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Libera. I frutti dei beni confiscati alla mafia

Publie le giovedì 13 novembre 2008 par Open-Publishing

Libera. I frutti dei beni confiscati alla mafia

di Elisa Palagi

I prodotti della legalità, da oggi, sono ancora più “al centro”. La Bottega dei sapori e di saperi della legalità di Libera si è trasferita in via dei Prefetti, nel cuore di Roma, per far conoscere i prodotti delle terre confiscate ai mafiosi a molte più persone. A due passi dai palazzi del potere, in una zona commerciale percorsa ogni giorno da migliaia di passanti, il colorato negozio si presenta con i suoi scaffali pieni di passata di pomodoro, melanzane e pomodorini sott’olio, ceci, pasta, olio, vino, libri e pubblicazioni “anti mafia”.

Per dare un segnale deciso alla criminalità organizzata, ricca e potente in tutto il paese, non solo nel Mezzogiorno ma anche nel Lazio e a Roma, è importante rafforzare la coscienza e la responsabilità antimafia nella capitale.

Accanto alla nuova sede, messa a disposizione dalla Provincia, un’ampia sala conferenze per gli incontri organizzati da Libera. Un’opportunità in più, per molti, di avvicinarsi concretamente alla lotta alla mafia, di conoscere la realtà di Libera e contribuire alla legalità con una scelta di consumo consapevole. La bottega è dedicata a Pio La Torre, politico ucciso dalla mafia a Palermo nel 1982. Per festeggiare la nuova bottega erano presenti la moglie e il figlio di Pio La Torre, assieme al prefetto Mosca, a don Luigi Ciotti, a Tano Grasso, al presidente della provincia Zingaretti.

«La nuova collocazione si inserisce nel progetto di dare visibilità e centralità alle attività antimafia» ha detto il presidente della Provincia Zingaretti, definendo l’impegno a sostegno dell’antimafia come un tratto quasi distintivo del lavoro dell’amministrazione provinciale. «La dedica a Pio La Torre è stata naturale, ma non dobbiamo delegare agli eroi la lotta alla criminalità organizzata, ognuno di noi può combattere ogni giorno. Sostenere che la mafia non ci riguarda è una falsità: in realtà fa sempre più parte del tessuto economico di Roma», ha proseguito Zingaretti.

Pubblicizzare e vendere i prodotti delle terre confiscate ai mafiosi nel centro di Roma ha un’importanza anche simbolica molto forte, essendo la criminalità organizzata ben radicata in tutto il paese e in tutto il Lazio. «Da tempo abbiamo cominciato a parare di “quinta mafia” nel Lazio, un tipo di criminalità legata alla camorra dei Casalesi, ma attecchita nel Lazio con persone del luogo che rivestono incarichi di rilievo, sempre più autonoma e autoctona, come un cancro che si propaga, attacca un altro organo e assume caratteristiche specifiche» ha spiegato il responsabile di Libera per il Lazio Antonio Turri. «Abbiamo assistito a fatti eclatanti, come lo scioglimento di consigli comunali per mafia o la chiusura di un famoso ristorante in piazza di Spagna qualche giorno fa’. Sono poi preoccupanti i dati demaniali sui beni confiscati nel Lazio, 329 immobili e 92 aziende. Nonostante ciò, la consapevolezza della realtà, nel territorio, è ancora troppo scarsa, e troppo raramente non notiamo i segni chiari di una forte presenza mafiosa nella regione», ha proseguito Antonio Turri.

Le parole più toccanti sono state quelle di don Luigi Ciotti, presidente Libera associazioni, nomi e numeri contro le mafie, che si è rivolto direttamente al mondo della politica. «Non ci si nasconda dietro la crisi economica! – ha tuonato don Ciotti – Bisogna lavorare di più sui beni confiscati, deve essere costituita un’agenzia nazionale, come stabilito all’unanimità dalla Commissione antimafia». Il presidente di Libera ha chiesto leggi chiare, adeguate e puntuali, senza le quali non sarà mai possibile sconfiggere le mafie. La verità, per don Ciotti, è il nodo centrale: occorre accertare la verità dando maggiori risorse alla magistratura, bisogna creare le condizioni per risalire ai prestanomi dei mafiosi per poter annullare la loro ricchezza, bisogna fare in modo che i beni confiscati siano davvero restituiti alla collettività, aggiornando la legge voluta da La Torre. «Se nascono e nasceranno botteghe della legalità nelle piazze centrali di tutte le nostre città lo dobbiamo a Pio La Torre» ha affermato Luigi Ciotti. Botteghe per cittadini responsabili, al tempo stesso buongustai.