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Lettera aperta ai segretari della Sinistra arcobaleno e a Fausto Bertinotti
Publie le giovedì 28 febbraio 2008 par Open-Publishingil manifesto 24 febbraio 2008
Lettera aperta ai segretari della Sinistra arcobaleno e a Fausto Bertinotti
Associazione Sinistra Unita e plurale di Firenze - Comitato operativo
Il sistema politico italiano è oramai proiettato verso il modello americano, un bipartitismo con una marcata impronta leaderistica. Spingono da tempo in questa direzione non solo le due maggiori forze politiche ma la quasi totalità dei media e i grandi poteri, ad iniziare dalla Confindustria.
In questo scenario la sinistra rischia la marginalità, anche perché negli ultimi anni le sue componenti sono state coinvolte nella crisi della rappresentanza politica non diversamente dagli altri partiti, ma con l’aggravante che per la sinistra partecipazione e rappresentanza sono valori assoluti, non hanno alternative.
Abbiamo apprezzato moltissimo la decisione di unire le forze per affrontare le prossime elezioni, ma non possiamo nascondere che il grave ritardo con cui ciò è avvenuto e il fatto che sia stato percepito da tante e tanti come l’estremo tentativo di salvare il salvabile sono ben lontani da dare il segno di una svolta. E invece, di una svolta c’è un bisogno vitale.
Non siamo nate/i ieri e sappiamo che l’unità è un processo lento e difficile; sappiamo anche che i partiti hanno la loro storia e le loro modalità di decisione, che vanno rispettate se si vuole che davvero il processo sia largo ed unitario. Però ci domandiamo se c’è nelle segreterie dei quattro partiti la percezione dell’urgenza di dare segnali nuovi a quel popolo di sinistra che ha riempito le piazze in questi anni; l’urgenza di praticare un’altra forma del fare politica, la dimensione costituente del nuovo soggetto di cui l’esperienza che abbiamo costruita a Firenze si sente espressione.
Solo così si può uscire dall’angolo e dal ruolo di semplice testimonianza in cui si vuole relegare la sinistra, e solo così si può pensare di suscitare la speranza e l’entusiasmo necessari per conquistare nelle elezioni un risultato capace di tenere aperta una prospettiva di sinistra e per la sinistra.
Dobbiamo dire con profondo rammarico che quanto si è fatto finora non va dalla parte giusta. Nessuna innovazione, anzi! Quattro segretari e relativi staff che decidono il candidato presidente, il programma, le candidature per tutto il paese. Il contrario di ciò che occorreva e occorrerebbe fare.
Non siamo più nel tempo in cui la mobilitazione scattava al semplice schiocco delle dita. La voglia di partecipare e di impegnarsi nel lavoro politico volontario esige che chi lo fa disponga di un qualche potere decisionale. La partecipazione vive di democrazia, non la si può chiedere, e neppure pensare, senza darle potere.
Noi siamo convinti che solo per questa via si possono mettere in campo tutte le forze di cui potenzialmente la sinistra dispone e conquistarne di nuove.
Vi chiediamo, perciò, di dare al più presto un segnale inequivocabile in questa direzione. Non vi diciamo: a Firenze abbiamo un’esperienza di unità più avanzata e quindi, almeno qui, lasciateci scegliere i nostri candidati. Vi diciamo: siate voi, dal livello nazionale, a compiere le scelte necessarie perché si possa ovunque esercitare un controllo democratico immediato (anche nei tempi ristrettissimi) sulla selezione dei candidati.
Le decisioni nostre, della sinistra che vogliamo, devono già essere la pratica di una democrazia partecipata che non si fonda solo sulla delega e sulle appartenenza certificate dalle tessere. Per discutere di tutto questo e anche della selezione delle candidature, abbiamo convocato un’assemblea cittadina per mercoledì 27 febbraio: una discussione trasparente e aperta, collettiva e pubblica che sia una pratica di questa forma nuova della politica.