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"Liberazione" e la sinistra maschile e patriarcale

Publie le lunedì 22 settembre 2008 par Open-Publishing
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"Liberazione" e la sinistra maschile e patriarcale

di Cristina Ibba

Cara redazione, caro Direttore,

ho provato turbamento, giorni fa, nel leggere la lettera di Roberto Gramiccia (domenica sette settembre), in cui sostiene che su Liberazione «i problemi della corporeità e del sesso pesano come le ecocompatibilità nei programmi dei verdi».

So bene che non è mai piaciuto a questo partito affrontare quel capitolo di storia millenaria che parla dell’oppressione, del dominio degli uomini eterosessuali sulle donne e sugli omosessuali, quella parte di storia che parla di sfruttamento, violenze, esclusione.

La parte maschile del nostro partito ha sempre ridotto il patriarcato ad una questione attinente alla sfera della coscienza individuale, o nella migliore delle ipotesi a quella dei diritti.

Ma io penso che un partito di sinistra, un partito comunista, non si possa limitare a mostrare "solidarietà" e "tolleranza", proponendo politiche protezioniste, di tutela, o peggio ancora securitarie. Un partito comunista oggi deve combattere le tentazioni identitarie, gli integralismi religiosi e laici, perché non saranno leggi buone o cattive a cambiare lo stato di cose esistenti.

D’altronde sono state portate avanti politiche a favore degli omosessuali anche da Angela Merkel, David Cameron, Nicolas Sarkozy e perfino da Aznar, tutti non campioni di sinistra in Europa.

Gramiccia si dovrebbe preoccupare soprattutto del fatto che in Italia è la destra a fare politica sul corpo: sul corpo delle donne, dei gay, delle lesbiche, delle trans. Sul loro corpo ha costruito cultura, valori, senso comune, tutto indirizzato verso il disprezzo delle diversità, di ciò che fuori "norma".

Quella italiana è una destra sempre più potente perché spalleggiata da tutti i poteri forti come la chiesa di Roma, gli apparati tecnico-scientifici, le burocrazie statuali che fanno bella mostra della loro comune radice sessista e razzista.

Una destra potentissima che da una parte cerca di distruggere ogni tutela sociale ed economica e dall’altra impone un modello familiare e più in generale sociale dove tutto venga risolto dentro le mura domestiche.
La crisi della politica, della rappresentanza, della partecipazione nasce, a parer mio, soprattutto dal fatto che la politica, soprattutto la politica maschile, non ha saputo compiere il necessario sforzo di aderenza all’esperienza umana dei soggetti sessuati, donne e uomini, non si è incarnata nelle loro vite differenti.

In questi anni mentre il partito aveva investito tutto (o quasi ) sul governo, Liberazione provava , tra mille resistenze, un’altra via: quella della cultura della trasformazione, dando voce anche ai movimenti delle donne e degli omosessuali, come soggetti politici a tutto tondo, con un nuovo senso critico, un’altra elaborazione teorica, una nuova idea di futuro.

Quindi, non penso che Gramiccia debba andare dall’andrologo, perché il suo pensiero è il pensiero dominante condiviso da milioni di uomini di destra e di sinistra: però mostra nella sua lettera tutta la paura maschile di mettere in discussione il "potere". Soprattutto, quando giudica la redazione "libertaria, libertina, un po’ casinista", mi viene in mente il "disordine" che le donne hanno creato (e per fortuna, continuano a creare) da alcuni decenni nel mondo, mettendo in discussione la naturalità del ruolo a loro assegnato come mogli, madri, ma soprattutto riproduttrici di genealogie maschili.

Hanno messo in discussione la famiglia tradizionale, istituzione del potere maschile, e luogo strutturale di violenza. Hanno parlato di autodeterminazione. Ci sono voluti anni di lotte, di conflitti, così come adesso nei vari Gay pride il desiderio, l’espressività umana, viene resa evidente per strada in modo ostentato, provocatorio, dissacrante, con i corpi, le bandiere, i carri, i mille colori della vita.

Messaggi

  • brava cristina, ci volevano queste parole! meno male c’è ancora qualcuno che la pensa cosi! perchè posso garantirti che la cosa peggiore è vedere che ci sono donne( e purtroppo ce ne sono ancora) che la pensano in maniera maschilista! la chiesa è in grado davvero di fare il lavaggio del cervello ad alcune donne, questo è un problema in Italia, se poi la politica contribuisce... fantastico!!