Home > Lunedì 17 il presidente del Venezuela Hugo Chavez è intervenuto a Milano...

Lunedì 17 il presidente del Venezuela Hugo Chavez è intervenuto a Milano...

Publie le mercoledì 19 ottobre 2005 par Open-Publishing

Lunedì 17 il presidente del Venezuela Hugo Chavez è intervenuto a Milano
davanti alla sede della CGIL, accolto al canto di "Bella Ciao" da oltre un
migliaio di persone.

Parlando dallo storico balcone di Corso di Porta Vittoria dal quale
nell’aprile 1945 i partigiani avevano annunciato la liberazione di Milano
dal nazifascismo, Chavez ha svolto un importante ragionamento sulle
prospettive di lotta contro l’imperialismo su scala internazionale.

Chavez era in Italia per alcuni eventi di carattere internazionale (incontri
organizzati da varie agenzie dell’ONU, cui ha partecipato anche il
presidente brasiliano Lula) e per colloqui con esponenti politici, economici
e governativi italiani ed europei — in giornata si è anche visto con
Berlusconi, ed ha assistito allo stadio milanese ad un incontro amichevole
fra Inter e nazionale venezuelana (visto da quest’ultima per 1-0), così
cogliendo l’occasione per parlare anche col petroliere Moratti. Ovviamente
il petrolio, come riporta il Manifesto (in due articoli che vi girerò
domani), è stato un elemento nella visita italiana di Chavez.

Il quale ha colto l’occasione anche per recarsi a Monte Sacro, a Roma, dove
nell’agosto 1805 Simon Bolivar si era trasformato "da libertino in
libertador" pronunciato il suo giuramento, e ieri sera a Milano.

In un comizio vero e proprio durato circa un’ora e mezza ­ Chavez parlava in
spagnolo, senza traduzione ­ dopo aver fornito un ampio riferimento storico,
da Simon Bolivar ad Antonio Gramsci, passando per Giuseppe Garibaldi, Chavez
ha sostenuto che se si vuole salvare l’umanità e offrire un futuro alle
nuove generazioni occorre combattere senza tregua contro l’imperialismo (il
"nuovo fascismo") e contro il capitalismo della globalizzazione.

Chavez ha raccomandato a tutti la lettura dell’ultimo libro di Noam Chomsky
sulla globalizzazione, dove si parla di "due grandi potenze mondiali", una
gli USA, l’altra "l’opinione pubblica mondiale", che Chavez ha corretto in
"i popoli del mondo che si risvegliano".

Per il presidente del Venezuela la lezione di Bolivar, l’unione dell’America
del Sud per fare da contrappeso agli Stati Uniti, resta valido oggi come
duecento anni fa, e, a suo dire, le cose procedono in quella direzione.

Molto simpatico e caloroso, con una grande capacità di comunicare con
semplicità le proprie idee, Chavez ha descritto il rafforzamento della
rivoluzione in Venezuela, "rivoluzione pacifica", ma non certo inerme o
inerte.

A questo proposito ha citato anche Leone Trotsky — "la rivoluzione ha
bisogno della frusta della controrivoluzione" per potersi approfondire ­ e
ha descritto in che modo procedano misure sociali che migliorano le
condizioni di vita degli operai, dei contadini, dei poveri del Venezuela.

Il discorso, pronunciato con enfasi e stile tipicamente latinoamericani, ma
con un linguaggio espressivo e non burocratico, era infarcito di citazioni e
riferimenti storici, da Jean-Jacques Rousseau a Marx, da Lenin a Jean-Paul
Sartre.

Naturalmente erano ben presenti la rivoluzione cubana e i suoi leader, da
Fidel al Che a Camilo Cienfuegos, Chavez, nel rivendicare la propria fede
cristiana, ha fatto una piccola rivelazione su Fidel, debitamente
autorizzata dal personaggio in questione. A suo dire Fidel si è convertito
ai valori sociali del cristianesimo, precisando di essere stato autorizzato
a dirlo dallo stesso Fidel.

Fra i presenti, con una buona presenza di giovani e di latinoamericani,
l’unico gruppo politico visibile era Falcemartello (la mozione cinque
dell’ultimo congresso del PRC), con una ventina di diffusori del proprio
giornale, e un banchetto con libri, magliette e bandiere.

Prima di Chavez erano intervenuti dal balcone un rappresentante del
Leoncavallo (l’unico a beccarsi qualche fischio), il presidente
dell’ARCI-Lombardia, un portavoce dei Giovani Comunisti (credo fosse di FM),
Emilio Molinari come rappresentante del comitato italiano sull’Acqua, e
Casati, segretario generale della Camera del Lavoro di Milano.

Casati ha ringraziando esplicitamente il PRC, in quanto organizzatore della
manifestazione, che l’ha voluta presso la CGIL. Casati, onorato per la
presenza di un capo di Stato per la prima volta in cento anni di storia del
sindacato, ha ricordato che coi suoi 230.000 iscritti la Camera del Lavoro
di Milano è la più forte organizzazione sindacale territoriale d’Europa.
Infine ha concluso introducendo Chavez, col quale si è abbracciato.

All’inizio del discorso Chavez ha ringraziato tutti gli oratori che lo hanno
preceduto, Dario Fo e Franca Rame, che erano con lui sul balcone, ha più
volte applaudito a sua volta e salutato il pubblico, alzando più volte il
pugno chiuso in risposta agli slogan che venivano lanciati — "El pueblo
unido jamas sera vencido", era uno dei più gettonati.

Chavez ha anche parlato del periodo trascorso in carcere, fra il 1992 e il
1994, per dire che in quell’occasione aveva conosciuto gli scritti di
Gramsci; ed ha ricordato la sconfitta del colpo di stato istigato dagli
Stati Uniti contro di lui nel 2002.

Ma Chavez non ha un’ostilità preconcetta verso gli Usa, e tanto meno verso
il popolo di quel paese, di cui ha menzionato un risveglio legato anche
all’esperienza drammatica dell’uragano Katrina, e di cui è stato partecipe
diretto visitando alcuni quartieri popolari di New York in occasione di una
sua recente visita. Per Chavez aumenta anche negli Stati Uniti
un’opposizione a Bush e alla sua politica.

Per questo ha chiuso citando José Martì, "all’amore si risponde con
l’amore", parlando del Cristo come primo martire dell’imperialismo, e
inneggiando all’amicizia fra l’Italia e il Venezuela.

Nell’insieme è stato tutto molto bello, una serata che offriva speranza.