Home > Lettera aperta all’On. Enrico Letta
Caro Onorevole,
ieri le immagini del Tg2 hanno mostrato una conferenza stampa svoltasi a Strasburgo. Accanto al rappresentante de L’UNIONE DEGLI ISTRIANI c’erano Gabriele Romagnoli di "Fiamma Tricolore" e Mario Borghezio della "Lega Nord". Fin qui, niente di sorprendente. La vicinanza tra gli ambienti della "diaspora" giuliano-dalmata e quelli della destra e dell’estrema destra italiana non crea meraviglia.
Genera invece stupore vedere seduto allo stesso tavolo Lei, caro Onorevole.
Perché? Perché chi parla di "genocidio" a sproposito come certi esponenti della diaspora giuliano-dalmata non dovrebbe trovare interlocutori negli ambienti politici cui Lei fa riferimento.
La nostra tradizione è un’altra: vuole la pacificazione sul confine-orientale. Non vuole certo rivendicazioni di stampo nazionalistico. Giammai vuole bollare come "genocidio" quello che genocidio non è stato.
Veda, in molti - troppi - ambienti della "diaspora" si tende a sorvolare sulle vicende che hanno portato molti (non tutti) italiani d’Istria e Dalmazia a lasciare quelle terre. Si sorvola sulla politica nazionalista e violenta del fascismo, sull’italianizzazione forzata dei nomi, cognomi e toponimi slavi. Non si parla dei lager di Gonars, di Arbe, di Renicci, ecc. ecc. in cui trovarono la morte migliaia di sloveni e croati colpevoli di essere tali. Quando non si sorvola, si nega, bollando tutto ciò come "propaganda jugoslava".
La "propaganda" ha delle prove: mai sentito parlare di THE FASCIST LEGACY, film mai trasmesso dalla Rai, che ne comprò i diritti dalla Bbc anni fa? Cosa ne pensano gli amici della "diaspora" di certe cose?
Sorvolano?
Lo so, le elezioni si avvicinano e per conquistare voti al "centro" quando non addirittura a "destra" si fa di tutto. Si rischia però di perderne a sinistra, perché a questo punto il sottoscritto, che di estrema sinistra non è mai stato, sceglierà di non votare per la lista che raccoglie Ds e Margherita, visto il lento ed inesorabile avvicinarsi di certi leader agli ambienti nazionalisti, irredentisti e revanscisti
della "diaspora".
Non rimane che scegliere tra Bertinotti e Cossutta...
Con rispetto.
Federico Degni, Roma - Trieste
www.federicodegni.it <http://www.federicodegni.it>
"Puo’ uno Stato il cui leader controlla tutte le tv nazionali sedere nel
club delle democrazie? Puo’ uno Stato il cui leader riscrive le leggi per
salvare se stesso superare l’esame della legalita’ e della democrazia?
Molti penseranno che il Paese di cui parliamo sia la Russia. Sbagliato,
e’ l’Italia". Graham Allison, Los Angeles Times 4 gennaio 2006