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Lo scudo stellare Usa sbarca in Europa

Publie le mercoledì 14 luglio 2004 par Open-Publishing

Washington arruola Polonia, Ungheria e Repubblica ceca nel progetto di guerre spaziali di Bush. Gli americani costruiranno nel cuore della «nuova Europa» la più grande base missilistica fuori dal territorio nazionale. Trattative già a buon punto, rivela il Guardian

MI. CO.

Il progetto di scudo spaziale elaborato dall’amministrazione americana ha trovato una sponda nella «nuova» Europa che piace tanto al segretario alla difesa, Donald Rumsfeld, e potrebbe presto poggiare una terza, ingombrante gamba nel cuore del vecchio continente. Il governo del presidente Bush ha avviato negoziati con Repubblica ceca, Ungheria e Polonia - già schierati nella guerra all’Iraq -, per arruolare questi tre paesi nelle guerre spaziali e farne la base del più grande sistema di difesa missilistico al di fuori dei confini statunitensi. Un progetto che rappresenta il terzo nodo di una rete che ha gli altri due terminali in California e Alaska.

La notizia delle trattative, riportata ieri dal quotidiano britannico Guardian, è stata confermata dai governi interessati. Secondo l’esecutivo polacco i negoziati per mettere su il sistema che difenderebbe gli Usa e i suoi alleati da attacchi con missili balistici sono in corso da otto mesi. «Siamo molto interessati a far parte concretamente dell’accordo», ha dichiarato Boguslaw Majewski, portavoce del ministero degli esteri di Varsavia. Anche da Praga hanno confermato di far parte del progetto.

Le indiscrezioni raccolte dal Guardian parlano di uomini del Pentagono che già stanno esaminando le montagne nel sud della Polonia, dove potrebbero essere posizionati due o tre radar, mentre sarebbe la stessa Polonia a dover ospitare le batterie anti-missile vere e proprie. Polonia, Ungheria e Repubblica ceca, che sono stati i primi paesi dell’ex Patto di Varsavia a entrare - nel 1999 - nella Nato non dovrebbero affrontare alcuna spesa per il progetto americano, ma subire alcune limitazioni della propria sovranità territoriale. Per le installazioni radar nella Repubblica ceca si parla di un’area di cento chilometri quadrati che potrebbe essere dichiarata extraterriroriale e finire sotto sovranità americana. Il governo statunitense si è affrettato a precisare che i colloqui sono ancora ad uno stadio embrionale e che nessuna decisione ufficiale è stata presa.

Se il Pentagono inizierà alla fine di quest’estate a posizionare i missili anti-missile a Fort Greely, in Alaska, e nella base dell’aeronautica di Vandenberg, in California, il megaprogetto nell’Europa dell’est dovrebbe iniziare tra il 2006 e il 2007. Per i primi due stati l’obiettivo dichiarato è quello di difendersi da un eventuale attacco dalla Corea del Nord, in Europa invece si tratterebbe di fronteggiare un’eventuale minaccia mediorientale, da Iran e Siria.

La via a uno sviluppo come quello di una gigantesca base anti-missile in Europa era stata aperta il 13 dicembre 2001, quando l’amministrazione Bush decise di ritirarsi dal Trattato Abm del 1972 che metteva al bando i sistemi difensivi contro i missili balistici. Ma come verrebbe presa dall’alleato russo l’installazione di una simile piattaforma a due passi da Mosca? Già inizialmente il presidente Vladimir Putin aveva definito «un errore» la decisione degli americani di ritirarsi dal trattato Abm.

La natura altamente confidenziale di queste trattative, portate avanti dal superfalco John Bolton, sottosegretario di stato Usa per il controllo sugli armamenti, potrebbe far infuriare Mosca. Secondo quanto rivelato dalla «Arms control association», organismo indipendente per il controllo sugli armamenti, il ministero della difesa Usa ha già richiesto un finanziamento per lo studio del progetto. Del resto era stato lo stesso direttore dell’agenzia di difesa missilistica del Pentagono, generale Ronald Kadish, a riferire qualche mese fa al Congresso che «ci stiamo preparando a costruire un terzo sito per intercettare missili al di fuori degli Usa».

Il Manifesto