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"Liberazione": il mio giornale, il nostro giornale
Publie le lunedì 6 ottobre 2008 par Open-Publishing"Liberazione": il mio giornale, il nostro giornale
di Anna Sonego
E’molto interessante la quantità e la qualità delle lettere e degli articoli usciti in questi giorni relativi a "Liberazione" e spero che non si riducano a un"esempio di democrazia"ma che facciano riflettere e trarre delle conclusioni. Se è vero, infatti, che è da ascrivere a merito della direzione il dare spazio anche alle critiche più radicali, questo fatto risulterebbe puramente di immagine se le critiche(come è avvenuto sinora) non fossero prese in considerazione e tutto proseguisse come se non fossero state poste.
Si obbietterà che la linea di un giornale non può essere condizionata dalle critiche dei suoi lettori ma in tal caso vi chiederei (caro Piero e care/i giornaliste/i): chi vi dà la legittimità di sostenere certe teorie e di scriverle su un giornale particolare che si denota, in prima pagina, come "giornale comunista" e che è il quotidiano di un partito che si chiama Rifondazione Comunista? Certamente la coscienza di far parte - pur con innumerevoli differenze - della comune visione del mondo, dello stesso desiderio di cambiare lo stato delle cose presenti. Oso pensare e sperare che non vi legittimi solo il fatto di saper fare bene il vostro lavoro anche perché questa sarebbe una idea oltremodo lontana da tutto quanto, almeno dal ‘68 in poi, si è chiamata "critica degli specialisti, critica della separatezza..". Ma "Liberazione" quali modi, azioni, fatti concreti ha per mettere in crisi l’autoreferenzialità se non quello di farsi mettere in discussione dai propri lettori?
Caro Piero, ti senti davvero sereno quando pubblichi le lettere di compagni che non solo acquistano ma diffondono il giornale che dirigi anche se si sentono spesso insultati (basta con "l’identitarismo" i ferreriani e i vendoliani, i "vetero": rigidi ed arroccati nelle loro certezze" e i "nuovi":critici, aperti, unitari"!) anche se leggono articoli che distorcono in maniera grottesca quanto hanno visto e sentito personalmente( le cronache delle giornate congressuali passeranno alla storia come esempio di faziosità e partigianeria difficili da eguagliare!).
Onestamente, care/i compagne/i, pensate di essere stati corretti in questi ultimi mesi? Oltre a certi articoli di una faziosità ridicola non pensate che i lettori sappiano che non è neutra né la posizione di un articolo né la scelta dei titoli? Cosa pensate quando venite a sapere che molti iscritti al partito, al cui giornale lavorate non vi leggono? E che programma avete per far loro cambiare idea? Perché, oltre alle azioni mediatiche non pensate di "andare tra il popolo" cioè di lasciare per qualche ora le vostre scrivanie e ascoltare, spiegare, dibattere nelle sezioni di Roma non solo?
Mi permetto queste critiche e proposte proprio perché il giornale della "gestione Sansonetti" è diventato vivace, aperto, stimolante: una vera alternativa agli altri quotidiani e non un bollettino di partito. Ma è un giornale di partito e non può essere una piazza in cui si incrociano le voci più dissonanti. Secondo me deve essere una piazza "politica" come quelle che riempiremo l’11 ottobre. Una piazza di diversi soggetti che hanno in comune obiettivi, passioni, volontà di lotta e di cambiamento. Una piazza aperta e meticciata ma legata dalla comune volontà di cambiare non solo questa società sempre più diseguale ma anche i nostri pensieri spesso inadeguati a capire e a capirci. Se tutti pensiamo che la sinistra che si oppone allo sfruttamento, alle discriminazioni, alla distruzione del pianeta, all’alienazione umana debba ritrovare i modi, i linguaggi, gli strumenti per unirsi, perché "Liberazione" ha scelto di sostenere solo una parte di questa sinistra?
Poiché concordo totalmente con la lettera aperta di Federica Pitoni (che non conosco) credo sia indispensabile una grande iniziativa del giornale e del partito per confrontarsi ed assumere decisioni responsabili perché "Liberazione" non solo continui a vivere ma riesca ad essere uno strumento di conoscenza, di stimolo, di collegamento tra le varie esperienze e riflessioni non solo per i militanti di Rifondazione Comunista ma anche per il popolo della sinistra, anche per i delusi ed i senza speranza. Sembra, talvolta, che si voglia provocare la dirigenza del partito a prendere una decisione censoria! Ma care/i compagne/i, visto che siamo materialisti (o no?) quali proposte fate per risolvere i buchi (voragini) di bilancio? Forse voi, da buoni romani, conoscete come vivono alcuni "dirigenti"ma sapete che il (mio) circolo "Rosa Luxemburg" di Milano-centro è privo di una sede ed è costretto a riunirsi in federazione che si trova all’estrema parte ovest della città?
Forse non siete riusciti a mandare un messaggio conforme alle vostre intenzioni ma la vostra protesta (che ho sostenuto dal primo giorno) è sembrata più una battaglia contro la componente "comunista", che ha vinto il congresso e che perciò dirige il partito, che contro il governo o il partito che negli anni scorsi ha sorvolato sul deficit che il giornale andava accumulando.
Ho scelto di abbonarmi a "Liberazione" da più di due anni proprio perché "il manifesto", che era da sempre il mio giornale, continuava sulla sua linea "di parte" sul femminismo.
Da alcuni mesi anche "Liberazione" è troppo di parte. Spero che troviate la forza di aprirvi ed accogliere le varie anime della sinistra perché è di pensieri e di pratiche all’altezza dei problemi che ci stanno di fronte ciò di cui abbiamo bisogno!