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Licenziamento Dante De Angelis - Il padrone e il coccodrillo

Publie le martedì 2 settembre 2008 par Open-Publishing
3 commenti

FALCRI Banca Nazionale del Lavoro

Sindacato Autonomo Lavoratori

Segreteria dell’ODC

www.falcribnl.com – e mail: falcribnl GLG yahoo.it

Sindacalista, Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS), Lavoratore attento all’incolumità fisica di chi viaggia in treno……tanto basta ed avanza per LICENZIARE DANTE DE ANGELIS macchinista ferroviere di Roma.

Dante è stato licenziato perché ha denunciato pubblicamente che dietro le continue rotture dei treni italiani, a partire dall’ETR 500, potrebbe esserci un problema di usura strettamente collegato anche al recente caso dell’EUROSTAR spezzatosi nella stazione di Milano.

Secondo le Ferrovie DE ANGELIS è stato licenziato perché avrebbe fatto affermazioni false accusando il management di non avere percezione delle reali ed attuali condizioni degli ETR.

La risposta del Lavoratore non si è fatta attendere e chiunque viaggi ed utilizzi i treni non potrà fare a meno di concordare con quanto pubblicato dal quotidiano “la Repubblica” il 17 agosto scorso:
“Ho solo evidenziato – dice l’RLS – una verità lapalissiana: la sussistenza di un errore umano, sempre possibile, non può essere criterio di assoluzione di un sistema di sicurezza il quale deve essere progettato proprio in modo da prevenire possibili errori”.

A sostegno delle tesi di DANTE arriva a sorpresa niente di meno che l’Amministratore Delegato delle Ferrovie Mario Moretti che ha pubblicamente ammesso l’esistenza di un “difetto di progettazione”, nonostante questa inequivocabile dichiarazione DE ANGELIS è stato licenziato!

Ricordiamo che il Lavoratore era già stato licenziato in un recente passato per avere protestato contro l’introduzione di un sistema di guida dei treni, da un lato pericoloso e dall’altro disumano nei confronti dei macchinisti, dal lugubre nome di “uomo morto” VACMA.

Già allora la FALCRI intervenne raccogliendo firme e premendo su FS ed Istituzioni affinché l’ingiusto licenziamento venisse revocato, cosa che avvenne in tempi celeri.

Non ne possiamo più di sfilate padronali che come i coccodrilli piangono di fronte alle telecamere il morto sul lavoro di turno.

Ora il nostro Sindacato non può che riattivare tutte le forme di pressione affinché questa palese ed intollerabile persecuzione, proprio in un momento in cui ogni giorno si contano morti sul lavoro e vengono denunciati risparmi sulla manutenzione anche degli aerei, venga a cessare restituendo al prezioso lavoro degli RLS come DANTE quel ruolo indispensabile che anche il Presidente della Repubblica ha più volte sottolineato.

Il LICENZIAMENTO di DE ANGELIS deve essere RITIRATO IMMEDIATAMENTE!

Invitiamo tutti a firmare la PETIZIONE telematica per l’immediato REINTEGRO di Dante attraverso il sito: www.macchinistisicuri.info

Roma, 1 settembre 2008

Segreteria dell’ODC FALCRI BNL

Messaggi

  • Chi è Mauro Moretti ... Il duro delle FS che licenzia

    UNA BIOGRAFIA a cura di Giancarlo Perna, Il Giornale, luglio 2007

    Cuore a sinistra e stipendio da nababbo, Mauro Moretti è il classico esempio del populista in carriera.

    Da otto mesi amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato, Moretti è un ex sindacalista Cgil. Oggi manager inflessibile, ieri a fare casino dall’altro lato della barricata. In 30 anni di piroette sui binari, Mauro ha fatto tutte le parti in commedia. L’uomo è versipelle. Prudente coi potenti, è rude coi sottoposti. Eccellente intenditore di faccende ferroviarie, aveva criticato - a mezza bocca - l’inefficienza delle precedenti gestioni. Oggi che è lui alla testa della baracca, le cose non vanno meglio. Treni in ritardo, sporcizia e scioperi sono all’ordine del giorno come in passato. La sola novità col suo avvento è l’aumento dei costi del biglietto. Dopo il blocco imposto dal centrodestra, il governo Prodi ha
    già gonfiato tre volte i prezzi che sono lievitati del 30 per cento. Quando non era ancora capo delle ferrovie, Moretti diceva: miglioriamo prima il servizio, poi diamo il via agli aumenti. Oggi che comanda lui, paghi di più e ricevi meno.

    Tra i grandi problemi delle Fs, 9.000 macchinisti di troppo. In Italia, ogni treno ha due piloti. Nei Paesi più moderni ce n’è uno solo. In Francia, è così dagli anni ’60. Ma i sindacati italiani rifiutano i prepensionamenti. Due macchinisti - dicono - sono una garanzia di sicurezza. Con le nuove tecnologie però questo non è più vero. In caso di malore del pilota, il treno può essere fermato dall’esterno. Il doppio macchinista è ormai un lusso e da anni, tra azienda e sindacato, c’è un braccio di ferro.

    Sul miglioramento del servizio e il risanamento dei bilanci, è caduto il precedente amministratore del centrodestra, Enzo Catania. La patata adesso è in mano a Moretti che finora non ha fatto alcunché. Anzi. Sentite cos’è successo il 22 giugno, quando il sindacato ha indetto uno sciopero proprio sulla faccenda degli esuberi.

    La galassia sindacale - Cgil, Cisl, Uil, Cobas e compagnia - aveva deciso il blocco totale del traffico. C’era però problema di portare i ferrovieri a Roma per una maestosa manifestazione davanti alla sede delle Fs. La Triplice, sfrontata, ha chiesto a Moretti la consegna di otto coppie di treni (andata e ritorno) per il trasporto dei manifestanti dai quattro punti cardinali. L’ineffabile Mauro, più da cigiellino onorario che da amministratore in carica, ha fatto il grandioso e li ha concessi. Si è avuto così il paradosso dell’Azienda che metteva a disposizione i treni per consentire agli scioperanti di manifestare contro l’Azienda medesima.

    Come se la Fiat prestasse migliaia di Punto ai dipendenti sparsi nella Penisola per farsi fischiare davanti ai cancelli di Mirafiori. Ma con una differenza di fondo tra i due casi. La Fiat, nell’ipotesi, avrebbe usato auto di sua proprietà. Moretti, invece, si è comportato da padrone con convogli di proprietà pubblica. Spetterà ora alla Corte dei Conti stabilire se i 16 viaggi in treno del 22 giugno sono stati pagati dai manifestanti o se invece a offrirgli la scampagnata è toccato all’Azienda, e dunque a noi. In conclusione, mentre per tutti gli italiani i treni erano fermi per lo sciopero dei ferrovieri, i ferrovieri in sciopero viaggiavano sui treni degli italiani.

    Assodato che il nostro Moretti non ci tutela come utenti, vediamo il come e il perché ce lo troviamo al vertice delle ferrovie. Mauro è un ingegnere elettrotecnico che ha trascorso la vita tra le locomotive. Si è laureato nel ’77 e nel ’78 è entrato nel Fs per concorso. I passi di avvio sono stati lenti e stentati. Nei primi anni ’80 si è però improvvisamente iscritto alla Cgil e ha iniziato la carriera sindacale. La scelta del sindacato del Pci fu del tutto naturale.

    Riminese di nascita, Mauro è imbevuto di comunismo. Comunista è la famiglia di origine, comunista il suo ambiente nella rossa Emilia Romagna. Nel sindacato, dov’è rimasto un decennio, il Nostro ha fatto passi da gigante fino a diventare segretario nazionale della Cgil Trasporti. Contemporaneamente, ha fatto strada nelle ferrovie. Per dirla tutta: le due carriere hanno preso il galoppo in parallelo. Più Moretti diventava importante come cigiellino più progrediva nei quadri ferroviari. Ciò gli ha procurato anche diverse antipatie tra i colleghi Cgil.

    Mentre i sindacalisti puri restavano al palo tra
    proteste e volantini, lui filava come una vaporiera verso i vertici aziendali, guadagnando dieci, venti, trenta volte più di loro. A un certo punto, la situazione si fece pesante e la Confederazione chiese all’allora amministratore delegato, Lorenzo Necci, di tenersi Moretti in esclusiva. Necci lo prese e lo valorizzò. Uscito dal sindacato, Mauro - che sa il fatto suo - divenne amministratore delegato della Rete Ferroviaria Italiana, la branca più danarosa delle Fs. Da Rfi passavano - e passano - tutti i contratti dell’Alta velocità, il maggiore investimento pubblico degli ultimi vent’anni. La Tav però è anche l’ennesima anomalia italiana. I binari, infatti, costano da noi da 10 a 16 volte più che in Spagna, Francia, ecc. Lo sproposito si spiega in parte con la posa delle rotaie che in un Paese montagnoso come il nostro è particolarmente onerosa. In parte, invece, non si spiega per niente. Ma così è. Moretti poi, di sua iniziativa, ha trasformato le Ferrovie nel quarto gestore telefonico più importante d’Italia. Le Fs hanno infatti una mastodontica rete di comunicazioni a uso interno. Un falansterio che, incomprensibile ai più, viene però giustificato con ragioni di sicurezza. Mauro, insomma, pensa in grande e ha fama di generoso spenditore di denaro ferroviario.

    Necci, come si sa, cadde in disgrazia nel ’96. Subì anche il carcere per presunti reati, risultati poi inesistenti. Il suo protetto restò invece in sella fino a raggiungere la recente promozione alla testa della holding. Mauro è tuttora un estimatore di Lorenzo, ma con prudenza. Giorni fa si è affacciato alla pubblica presentazione della Fondazione Necci, voluta dalla figlia Alessandra, a un anno della morte del padre. Ha anche detto qualche parola di compianto, ma si è guardato bene dall’impegnare l’Azienda nelle onoranze allo sfortunato ex amministratore delegato. Le Ferrovie sono invece in debito con Necci che, pur innocente, non ha avuto né buonuscita, né regolare trattamento di quiescenza. La vedova prende infatti mille euro mensili di pensione di reversibilità.

    Per capire quanto è irrisoria rispetto al grado che fu del marito, basti pensare che Moretti ha uno stipendio di oltre 800mila euro l’anno. Ma Mauro, nonostante debba molto al suo ex capo, non muove un dito. Da mesi, fa orecchio da mercante alle richieste della famiglia Necci di portare la pensione vedovile a livelli decenti. Della serie, meglio perderlo che trovarlo. Questo core ingrato di 53 anni è un tipo tonico e iperattivo. Oltre a guidare le Fs, è sindaco di Mompeo, paesotto del Reatino. È stato eletto con una lista civica, ovviamente di sinistra, poiché come dice sempre: «Il mio cuore è lì che batte».

    Per sopramercato è anche vicepresidente dell’Associazione romana degli industriali, presieduta da Luigi Abete, quello della Bnl.

    Nel comando, Moretti è ruvido e sprezzante. Ascolta distratto e interrompe bruscamente i collaboratori: «Basta! So io come decidere». È facile all’ira, che si preannuncia con la comparsa negli occhi di venuzze rosse e palpitanti. Alcuni lo ammirano, i più lo temono, nessuno lo ama. Mauro se ne compiace con l’orgoglio antipatico dell’uomo che si è fatto da sé. Spesso è lui a provocare. Se nota un dirigente con un orologio di lusso o un bella macchina,
    sfotte: «Si vede che guadagni molto», oppure «Si vede che sei ricco di famiglia».

    Non pensiate però che il criticone si tratti male. Ha una stanza di 250 mq, pari a due piscine olimpioniche, autoblù, un po’ po’ di stipendio. Si bea nel licenziare. Ha già liquidato - profumatamente e con soldi pubblici - una trentina di dirigenti ereditati dal centrodestra, in applicazione del più puro spoil system. Ha rinnovato tutto il Cda, tingendolo di rosso. Ha graziato solo Clemente Carta, dell’Udc, in vista di futuri accordi col partito di Casini.

    Impera come ras Menelik, non delega, decide tutto. Si fida solo di tre, piazzati da lui: Michele Elia, ad di Rfi; Nicola Mandarino, capo delle strategie; Rossi di Ferservizi.

    Come ogni anno, Moretti ha organizzato in maggio nella natia Rimini la Convention di due giorni per 600 dirigenti ferroviari. Una costosa bisbocciata in cui si alternano frizzi e discorsi. Il presidente Fs, Innocenzo Cipolletta, si è esibito nel «Ragazzo della via Gluck», Moretti ha interpretato Lucio Battisti, i 600 hanno intonato insieme, «Volare». Al commiato, Mauro ha avvertito amabile: «Chi non condivide la mia linea, passi allo "sportello Vergara"», l’ufficio licenziamenti Fs. Chiusa perfetta per un padrone delle ferriere tesserato Cgil.

  • e’ normale in una nazione che e’ fondata sull’arrivismo politico sindacale e non solo quello comunista ora pd maanche quando c’era il vecchio sistema politico ,il psi era prevalentemente formato da avventurieri per lo piu al soldo di lobby segrete come la massoneria. stimo moltissimo chi da semplice dirigente cgil diventa ing. e la mia non e’ mania di masochismo ma solo riconoscere i meriti di chi e’o a avuto la possibilita di nascere in una citta’ come rimini che la presenza massonica e’ ridotta all’osso e pertanto non a avuto ostacoli sulsuo cammino se moretti invece che nascere a rimini fosse nato a firenze e’e’e’ .....................si forse avrebbe potuto diventare qualcuno ma......................con la massoneria non c’e’ posto per chi vuole diventare qualcuno loro lo sono gia’ da anni il numero uno enon c’e’ posto per moretti almeno a firenze . poi la questine licenziamento la trovo giusta un dipendente deve informare sempre l’azienda di quello che succede magari anche con l’urp e mai con la stampa la quale campa con le disgrazie altrui ,io se fossi stato al posto del de angelis avreiimmediatamente informato il mio capo deposito e poi se non ricevevo soddisfazione l’urp delle fs , mai e poi mai sarei andato alla stampa ,o alla tv, e se l’azienda fs mi avesse detto ( io mi chiamo pistola mauro e lavoro presso l’azienda ospedaliera di careggi ) pistola domani assieme a te c’e’ una delegazione della rai o mediaset per un reportage su le fs ,io facevo come ho fatto con l’ispettorato del lavoro i nas che volevano sapere notizie ebbene io ho telefonato al mio superiore ed o aspettatoche mi desse il via libera se non mela dava prendevo a costo di essere denunciato i nas per il fondo schiena e li scaraventavo fuori in quanto come loro sono dei pubblici ufficiali lo sono anche io nell’esercizio delle mie funzioni , e poi si ricordi che il capo ha bisogno di avre la coda in quanto questa gli scaccia le mosche ,al patto che pero’ la coda non si metta a pensare ,perche’ se no il capo prende le forbici e taglia la coda . io so stare al mondo e sono piu’ che sicuro che se io fossi alle fs con moretti un babbo ed un figlio non andrebbero d’accordo cosi come io potrei andare d’accordo co lui li
    e poi c’e’ da dire una cosa i macchinisti non sono 9000 di troppo ma tutti sono di troppo in quanto nell’era dei viaggi interstellari o intergalattici dove il computers e’ la nuova frontiera dell’umanita’ il macchinista e’ solo una cosa superata e costosa basti pensare ai treni monorotaia o a lievitazione magnetica che non necessitano dell’atore che li guida ma viaggiano e si fermano in spazi brevi con margini di errore minimi ,ecco perche’ per me le vere star delle fs non sono i macchinisti ma itreni o per meglio dire i locomotori e gli eurostar ,se un’aereo o una sonda spaziale va a fotografare giove o plutone e viaggia alla velocita’ di kmh45000 ed e’ in grado di rilevareostacoli sulla sua rotta grazie ai radar anticollisione e grazie sistemi di bordo che ne traciano la rotta nello spazio intergalattico pieno di comete e meteoriti ebbene se lei li fa tutto questo senza avere a bordo nessun astronauta no vedo il perche’ le fs devono aver i macchinisti che sono ancora il passato se per raggiungere giove o plutone ci vogliono ben 20 anni edin questi anni di probabili collisioni o scontri co la spazzatura interstellare come quella di guiper oi detriti della fascia di horst la sonda deve marciare a vista nonostante la sua velocita’ , il sistema risponde al massimo e di km sono inimmaginabili non vedo il perche’ sulla tratta da roma per milano si debba ancora avere il macchinista.ecco l’unica cosa percui io e moretti si puo’ essere in dissidio.

    • La vicenda di De Angelis non c’entra nulla con quella di altri 4 macchinisti, licenziati anni fa e poi comunque reintegrati con sentenze della magistratura ( quindi anche loro erano nel loro pieno diritto), che erano stati intervistati da una troupe Rai durante un viaggio in treno.

      De Angelis, delegato alla sicurezza, ha semplicemente emesso un comunicato-stampa come nel suo pieno diritto di rappresentante dei lavoratori eletto dalla stragrande maggioranza dei suoi colleghi.

      Moretti è un traditore della peggiore specie ... il fatto che sia in buona compagnia non ne attenua le responsabilità.

      Anche se comunque preferisco i traditori come lui ai servi sciocchi del padrone come il tizio del commento precedente.

      Disposti pure a fare ammazzare ferrovieri e passeggeri pur di servire fedelmente i propri padroni ...

      Raf