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Liberazione: tra il Prc e il suo giornale, crisi di rapporto
Publie le lunedì 15 dicembre 2008 par Open-PublishingLiberazione: tra il Prc e il suo giornale, crisi di rapporto
A. Ca.
ROMA - Ormai è un tormentone giornaliero. Rifondazione comunista e Liberazione sono ai ferri corti. Sembra che tutto l’universo politico giri attorno al quotidiano di cui è direttore Piero Sansonetti. C’è una crisi di dimensioni epocali? Il dibattito interno a questo partito accende un aspro confronto fra la maggioranza di Paolo Ferrero e la minoranza guidata da Nichi Vendola proprio sul futuro del giornale.
C’è la necessità, anche alla luce delle elezioni europee e amministrative, che si può dire sono alle porte, di ricostruire una presenza, una forza della sinistra dopo la sconfitta che ha estromesso Rifondazione da Camera e Senato? Che conta, l’ombelico del mondo è Liberazione, diventato un emblema per la minoranza vendoliana. Ora sarebbe sciocco negare che esiste un problema, che riguarda il futuro del giornale, i posti di lavoro, una crisi di vendite, perdite di bilancio da far paura. Ma il nodo è qualcosa di più profondo: può un giornale di cui è proprietario un partito sostenere un progetto politico alternativo a quello che il congresso del partito ha deciso? Ciò tanto più quando questo progetto alternativo prevede la costituzione di un altro partito cui dovrebbe partecipare anche la minoranza della forza politica proprietaria del giornale?
In soldoni la fine del Prc. Ancora: si tratta di una lesione dell’autonomia dei giornalisti, a partire dal direttore, se c’è una sollecitazione alla redazione e al direttore a offrire una visione anche critica della realtà del partito? Interrogativi che sono al centro di un confronto serrato fra la segreteria del partito e il direttore del giornale. La risposta la si dovrebbe trovare, e lo proponiamo anche ai nostri lettori, nell’apertura di un dibattito che affronti i temi della professionalità giornalistica, dell’autonomia, del rapporto fra testate e partiti quando ne sono gli editori. Invece a volte, in questa vicenda volano anche parole grosse come quelle che sono state rivolte nei confronti di Paolo Ferrero il quale reagisce con forza ad alcune dichiarazioni rese da Piero Sansonetti. Ovviamente non è nostro compito esprimere giudizi, valutazioni nel merito dello scontro fra il Prc e il suo quotidiano che sta diventando un caso nazionale e che vede questo partito come un imputato di lesa maestà.
Altri giornali lo fanno, in modo anche scoperto per attaccare un partito, la cui colpa è quella di editare un giornale che vive una grave crisi. Della questione si è occupato anche il Comitato politico del Prc che ha votato un ordine del giorno che riguarda il futuro del giornale. Da attenti cronisti, interessati da sempre alla libertà di stampa di cui giornali di partito sono una componente importante, seguiamo questa vicenda e registriamo fatti e posizioni. Oggi quella del segretario del Prc: “Ho letto le dichiarazioni di Sansonetti rese all’Ansa. Dopo avermi dato dell’illiberale e del liberticida ieri e dello stalinista- dice Ferrero- , il direttore di Liberazione, invece di rispondere dell’impressionante calo di copie subito dal giornale e del drammatico buco di bilancio creato in questi anni, tira in ballo i morti e le
stragi sul lavoro, sostenendo che, su questo tema, Rifondazione è "silente e silenziosa".
Pregherei Sansonetti di lasciar perdere una polemica imbastita sulla pelle dei lavoratori morti che muoiono senza protezione: Rifondazione - a partire dal suo segretario e dai suoi dirigenti fino a tutti i
suoi militanti - se ne occupa e si batte per loro e i loro diritti dalla sua nascita e ogni giorno, con tutti i mezzi a disposizione, anche quando e se Liberazione non se ne accorge e non ne scrive, cioè
spesso.”
”Più in generale invece, rispetto al complesso delle parole pronunciate ieri ed oggi da Sansonetti, - prosegue-mi viene da replicare in un solo modo, e cioè citando il filosofo greco Aristotele, che diceva così: "Le
democrazie sono spesso corrotte dall’insolenza dei loro demagoghi”.