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"Liberazione", 15 giorni di tempo per sapere se sarà venduta. E a chi
Publie le venerdì 9 gennaio 2009 par Open-Publishing"Liberazione", 15 giorni di tempo per sapere se sarà venduta. E a chi
Il futuro di Liberazione verrà deciso «nei prossimi 15 giorni». E’ il margine di tempo comunicato all’assemblea dei giornalisti dal segretario del Prc Paolo Ferrero. Un’assemblea tesa, per via dell’annuncio da parte del partito editore di vendere quote azionarie della società editrice (Mrc). Tesa, comunque, anche per l’altro annuncio fatto dalla nuova maggioranza del Prc: il cambio di direzione al giornale. La sfiducia a Piero Sansonetti dovrebbe essere votata lunedì prossimo dalla direzione nazionale convocata per discutere della vicenda Liberazione . Al suo posto potrebbe arrivare Dino Greco, sindacalista di lungo corso che si è riservato 48 ore di tempo per decidere sull’offerta comunicatagli ieri dalla segreteria nazionale di Rifondazione. Greco, ex segretario della Camera del Lavoro di Brescia, «non è un giornalista - chiarisce Ferrero - dunque, sarà affiancato da un direttore responsabile».
Il cui nome non è ancora noto. «Come ho detto a Sansonetti, io avrei evitato un cambio alla direzione del giornale - spiega il segretario - avevo sperato in una gestione più attenta, ma questo non è avvenuto. Il problema non è la fedeltà al segretario o l’autonomia dei giornalisti. Il problema è quale progetto politico viene portato avanti dal giornale: se quello del Prc o quello della distruzione del Prc. E’ stato il secondo, per questo lunedì la direzione deciderà il cambio». Da parte sua, Greco: «Chi mi conosce sa che l’indipendenza è la cifra della mia carriera sindacale e che per questo ho anche pagato un prezzo. Ci voglio riflettere attentamente esaminando con cura le ragioni politiche e personali. Se dovessi accettare di fare il direttore non farò un bollettino di partito».
La questione della sostituzione del direttore non è slegata dai propositi di vendita. La cosa non sfugge ai rappresentanti sindacali - Paolo Butturini di Stampa romana e Elena Polidori della Fnsi - presenti all’assemblea di ieri. «Noi siamo fermi a un piano di rilancio bocciato dalla direzione del partito (a dicembre, ndr.) senza che al sindacato siano state spiegate le ragioni: vi invito a farlo - esordisce Butturini - posso capire le ragioni dell’editore sul cambio del direttore, ma penso sia intempestiva perchè avviene nel momento in cui non è chiaro il futuro del giornale: va chiarito se il Prc intende mantenere le quote di maggioranza in Mrc.
Notiamo dunque una contraddizione e le contraddizioni si possono sanare...». La richiesta del sindacato a Ferrero è di «lavorare insieme per verificare la solidità delle offerte d’acquisto». Richiesta accolta dal segretario, che sul piano bocciato chiarisce: «Non rispettava il mandato della direzione sul pareggio di bilancio nel 2009». Restano comunque del tutto fumosi e incerti i contenuti e i contorni della trattativa - comunque in corso - che dovrebbe portare alla cessione della Mrc Spa.Quanto ai possibili acquirenti, due le proposte sul tavolo per il momento. Resta in piedi quella di Luca Bonaccorsi, editore di Left che si è fatto avanti con una lettera di interesse a Ferrero prima di Natale, e c’è quella di un consorzio di imprenditori che proprio ieri ha lanciato pubblicamente la sua offerta sulle pagine di Liberazione , lamentando di essere stati ignorati finora dal partito. Ferrero: «Ne ho appreso solo ora».
E promette che «tutte le offerte in campo verranno valutate a pari condizioni», ma una di questa è la «direzione a Dino Greco». Uno dei punti cruciali, e non chiariti nell’assemblea di ieri, è la quota di azioni che rimarrebbe in mano al Prc. A specifica richiesta da parte dei sindacalisti presenti di mantenere sotto il cappello del Prc almeno il 50% più una delle azioni, requisito indispensabile ad oggi per continuare a accedere al finanziamento statale (e dunque la sopravvivenza), Ferrero ha messo agli atti che «la preoccupazione mia è quella di mantenere ovviamente il finanziamento. Ma non è quella di conservare la maggioranza delle azioni. Anzi, fosse per me terrei lo 0,1%». Un punto decisivo di dissenso con il sindacato e l’assemblea dei giornalisti. Così come preoccupa l’ammissione di Ferrero che «non esiste ancora un piano su cui discutere la vendita».
Ossia, nei 15 giorni di tempo chiesti ieri, il segretario del Prc e l’acquirente dovranno presentare al sindacato un piano editoriale, un piano industriale e la verifica della garanzia economica dell’acquirente. Non solo, resta nel limbo anche la portata del cambio di direzione. Se Greco scioglierà la riserva, e se verrà affiancato da un direttore responsabile, saranno loro a dirigere il giornale anche se dovesse cambiare l’assetto proprietario? La risposta di Ferrero è stata «sì», una risposta che fa a cazzotti con l’apertura alla seconda cordata (quella di Loop che prevederebbe la direzione Sansonetti) e che suona strana se letta nelle dinamiche contrattuali fra editore (che potrebbe, appunto, cambiare) e direzione del giornale.
Capitolo livelli occupazionali: basta la garanzia scritta nella manifestazione di interesse di Bonaccorsi a mantenere inalterati i livelli occupazionali, «compatibilmente con il rilancio del giornale»? Ai lavoratori non basta, Ferrero risponde che sarà tutto oggetto di verifica. Una verifica urgente, rimandata già troppe volte, finalmente promessa ma che dovrà essere puntuale e dettagliata in tutti i suoi aspetti. Questa la risposta del sindacato a Paolo Ferrero.