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Liberazione censura: "Perché i tagli a quelle interviste?"
Publie le giovedì 17 aprile 2008 par Open-Publishing1 commento
Perché i tagli a quelle interviste?
Vittorio Bonanni e Tonino Bucci
Su “Liberazione” di martedì 15 aprile sono apparse due interviste a nostra firma, rispettivamente ad Alessandro Dal Lago e a Marco Revelli. A nostra insaputa e senza esserne avvertiti sono state tagliate alcune frasi sulla base di valutazioni che non hanno nulla a che fare con i canoni giornalistici.
La domanda a Revelli, «Troppa disinvoltura nel passare da una linea politica all’altra, dal movimentismo al governismo, senza un profilo politico-culturale forte?», è stata trasformata nella versione soft: «Una linea poco chiara, senza un profilo politicoculturale forte?»
E’ stata invece tagliata la risposta, certo colorita ma non offensiva, di Alessandro Dal Lago, che con riferimento al ceto politico della sinistra, ha detto che «non se ne poteva più di certe facce», ammettendo comunque la durezza dell’espressione usata. Non si vede nessuna necessità giornalistica all’origine di questi tagli.
Pensavamo inoltre che a pochi minuti dalla notizia che eravamo praticamente scomparsi da Camera e Senato si potesse osare un po’ di più, usando anche espressioni forti o mettendo in discussione una linea che certamente qualche problema avrà pur creato se siamo arrivati a questo punto.
L’impressione, invece, è che ci sia stata dunque una valutazione “politica” finalizzata a cancellare espressioni ritenute sconvenienti. Ci auguriamo che questa impressione venga smentita. In caso contrario non sarebbe questo l’atteggiamento migliore per riflettere seriamente sulle cause di una sconfitta elettorale così pesante e voltare davvero pagina.
Messaggi
1. Liberazione censura: "Perché i tagli a quelle interviste?", 17 aprile 2008, 16:17
Ancora una volta è utile ricordare che si scrive "Liberazione" e si legge "Pravda". Sansonetti è bravo solo a criticare il governo cubano, ma quanto a metodi, potrebbe tranquillamente essere il direttore de: "El Granma". Così anche oggi egli potrebbe annunciare dalle colonne del suo giornale "la gloriosa scoperta del puro 3% di elettorato di sinistra fiducioso nella vittoria della causa del socialismo. Gli elettori festanti tributano un caloroso saluto al compagno Bertinotti, il quale, forte delle sue idee, commenta lo straordinario risultato conseguito: "E’ il 97% degli altri elettori a non avere colto la profondità della mia visione""