Home > Lettera aperta al movimento di Genova
personale, scomposto dolore
Ieri in Italia, il signor Iyad Allawi (premier del governo ad interim iracheno) era ospite del nostro primo Ministro. Ha visto anche il Papa... E’ pronto a governare. E noi?
Che sensazione amara... che niente, nessuno si sia interrogato su questo. Avere dal TG5 la notizia. Noi colonna portante della super"im"potenza mondiale. Dove eravamo noi? Stavamo scrivendo che erano tre le "g" che hanno benedetto il Bush 2, anzi quattro. No... stavamo ancora dicendo che sognare è giusto e che "i titoli si possono pure sbagliare": sono i sogni quelli che contano... Qualcuno stava cercando di quantificare quanti sono diventati i nemici, laggiù in America. Che sono solo rozzi e ignoranti... Altri continuano a "parlare" della cultura che ci vuole. I più arditi sono pronti ad applicare la riflessione allo scenario nostrano, le “politiche” prossime venture, mentre altri continuano a “parlare” di Firenze.
Dopo una Mumbai che tanto avrebbe dovuto insegnare ecco un Forum Sociale Europeo dove gli attivisti del "movimento dei movimenti" sono stati arrestati dalla polizia di Blair, scientificamente e sotto il palco dell’FSE. Che era difficile trovarci qualche responsabile politico europeo là sotto. Nonostante l’aria che tirava... Che la seconda colonna del pacifismo mondiale se ne frega dell’altra Europa... e anche della prima colonna. La costruzione del muro la nostra Europa non l’ha impedita e noi? Noi che attorno alla menzogna del 30 giugno "dell’Iraq democratico" abbiamo costruito in Italia le campagne elettorali, abbiamo contato i punti guadagnati e poi ci prepariamo a governare. E ospitiamo in silenzio Allawi. Noi che da quel giorno tiriamo a campare sull’Iraq e il resto del mondo e l’unica cosa che abbiamo portato a casa, per fortuna, sono le due Simone... E parole e nicchie di altro potere possibile intorno alla Costituzione Europea che nessuno davvero, tra la gente, in Italia conosce... Falluja muore, Arafat anche.
A me in questo momento vengono in mente i suoi occhi e le sue mani alle labbra mentre bacia il suo popolo prima di partire da Ramallah, da quella terra a cui ha dato tutto...
Sono un momento della mia vita che non dimenticherò mai... Come altre cose di questi anni.
C’è qualcos’altro che rischia di "morire".
C’è qualcuno che sia disposto in questo paese a parlare a voce alta della demagogia e del gioco di potere politico realizzato in Italia dopo "Genova" sulla pelle di quanti e quante, in una fase cruciale, tanto hanno speso per un futuro altro? C’è la volontà di rivisitare in modo onesto questi anni a partire dai "radicali errori" commessi per aprire, in maniera nuovamente credibile, la porta a quella alternativa necessaria dal basso e sino ad oggi solo consapevolmente abbozzata? O si leveranno altri scudi per difendere il raccolto? Tanto di tempo ne rimane...
Avremo tempo per recuperare quanto di prezioso è andato perso? Troppi hanno pensato che si potesse cambiarlo in fretta il mondo e per rendere più efficace il cambiamento hanno continuato e stanno continuando a usare i vecchi strumenti. Troppo pochi hanno provato nuovi attrezzi. E qualcuno ha preteso di poterli governare e a volte, persino in esclusiva... Questa è la nuova Politica della sinistra radicale che ci aspetta. Senza se e senza ma... ma per il buon governo.
"Se mi avessero detto che dopo ’Genova’ e la morte di Carlo, a neanche tre anni di distanza, ci saremmo trovati a questo punto non avrei ’provato’ a vivere le cose che ho provato..." Lo dicevo nel dicembre 2003 a Londra “preparatoriaESF2004" e oggi sento davvero forte il senso di quelle parole.
Lunedì pv "le intelligenze dei movimenti" si incontreranno per l’ennesima volta nella capitale per ragionare su come andare avanti... Ma sarà molto dura... Sempre più difficile continuare a raccontare belle storie.
Un esempio semplice tra i tanti possibili. Circa due anni fa il movimento era "tutto" a Cosenza. Due anni fa oltre 100000 persone, in una straordinaria e storica mobilitazione a sud del neoliberismo, dopo l’FSE di Firenze, gridavano "siamo tutti sovversivi!". E’ il momento di ricordarlo? E’ il momento di ritornare a Cosenza? Forse no, ma coloro con i quali abbiamo condiviso tanto in questi anni vanno comunque in pasto a un nuovo processo... Torneremo a gridare, senza indugi, per Napoli e Genova: "Siamo tutti sovversivi!" ? Quelle parole, solo ieri, avevano sì una ragione d’essere e oggi? In rete stanno girando da giorni. Saranno almeno degne di stimolare una qualche riflessione tra le intelligenze romane?
Rappresentavano pienamente quelle parole una disposizione a non arretrare. Una presa di posizione frutto di un’esperienza collettiva verso il futuro. Potenti perchè pronunciate in un "luogo" del paese davvero in conflitto e prima della sintesi che nei mesi successivi si è costruita. Nel frattempo infatti le cose si sono ingrossate. E’ diventato più complicato governarle e piano piano, mica tanto, ecco la soluzione e l’oggi se non è "guerra" è "precario"...
Sono con il popolo iracheno e quello palestinese e “con tutti i bombardati” nel mondo e dei nostri territori. Abbraccio quanti e quante stanno continuando a lavorare e a spendersi per un concreto e durevole cambiamento a partire dal locale (e conseguentemente nazionale), dai suoi molteplici aspetti. Un passaggio senza il quale è davvero grottesco continuare a parlare di massimi sistemi, continuare la costruzione interessata di quel globale di cui dimostriamo di capire ancora troppo poco. Quelle tre o quattro “g” di troppo ci parlano in questo momento di questo... E di quanto i sogni siano davvero esempio e speranza solo se accompagnati da segni evidenti, da scelte radicali di cambiamento a partire dalla nostra stessa propria esistenza, capaci sì, se elaborati collettivamente di disegnare realmente scenari altri.
addio Presidente...
Maurizio Biosa
p.s.
Per costruire ponti di pace, ad esempio, l’iniziativa promossa da “un ponte per...” può segnare una svolta. E’ un inizio che mi auguro possa essere rimesso in circolo e a disposizione di tutte e tutti. In un qualche modo anche concreto (atti, supporti audio e video etc.)
COSTRUIRE PONTI DI PACE
INCONTRO CON ESPONENTI DELLA SOCIETA’ CIVILE IRACHENA
GIOVEDI’ 11 NOVEMBRE DALLE 10.00 ALLE 17.00
http://www.unponteper.it/article.php?sid=1108&mode=thread&order=0&thold=0
TEATRO PICCOLO ELISEO
VIA NAZIONALE 185 - ROMA




