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Liceo “U. Dini” di Pisa. Cronaca di una agitazione permanente
Publie le giovedì 30 ottobre 2008 par Open-PublishingLiceo “U. Dini” di Pisa. Cronaca di una agitazione permanente
di Stefano Spinelli, Studente del Liceo “ Dini”
Quello che da mesi tentano d’imporci in Italia è una scientifica destrutturazione del sapere. Tentativo che assume una gravità ancor maggiore, perché non si sono limitati ad attaccare i nostri diritti fondamentali sanciti nella carta costituzionale, ma agiscono per vie “subdole”, cercando in tutti i modi di mascherare, con leggi e decreti vari, un progetto organico di scuola ed università. Di fronte a questo, la scuola superiore ha risposto in maniera più che decisa; tanto da suscitare le ire del Cavaliere e della sua fida scudiera Maria Stella. Se l’occupazione è il degno strumento che ha permesso al Movimento studentesco di farsi avanti e colpire l’operato del governo, vorrei parlare di un’altra esperienza dai caratteri differenti, forse più efficace e duratura.
Il Liceo Scientifico Statale “Ulisse Dini” è l’istituto superiore più grande della provincia di Pisa, con ben 1250 studenti e 112 insegnanti. Qui la protesta è partita in ritardo, quando ormai l’Università era da tempo in subbuglio, attraverso un’assemblea d’istituto estremamente partecipata il 16 ottobre scorso. “Mobilitazione” la parola d’ordine. In un giorno tutta la scuola è in fermento: “domani astensione generale dalle lezioni e concentramento di tutti i ragazzi nel cortile”. E’ così è stato! Il giorno dopo, 17 ottobre, ben 2000 tra ragazzi e ragazze del Dini, uniti a “pezzi” di altri istituti, scendono in strada e danno vita ad uno dei cortei studenteschi più grandi e determinati che Pisa abbia mai visto. Viene dichiarato lo stato di “agitazione permanente” e le richieste al dirigente scolastico sono precise: “tre giorni di sospensione dell’attività didattica curricolare per dar vita a momenti collettivi di informazione”.
Mentre tutta la scuola viene addobbata dei più vari striscioni, tra cui uno di 17 metri che troneggia sulla facciata, si ottiene il primo risultato: martedì prossimo Collegio dei Docenti straordinario per discutere delle richieste di noi studenti. Con uno sforzo incredibile e lottando contro le grandi difficoltà logistiche dal sabato al lunedì, alternandoci tra organizzazione e presidi di protesta, costruiamo un programma articolato e strettamente “informativo” con la partecipazione di Presidi di facoltà, giuristi, politici e parlamentari che viene presentato in Collegio da una delegazione di studenti. Forse era da vent’anni che un alunno non veniva fatto parlare in quel contesto. E’ un successo! I docenti sono strabiliati dalla capacità organizzativa e dalla lucidità di noi ragazzi; all’unanimità vengono approvati il programma delle iniziative ed una mozione che critica la riforma!
L’indomani si parte subito con le attività. Metà delle sezioni del Liceo si dividono fra una completa spiegazione dei vari decreti tenuta da un giurista, una bella lezione di storia delle riforme scolastiche in Italia e un dibattito politico con l’ex-rettore dell’Università di Pisa. Si conclude con un’ora e mezza di assemblea generale. Stessa cosa il giorno dopo per l’altra metà delle classi ed al terzo giorno “oceanica assemblea” dal titolo “Riforma e politica a confronto” con la partecipazione di Gennaro Loffredo per il PRC, Carmine Zappacosta per il PD e l’On. Patrizia Paletti Tangheroni del PDL. Anche qui la partecipazione è totale e corretta.
Non si poteva auspicare un percorso migliore e la nostra scommessa, provare a costruire un percorso di mobilitazioni che prevedesse sia momenti di “informazione interna” sia di “protesta pubblica”, anziché occupare e basta, è vinta. I docenti sono entusiasti e, soprattutto, molto molto “agitati”. Si sono autoconvocati in assemblea, dopo aver manifestato assieme a noi nell’enorme manifestazione cittadina del 23, ed hanno deciso che è davvero il momento di dire anche loro NO e, affermando di essere “fieri per la forma civile e produttiva della protesta condotta dai nostri studenti “, hanno stilato un bellissimo documento di critica ai decreti Tramonti/Gelmini, acquistando insieme, per la modica cifra di 600€, una pagina sul quotidiano locale “il Tirreno” per poterlo pubblicare!
Si arriva al momento cruciale, quello del “che fare?”. Si discute, anche animatamente. Pur distrutti dal lavoro fatto nessuno vuole tirarsi indietro, si vota e la linea che ne esce è netta: un solco è stato scavato, continuiamo così a produrre mobilitazione unendo tutto l’istituto. Ora si apre un nuovo ciclo, finito quello del “no” si passa alla costruzione di una “alternativa” e per una volta gli obiettivi sono chiari: studenti e professori uniti nella lotta.
Ho voluto raccontare quest’esperienza, che invito ad approfondire sul nostro sito www.diniagitato.com, perché ritengo che sia meravigliosa per molti aspetti. Si è riusciti a fare informazione seria, protesta dura e unità nell’agire tenendo insieme tutto l’istituto, dalla preside ai bidelli. L’esempio reale di chi è disposto a lottare per difendere ciò che ha rilanciando su una maggiore qualità della scuola e non per prendersi “una vacanza” come ci vorrebbero far credere.