come egli possa mettere insieme il matrimonio di un calciatore miliardario e un operaio in nero schiacciato sotto una lastra di marmo. La memoria della nostra esperienza all’acquedotto Felice non ce lo permetterebbe.

Messaggi
1. Lettera aperta a Veltroni di Don Sardelli e i suoi ragazzi, 18 marzo 2007, 21:12
MASSIMILIANO SMERIGLIO ( Deputato Prc e Segretario della Federazione Romana dello stesso partito) SU LIBERAZIONE SCRIVE:
" ....Molte le preoccupazioni per la tenuta sociale di Roma, città vetrina sempre più in bilico tra modernizzazione capitalistica e cura dei diritti degli abitanti. Molte le verità nascoste e queste verità sono state evidenziate dalla lettera al sindaco di Don Roberto Sardelli e dagli ex ragazzi dell’acquedotto Felice...
....Il punto è quanto Veltroni abbia coperto sotto l’effige del suo logo di qualità, trasformisti, opportunisti, esperti di preferenze e sottogoverno...
....Per Veltroni il Partito Democratico appare semmai come una via lattea, struttura galattica dai legami deboli, priva di nessi economici fondanti, e proprio per questo capace di sovrapporsi senza scarti ad una società destrutturata. Pensiero debole che si rivolge ad una società debole. Lui stesso, Walter, non è un leader, è piuttosto una polarità che irradia sentimenti....
.....Veltroni è leggero, alla moda, capace di miscelare sul piano tecnico Baricco e Berlusconi.....
....Noi vorremmo dire cose, bisogni diritti ma anche desideri, sogni e traiettorie di altro mondo in costruzione. Qui si situa la sfida, su questo la nostra competizione all’idea di società che il sindaco ci propone, idea che volendo essere sintesi di tutto (poteri forti, vaticano, costruttori, scout e centri sociali) rischia l’immobilismo e l’assenza di una voce che dica cose e non solo parole.