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Lo specchio infranto

Publie le mercoledì 6 maggio 2009 par Open-Publishing
2 commenti

Ma che effetto avrà fatto agli italiani vedere in mondovisione il presidente del Consiglio costretto a discolparsi di non andare con le minorenni? Dice proprio così, "Non è vero che frequento le minorenni". Come sostiene non un passante, un avversario politico senza scrupoli, un giornalaccio scandalistico, un sito di gossip, ma la madre dei suoi figli. Eccolo, il premier più popolare del mondo, secondo i suoi stessi sondaggi amato dal 75% degli italiani, ma compatito, con punte di disgusto, dalla donna che gli sta accanto da 30 anni. Perché, sostiene Veronica, "è una persona che non sta bene".

Eccolo, il re nudo, con i suoi 73 anni e i capelli nuovi, il cameraman di fiducia, nel salotto amico, mentre spiega che figurarsi se lui frequenta le ragazzine, come sostiene Veronica. Figurarsi se voleva candidare le veline all’europarlamento. Figurarsi se Veronica, che gli sta accanto da 30 anni, conosce la verità. Figurarsi, d’altra parte, se lui candida qualcuno per altri meriti che l’impegno negli studi, la competenza, l’idealismo, come del resto "nel caso di Gelmini, Carfagna, Brambilla...". Ma si capisce, certo.

Nella sempre spettacolare parabola di B questo rimarrà il vertice. Ma stavolta non è stato lui a scegliersi la scena e neppure la parte. Lo ha costretto la moglie. L’unica persona vicina a infrangere lo specchio e a rompere il muro dell’omertà, retto per tanti anni da centinaia di schiene di cortigiani politici, giornalisti, avvocati, amici, disposti a chiudere un occhio, due, tre in tutti questi anni sullo scempio di legalità e moralità. E lui ha dovuto andare in televisione, in mondovisione, a raccontare che sua moglie è male informata sul marito, vittima di un complotto della sx, dei giornali di sx, di Repubblica. "Non a caso Repubblica". Vero. Da chi doveva andare Veronica, in un paese classificato nella libertà di stampa dietro al Benin, dove il marito controlla gran parte dell’informazione? Non c’era molta scelta. Neppure B ha fatto una scelta originale, andando da Vespa per riparare i danni dell’attacco dei vescovi. Dove, sennò?

La claque lo sostiene, lo applaude a ogni passaggio della difficile arrampicata di sesto grado sugli specchi, sullo specchio del volto gigantesco di Veronica alle sue spalle. Sembra una scena di un film di Fellini, la Donna stupenda e immensa, e l’omino laggiù, una formica, che si dibatte in alibi puerili, strepita innocenza, sputa minacce. Gli spettatori italiani, dopo tanti anni di teleserva, non faranno più caso all’atteggiamento di Vespa, accondiscende fin dal titolo. Il più surreale mai escogitato da Vespa: "Adesso parlo io". Adesso parla B? Perché, gli altri giorni degli ultimi 15 anni cosa ha fatto?

Tuttavia, tanto per dare un’idea vaga di giornalismo, bisognerebbe ricordare il genere delle questioni poste a Clinton dal suo intervistatore per il caso Lewinski (peraltro abbondantemente maggiorenne).

Queste: quando, dove e come vi siete conosciuti? Quante volte vi siete visti in seguito? I genitori erano al corrente del vostro rapporto e in quali termini? E’ venuta a trovarla a Washington (a Roma)? E’ andato a trovarla a casa di lei? Dove dormivate? Avete avuto rapporti sessuali? Di che tipo? Quante volte? Quante volte completi?

E Bill Clinton ha risposto a tutte le domande, senza citare neppure alla lontana una teoria del complotto. Alla fine è andato a scusarsi da sua moglie, nel salotto di casa, non nel salotto televisivo del ciambellano. Ha chiesto perdono a sua moglie, che aveva offeso. Si è ripresentato all’opinione pubblica quando lo ha ottenuto, dopo aver ammesso nel dettaglio più intimo e vergognoso le proprie colpe. Così accade in un paese democratico e civile.

Forse a B sarà bastato passare una sera dall’amico Vespa, nel calore della claque, per ricominciare da domani come nulla fosse. Magari bisognerà pure rassegnarsi, con realismo, a capire che in questa storia l’unica che non potrà più liberamente andare in giro per le strade di questo paese è la vittima, Veronica Lario. Già inseguita dalla muta dei cani che hanno appena cominciato a delegittimarla in tutti i modi.

Messaggi

  • Quello che mi disturba in questo articolo è il fatto di prendersi il merito di aver dato voce alla Veronica e poi sostenere senza un minimo di vergogna che per quello detto giornale può vantarsi di tenere alto in Italia il vessillo della libertà di stampa !!

    Certo , se si confrontano con "Libero" , "Il giornale" ed altri insulsi fogli di regime, fanno sicuramente la loro porca figura, ma da lì a sostenere di essere i paladini della libertà di stampa ci corre come tra Pulitzer e Curzio Maltese !!

    MaxVinella

    • Gli ospiti di Vespa

      Tra uno sbadiglio e l’altro, ieri sera, alla fine a notte fonda è arrivata la sigla, Silvio Berlusconi se n’è andato e Porta a Porta ha chiuso la sua memorabile puntata. Peccato che dopo tanti minuti di tv non sia arrivata nessuna risposta agli interrogativi più inquietanti. Forse anche perché sono mancate le domande.
      Se Vespa avesse invitato Conchita Sannino, la giornalista di Repubblica che per prima ha raccontato della festa di Noemi e poi l’ha seguita passo passo, le domande però sarebbero arrivate. Perché Berlusconi, come prima versione, ha detto che il padre della ragazza era l’ex autista di Craxi? Come può spiegare il premier l’amicizia così stretta con il padre della ragazza che fa il messo comunale a Napoli (e non è mai stato l’autista di Craxi), stretta al punto che quel signore lo chiama al cellulare (!) e lui risponde?
      E poi Vespa avrebbe potuto invitare Alessandra Longo: avrebbe evitato l’errore di ricostruzione che la trasmissione ha colpevolmente avallato. Il no al “velinismo in politica” è partito, come la Longo ha raccontato su Repubblica, dalla Fondazione Farefuturo, un pensatoio della destra di Fini, cioé dallo stesso partito del premier, non da sua moglie. Delle vicende familiari e di Veronica, sia detto con rispetto, non ce ne importa niente: è che siamo terribilmente curiose e che quelle lunghe ore di bla bla bla ci hanno lasciato intatti tutti gli interrogativi

      Cinzia Sasso