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Liberazione: "Povera e triste maniera, ma l’unica in questo caso"
Publie le mercoledì 22 ottobre 2008 par Open-Publishing"Povera e triste maniera, ma l’unica in questo caso"
di Pasquale Vilardo
Caro Piero ,
dal mio punto di vista mi sembra che ti sei cacciato in un vicolo cieco e che stai soltanto facendo del male a te stesso - per la tua credibilità e dignità - , a "Liberazione" - nella sua non facile ricerca di equilibrio tra autonomia giornalistica e utilità per il partito di cui è l’organo - , al PRC - che invece di lavorare e possibilmente decollare in una situazione di eccezionale crisi del capitalismo e di ripresa entusiasmante dei movimenti "per un altro mondo possibile" - è bloccato dalle manovre illegittime della componente di minoranza che non ha solo perso al congresso nazionale di luglio, ma è responsabile della più drammatica sconfitta politica del PRC e della sinistra, il 14 aprile di quest’anno, e che dimostra solo di volere tornare alle poltrone, senza nemmeno una parvenza di autocritica. Contrariamente a quello che pensano gli a-comunisti o gli anti-comunisti, la condizione dei comunisti oggi - almeno a mio avviso - non è una condizione di chi ha stolte certezze e lo sguardo rivolto al passato, bensì una condizione di ricerca guidata dal dubbio, per connettersi con il nuovo che emerge nella società , per verificare la bontà o meno delle idee-forza del movimento comunista.
Pronti dunque - qualora la realtà ci desse torto - all’autocritica e ad
esplorare altre vie , "provando e riprovando".
In questa ricerca non sono indifferenti i modi della ricerca stessa e cioè lo spirito di verità , di tolleranza reciproca , di pluralismo , di lealtà, di giustizia. Secondo lo spirito critico e fecondo che ha fatto, in altri tempi ormai, la fortuna politica della stessa Rifondazione Comunista e il successo di altre aree politico-sociali radicali che non fanno di ogni erba un fascio e - criticando comunque i tanti esiti negativi - apprezzano il lascito positivo di tanto pensiero e di tante esperienze del movimento comunista, da Marx alla Comune di Parigi, dalla Rivoluzione del ’17 alla Resistenza, dal’68 all’Autunno Caldo sino ai movimenti di oggi. Non tutti successi immediati, ma, come dicono le persone sagge , "sbagliando si impara" e " la sconfitta è madre della vittoria". Ricordi il ’68 ’? Non ha certo vinto sul piano politico-istituzionale , ma non per questo lo butteresti alle ortiche, non per questo non ha avuto conseguenze positive per la società.
Ti cito una riflessione di Alessandro Manzoni - tratta da "Pensieri e Sentenze" - che , nel suo significato essenziale e non letterale, ovviamente, mi pare faccia al caso tuo: "E’ un dovere impiegare le proprie forze in servizio della [patria] ; ma, dopo averle misurate, il lasciar libero un posto importantissimo a chi possa più degnamente occuparlo, è una maniera di servirla: povera e triste maniera, ma l’unica in questo caso."
Un saluto.