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Luciana Castellina: «Da quella spaccatura nacque una grande forza democratica»

Publie le giovedì 22 gennaio 2009 par Open-Publishing

«Da quella spaccatura nacque una grande forza democratica»

di Vittorio Bonanni

A colloquio con Luciana Castellina

Luciana Castellina è stata un’esponente di spicco del Partito comunista italiano. Una dirigente di primo piano e un’intellettuale eterodossa, radiata nel 1969 dal Pci per la presa di posizione del gruppo de il Manifesto , del quale faceva parte, sui paesi dell’allora Patto di Varsavia e in particolare sulla Primavera di Praga. A lei abbiamo chiesto di commentare i fatti che portarono il 21 gennaio del 1921 alla nascita del Partito comunista in Italia: i dissidi interni alla Seconda internazionale di fronte alla Grande guerra, con il voto favorevole al conflitto del partito socialdemocratico tedesco; il movimento rivoluzionario russo, all’interno del quale prevalsero i bolscevichi con la conseguente nascita in Europa e nel mondo di vari partiti comunisti; e per finire l’incapacità dei socialisti italiani di distinguersi dal resto del movimento socialista.

Luciana, tutti avvenimenti che dopo tanti anni si tenta di interpretare con una chiave di lettura diversa. Si dice che la scissione di Livorno doveva essere evitata, che si doveva agire diversamente, senza contare che si è fatta strada una valutazione del tutto negativa della rivoluzione d’Ottobre.

Che cosa ne pensi?

Innanzitutto credo che le ragioni di quella spaccatura all’interno del Partito socialista c’erano ed erano molto forti. Non dimentichiamo che c’era stata anche l’ondata sciovinista che aveva coinvolto i socialisti, dai quali non a caso arrivò Mussolini. Ci fu un’ala che addirittura si aggregò al fascismo. Per carità non fu affatto questa la storia del Partito socialista ma porsi l’interrogativo "si poteva evitare, non si poteva evitare" è sbagliato intanto perché la storia non si fa mai con i se ed è meglio dire che cosa è realmente accaduto.

Per esempio che il Pci da allora è rimasto il primo partito della sinistra italiana...

infatti ci sarà pure stata qualche ragione per la quale il Partito comunista è diventato la forza politica di gran lunga maggioritaria del movimento operaio italiano e il nerbo della Resistenza e dell’antifascismo. Certo ci sono stati anche i socialisti. E allora, in quel frangente, c’era da chiedersi il perché di quella divisione tanto più che io stessa ho vissuto quella fase, nell’immediato dopoguerra, con il patto per l’unità d’azione tra socialisti e comunisti. Ho militato nelle organizzazioni comuni e fino al ’48 c’era il Fronte popolare, che sembrava il risultato di un processo che poteva portare alla riunificazione. Questo poi non è avvenuto e, come dicevamo, il Pci è diventata la forza più importante della sinistra italiana. Poi tanti errori si dovevano e si potevano evitare, li conosciamo tutti ed è inutile rifare qui l’elenco. Ma io credo che alla fine si possa ben dire che l’esistenza di quel partito nato a Livorno sia stato un elemento determinante nella costruzione della democrazia in Italia. Il modo con cui ha inciso trasformando la società italiana è insomma una buona ragione per dire che valeva ben la pena che fosse nato quel partito.

Come dicevamo la nascita del Pci, come degli altri partiti comunisti, fu determinato anche e soprattutto dalla Rivoluzione d’Ottobre. Che cosa possiamo dire oggi?

Quello è stato uno dei tanti momenti della storia in cui non era molto possibile scegliere. La Rivoluzione d’Ottobre ha avuto anche le conseguenze brutali che conosciamo ma se non ci fosse stata la storia sarebbe stata diversa ma anche molto peggiore.

Oggi chi è stato protagonista di quella storia è in difficoltà. C’è chi vuole mantenere in vita un partito comunista, chi pensa ad altro, chi vuole superare le divisioni di allora ma avendo di fronte uno scenario assolutamente altro. Che cosa ne pensi?

Certamente oggi non è pensabile la ricostituzione di un partito comunista fidandosi soltanto di ciò che quella parola ha significato nella storia. Intendiamoci bene la storia e la memoria sono sempre importantissime. Nessun futuro si costruisce se non si ha un passato e quindi anche un patrimonio di esperienza storica che c’è dietro e guai se lo dovessimo cancellare o liquidare. Altra cosa è dire però che possa essere riprodotto tale e quale.