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Lucca: Domunicato stampa Cgil, Cisl e Uil settore tessile e calzature
Publie le sabato 4 febbraio 2006 par Open-PublishingFiltea-Cgil, Femca-Cisl, Uilta-Uil, Provincia Lucca
Comunicato stampa del 4-02-06
E’ un quadro drammatico e desolante, di vera emergenza economica e sociale quello che emerge dai nudi numeri del settore tessile-abbigliamento e calzature in provincia di Lucca. Dai dati dell’Inps a dicembre 2004 i lavoratori dipendenti risultavano essere ancora 5500, quindi un settore anche solo numericamente ancora importante. Negli ultimi anni le nostre stime ci dicono che si perdono circa 250 posti di lavoro ogni anno, nel corso del 2005 hanno chiuso 26 aziende e si sono persi quasi 400 posti di lavoro, mentre quasi 100 aziende hanno fatto ricorso a CIG ordinaria o straordinaria che hanno coinvolto oltre 600 dipendenti. Nel corso del 2005 sono stati firmati 13 accordi per la mobilità in deroga e 87 accordi per la Cigs in deroga per le imprese al di sotto dei 16 dipendenti. Sono centinaia ( soprattutto donne ) le persone espulse dalle aziende che non trovano lavoro.
Il 2006 non dà segni di inversione di tendenza, anzi si è aperto con l’annuncio di chiusura di importanti aziende del settore. Bisogna tentare di fermare questo degrado economico e sociale. Per questi motivi i sindacati di categoria hanno deciso di farsi sentire organizzando una forma visibile di protesta in piazza, convocando per Sabato 11 febbraio 2006 ore 10 in Piazza Napoleone un presidio delle lavoratrici e dei lavoratori dei settori tessile, abbigliamento e calzature per dire basta alla destrutturazione del settore, per rivendicare occupazione stabile, diritti e tutele sociali.
Ai rappresentanti del Governo e alle istituzioni locali una folta delegazione presenterà le seguenti richieste:
– il rifinanziamento per il 2006 e 2007 della Cigs e della mobilità per i lavoratori delle aziende artigiane e industriali al di sotto dei 16 dipendenti
– verifica dei principali punti di crisi aziendali e possibili soluzioni per tutelare l’occupazione
– credito agevolato e incentivi alle aziende che si impegnano a non delocalizzare, a mantenere l’occupazione sul nostro territorio, a migliorare la qualità del prodotto, del lavoro e dei diritti, a investire per diversificare e innovare prodotti e mercati
– scheda di tracciabilità e rispetto delle clausole sociali e ambientali per i prodotti, valorizzazione del made in Italy
– definizione di una tariffa per i contoterzisti al di sotto della quale non si possa scendere per evitare la guerra tra poveri e mantenere in vita le caratteristiche della filiera e del distretto
– progetti di formazione e reinserimento lavorativo per donne e uomini espulsi dalle aziende in questi anni