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Licenziati per...SICUREZZA!

Publie le mercoledì 26 aprile 2006 par Open-Publishing
3 commenti

FERROVIE: DA GRANDE AZIENDA, TITOLARE DI UN SERVIZIO PUBBLICO ESSENZIALE AL PAESE,
AD AVAMPOSTO DELLE PIÙ FEROCI POLITICHE ANTISINDACALI.

Politica, Sindacato, Diritto e Scienza a confronto sulla deriva autoritaria delle ferrovie

Manifestazione - dibattito
promossa dall’Assemblea Nazionale dei Ferrovieri

Roma - 4 maggio 2006 - ore 10:00
Sala del Sacro Cuore, Via Marsala, 42
(vicino Galleria Stazione Termini)

Interverranno:

Prof. Piergiovanni Alleva
Docente di Diritto del Lavoro

Sen. Paolo Brutti
Commissione Trasporti - DS

On. Paolo Cento
Commissione Giustizia - Verdi

Dott. Pietro Curzio
Magistrato

On. Oliviero Di liberto
Segretario Nazionale P.d.C.I.

On. Alfonso Gianni
Responsabile Lavoro P.R.C.

Dott.ssa Laura Marrucci
Ricercatrice

Sen. Franca Rame
Artista

Prof. Vezio Ruggeri
Docente di Psicofisiologia Clinica

Sen. Luigi Zanda
Commissione Trasporti - Margherita

Messaggi

  • SULT - Sindacato Unitario Lavoratori Trasporti
    Comparto delle Attività Ferroviarie

    Sede Nazionale: Via Marsala 75 - 00185 Roma
    Tel / fax 055-352986 cell. 348-3862705

    Roma 26 aprile 2006

    CI DISPIACE VERAMENTE . . .

    Pensavamo che la grande riuscita dello sciopero nazionale del 5 aprile 2006 inducesse il Gruppo FS ad un ripensamento circa il licenziamento di Dante De Angelis.

    Così non è stato.

    Pensavamo che oltre cento firme di parlamentari della vecchia legislatura inducessero la nostra Azienda al ritiro del suo licenziamento e di quelli "comminati" ai due capitreno e ai due macchinisti a seguito della trasmissione Report del novembre 2003.

    Così non è stato.

    Pensavamo che le dichiarazioni a sostegno dei nostri colleghi da parte di molti dirigenti di partito ed uomini di cultura potessero far riflettere i "nostri" dirigenti aziendali.

    Così non è stato.

    Pensavamo che l’aver molte A.S.L. in Italia evidenziato come il famigerato "pedale" fosse inutile ed anzi dannoso per la sicurezza (distogliendo potenzialmente l’attenzione del pdm dai propri compiti di guida) potesse far ravvedere le Ferrovie circa il suo utilizzo.

    Così non è stato.

    Pensavamo che la denuncia di alcune Procure italiane dovesse fermare con la forza della Legge l’installazione del suddetto pedale.

    Così non è stato.

    Evidentemente, abbiamo pensato troppo, e male !!!

    Per il Gruppo FS, denunciare ai propri superiori e alla pubblica opinione le cose che non vanno in tema di sicurezza dei viaggiatori è sinonimo di tradimento della "fiducia aziendale" , dal quale difendersi con i licenziamenti !!!

    Il loro è un atteggiamento grave, lesivo dei nostri diritti di lavoratori e di cittadini, abitanti un Paese dove la libertà di parola è un diritto costituzionalmente garantito.

    I nostri genitori ed i nostri nonni non si sono battuti perché si arrivasse a tanto !!!

    Per difendere i nostri diritti democratici, perchè si riassumano i colleghi licenziati, non ci rimane che continuare nella nostra azione di "convincimento" della dirigenza aziendale..

    Ci dispiace veramente che il Gruppo FS pensi di poter uscire da questa situazione prendendo i lavoratori per paura o stanchezza !!!

    SCIOPERO NAZIONALE DI 24 ORE, DALLE ORE 21.00 DI VENERDI’ 5 MAGGIO ALLE ORE 21.00 DI SABATO 6 MAGGIO 2006 PER L’ESERCIZIO ED I SETTORI COLLEGATI;

    L’INTERA GIORNATA DI SABATO 6 MAGGIO PER UFFICI, OFFICINE ETC.

    NON PERMETTEREMO CHE I COLLEGHI NON RIPRENDANO IL LORO POSTO DI LAVORO ACCANTO A NOI !!!

    INVITIAMO I COLLEGHI, GLI ATTIVISTI, I DELEGATI RSU ED RLS, TUTTI I SINDACATI A FARE LA PROPRIA PARTE IN QUESTA BATTAGLIA. PERCHE’ LA VITTORIA SARA’ DI TUTTI NOI ! ! !

    DIRETTIVO NAZIONALE SULT-FS

    • Binari morenti.

      Ai tempi di Ligato, 216 mila lavoratori e 658 capi.

      Oggi, in epoca Catania-Testore, i primi sono scesi a 97 mila
      e i secondi sono saliti a milleduecento

      (CORRIERE ECONOMIA 21/4/2006)

      Fs, tutto si riduce tranne i manager

      In vent’anni dipendenti più che dimezzati. Traffico e mezzi in calo. I dirigenti? Raddoppiati

      La colpa, dicono, è anche delle tariffe che sono ferme ormai da tempo immemore. L’adeguamento lo aspettano almeno dal 2001, quando il ministro dell’Economia Giulio Tremonti bloccò una decisione già presa dal suo collega delle Infrastrutture, Pietro Lunardi. Ma se le Ferrovie, dopo la brevissima stagione dei bilanci in pareggio, sono ripiombate nel profondo rosso, non è soltanto perché il governo non consente di aumentare i biglietti. Giulio Andreotti divise in due categorie i malati di mente: «C’è chi si crede Napoleone e chi pensa di risanare le Ferrovie». Il problema è, però, che matti della seconda categoria non se ne sono quasi mai visti.

      L’incredibile storia degli ultimi vent’anni delle Fs è nella tabella pubblicata a pagina 10. Dove si racconta come l’unico risultato ottenuto sia stata la diminuzione di 120 mila dipendenti, la riduzione delle linee e dei mezzi, e il calo delle quote di mercato. Il tutto a un costo che si può stimare, fra perdite d’esercizio e contributi dello Stato, in 150 miliardi di euro di oggi: il 10% dell’intero debito pubblico nazionale. E questo senza considerare gli investimenti per l’Alta capacità, avviata nel 1991, iniziata materialmente nel 1994, e ancora da completare.

      Nel 1985, quando al timone delle Fs c’era un signore che si chiamava Lodovico Ligato, i dipendenti erano ben 216.128, di cui 658 dirigenti. Pochi, strapagati, non licenziabili per legge. Una condizione tanto pregiata, e quindi altrettanto ambita, che quello dei dirigenti, negli ultimi vent’anni, è l’unico numero che sia aumentato. Nel 1995, all’epoca di Lorenzo Necci, il personale era già sceso a 126.061 unità. I dirigenti, invece, erano diventati 962. Nel 2000, con Giancarlo Cimoli, i ferrovieri si erano ancora ridotti a 106.180, e anche il numero dei dirigenti aveva accusato una lieve flessione, scendendo a 892. E si arriva al 2005, con Elio Catania. Secondo i numeri elaborati da Dimensione trasporti, l’associazione fra i dirigenti delle Ferrovie, sulla base dei dati aziendali, il personale è sceso sotto la soglia delle 100 mila unità: 97.600, per l’esattezza. I dirigenti, però, hanno ripreso a crescere, arrivando a 1.200.

      Anche la rete, nel frattempo, si è assottigliata. Dai 16.183 chilometri del 1985 è scesa nel 2004 a 15.915 chilometri. Le linee a binario unico sono rimaste pressoché le stesse: da 10.709 a 9.554 chilometri. E quelle a doppio binario sono aumentate di poco: da 5.474 a 6.361 chilometri.

      I dati più impressionanti, tuttavia, sono quelli che riguardano i mezzi. I locomotori, che erano 5.620 ai tempi di Ligato, con Catania si sono ridotti a 4.732. Ci sono ancora 22 locomotive a vapore, che nel 1985 erano 52. Le carrozze e i rimorchi, il cui numero era di 13.322 vent’anni fa, nel 2004 era sceso a 8.658.

      Del resto, ci saranno anche delle ragioni se le Ferrovie dello Stato controllavano nel 1985 il 12,5% del traffico merci italiano e se questa quota si è ridotta ora all’11%. E la flessione non riguarda soltanto le merci. Nel 1985 l’11,25% dei viaggiatori italiani si spostavano con il treno. Ora chi sceglie questo mezzo di trasporto è appena il 9,09%.

      Per avere un’idea più chiara della situazione, è sufficiente dare un’occhiata ai preconsuntivi del 2005, contenuti in un documento «strettamente riservato» per uso interno delle Ferrovie. Mentre in Italia il traffico di merci e persone continua ad aumentare, i «volumi» delle Fs continuano a scendere. Lo scorso anno è stata registrata una flessione dello 0,6% rispetto al 2004.


      Sarebbe bello se...

      ...se in tutti gli impianti le RSU, le segreterie regionali e le organizzazioni territoriali dei sindacati decidessero, autonomamente, di aderire allo sciopero nazionale dei ferrovieri del 5/6 maggio p.v. (dalle ore 21:00 del 5.5 alle ore 21:00 del 6.5).

      Come sapete, ancora le oo.ss. nazionali non hanno aderito a questo sciopero ma, ne siamo certi, lo faranno a breve.

      Nel frattempo invitiamo tutti i lavoratori a sollecitare una presa di posizione da parte delle oo.ss. alle quali aderiscono, a cominciare dagli organismi periferici.

      Sarebbe ancora più bello se singoli lavoratori, attivisti sindacali, RLS, aderissero pubblicamente allo sciopero del 5/6 maggio 2006, rinsaldando quella catena di solidarietà ai licenziati che trova forza proprio lì, fra la base dei lavoratori.

      Scioperiamo compatti il 5/6 maggio 2006!

      Obzudi

    • obzudi,
      credo che la tua speranza sia malriposta. Il sindacato confederale e l’Orsa non muoveranno un dito per aiutare la riassunzione dei 6 ferrovieri licenziati. Glielo impone FS che li ricatta con la minaccia di riduzione delle AG, e di tutte quelle prebende che hanno fatto del sindacato confederale una marionetta in mano ad FS.
      Se un lume di speranza c’è è in mano ai lavoratori iscritti che dovrebbero imporre alle segreterie nazionali di attivarsi, alle RSU sul territorio per alzare la voce, contro i soprusi perpretati.
      .... ma non ci credo molto....
      per fortuna il sindacato di base è vivo e vegeto .L’ultimo sciopero ha raccolto adesioni oltre le più rosee previsioni; forse i lavoratori hanno deciso di voltare pagina. Non hai notato che il giorno della protesta nessuna rete nazionale ha fatto vedere nulla delle stazioni ed è mancato il solito balletto di cifre sulle adesioni allo sciopero ( per FS quando sciopera il SULT è ininfluente) ? Sai perchè non è passato nulla ? Si sarebbero visti i tabelloni pieni di soppressioni in tutta italia.
      Questo è stato l’effetto dello sciopero SULT: ha raccolto il malcontento , la rabbia dei ferrovieri che non ne possono più !! e’ imprtante ora mantenere alto lo "scontro".