Home > Lettera dal Libano
di Charbel
"Amici miei, se mi pensate, pensate allora al mio paese, e se mi volete aiutare, aiutate allora il mio paese. Dal profondo buio della notte il mio paese vi chiede di pensarlo e di aiutarlo, io penso che non basta vedere, leggere o ascoltare le "notizie importate" (come se fossero delle merci in commercio), cercate la verità altrove, non basta vedere i paesi unirsi a Roma in un "summit a favore della crisi libanese" (già non riuscito in partenza), nel mentre Israele non ha spento nemmeno i motori della sua macchina, per non lasciare a chi desidera la pace, di poter ascoltare l’appello del cessare il fuoco. Noi invece ci riuniamo per sentire la verità di un paese che da più di 30 anni porta la croce di tutto il medio oriente e ci riuniamo per dire a tutto il mondo basta interressi a spese del sangue dei bambini... È UNA VERGOGNA!.
Io non sono un giornalista ma inviterei ogni giornalista che scrive (per non importa quale quotidiano) a non essere semplicemente una "casella postale" che trasmette ciò che glielo forniscono gli altri, ma piuttosto lo inviterei di mettere per prima la sua penna sul suo cuore e sulla sua coscienza perché la parola e la voce dei popoli possano gridare basta e perché si possa fermare questa guerra, lasciando da parte i "grandi paesi" alle loro "inutili" riunioni e finte idee "per la pace".
Villaggi come Marun el Ras, Bent Jbeil, Aitarun, khiam, ecc. forse per voi non sono mai esistiti e adesso realmente non esistono più (in cui oggi 40 irraggiungibili morti sono sotto le macerie), non solo, ma la risposta tocca perfino i caschi blu (4 morti) e altre caserme dell’esercito libanese (sotto un raid israeliano in corso in questo momento).
Le distruzioni sono fuori scala, equivalgono ad una bomba atomica, certo, Israele per distruggere libano ha ottenuto il diritto dalla sua grande alleata USA, la quale d’altra parte sta contrattando (facendo finta di fare da mediatrice) per la pace...! ma in che mondo viviamo?
I profughi dal sud senza cibo, acqua e medicinali sono più di mezzo milione, i soccorsi non riescono a coprire l’immensa gamma della popolazione in fuga (donne che gridano piangendo e lamentandosi dell’incapacità del governo libanese a mobilitare gli aiuti umanitari).
Vi chiedo di diffondere l’appello a chi non ha ancora stufato di sentire di guerre e di discriminazioni e se c’è una possibilità in TV e nelle diverse medie finché questa voce arrivi oltre l’oceano. Magari si possa trovare un meccanismo per una raccolta di fondi a favore di una popolazione che oggi si trova senza tetto.
Amici mi sento spinto in questa situazione TZUNAMINIANA di cercare tramite qualche organizzazione umanitaria (che sia almeno onesta) un modo per aiutare la gente sfollata e senza casa, che aspetta qualcuno che la pensi (vi comunico con una ulteriore mail dove e in che modo contribuire all’aiuto).....
Amici miei nel mio primo appello ho ricevuto una grande solidarietà da parte vostra, cosa che mi ha spinto a riscrivervi anche per ringraziarvi.
Ringraziarvi a nome di tutti i cedri delle nostre montagne, perché con il vostro grido NO ALLA GUERRA i nostri cedri rimarranno verdi e non moriranno (anche loro) per le bombe israeliane"
Un saluto dal libano, Charbel