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MARCOS: IL PATTO DI CHAPULTEPEC, ANTITESI DELLA SESTA DICHIARAZIONE
Publie le martedì 3 gennaio 2006 par Open-Publishingdi HERMANN BELLINGHAUSEN Inviato
San Cristobal de las Casas, Chis. 1 gennaio. "Possiamo dire che forze
congiunte dell’Altra Campagna hanno preso e occupato la città da San
Cristobal de las Casas", ha detto questa sera il subcomandante Marcos davanti a migliaia di persone nel centro di questa città.
Secondo Marcos, "il principale destinatario della Sesta Dichiarazione della
Selva Lacandona, ha confermato ricevuta solo alcuni mesi dopo la sua
emissione. Il gran potere del denaro in Messico ha firmato quello che può
essere definita la controdichiarazione della Commissione Sesta e che è
comunemente noto come il Patto di Chapultepec".
Questo, in una manifestazione affollatissima che ha riempito la piazza di
San Cristobal de las Casas, in particolare la piazza antistante la
cattedrale che era già stracolma di società civile, organizzazioni indigene
e visitatori di diversi paesi quando sono arrivate le basi di appoggio ed il
comando dell’EZLN.
Verso le 19, molte migliaia di indigeni, basi di appoggio dell’EZLN, hanno
cominciato a camminare dall’incrocio all’uscita verso Tuxtla Guitérrez fino
alla piazza centrale di questa città. Con davanti il subcomandante Marcos,
circondato da centinaia di indigeni zapatisti, la marcia ha percorso Avenida
Insurgentes, ed a causa delle migliaia di persone non tutti i manifestanti
ribelli hanno trovato posto nella piazza e sono rimasti nelle strade
limitrofe.
Il soprannominato "delegato Zero" ha esordito dicendo: "Voglio invitare a
salire qui con noi una persona che è stata molto importante nella storia
dell’EZLN. A lui si deve il seme originario. Io personalmente gli devo più della vita,
l’avere mostrato la rotta, il passo e la destinazione. Alcuni di voi lo
conoscono come l’architetto Fernando Yáñez. Noi zapatisti lo conosciamo e
riconosciamo come il comandante Germán.
"Gli abbiamo chiesto di occuparsi dell’ufficio di Enlace Zapatista che sarà
il mezzo attraverso cui l’EZLN e la sua Commissione Sesta saranno in
contatto con tutti gli altri compagni e compagne dell’Altra Campagna. Ci
aiuterà anche nelle relazioni che abbiamo con organizzazioni politiche di
sinistra anticapitalista in Messico e nel mondo".
Subito dopo ha dichiarato: "Le mie prime parole sono solo per i miei compagni e compagne dell’EZLN".
Quindi ha pronunciato quella che ha definito "la nostra piccola parola" in
lingua tzeltal ed ha citato tutti i componenti dell’EZLN, le loro comunità,
governi autonomi ed unità combattenti come i creatori di questo messaggio.
"Incominciamo a camminare per mantenere la nostra promessa pronunciata con
la Sesta Dichiarazione della Selva Lacandona. A me tocca uscire per primo
per vedere com’è la strada che percorreremo e se ci sono pericoli, ed imparare a
riconoscere il volto e la parola di chi è compagno e compagna. Per unire la
nostra lotta zapatista con la lotta dei lavoratori della campagna e della
città nel nostro paese che si chiama Messico".
Accompagnato dai comandanti Tacho, David, Zebedeo, Hortencia, Kelly e molti
altri, e davanti a migliaia di basi di appoggio dell’EZLN, il subcomandante
Marcos ha dichiarato: "Se mi accadrà qualcosa di brutto, sappiate che è stato un
orgoglio lottare al vostro fianco. Voi siete stati i migliori maestri e
dirigenti e sono sicuro che continuerete a portare avanti sulla buona strada
la nostra lotta, insegnando a tutti ad essere migliori con la parola
dignità.
"Noi siamo vento. Non temiamo di morire nella lotta.
La buona parola è oramai stata seminata nella buona terra. Questa buona
terra è il vostro cuore, e in lui già fiorisce la dignità zapatista".
Rivolgendosi ai "compagni e compagne dell’Altra Campagna, Marcos ha detto:
"Voglio portare qui la memoria di un compagno caduto 12 anni fa nelle prime
ore del 1º di gennaio del 1994, che aspettava questo giorno in cui la parola
dell’EZLN fosse accompagnata da uomini e donne, bambini, anziani,
organizzazioni, collettivi, gruppi che non sono solo membri dell’EZLN.
"Col suo nome voglio portare la memoria di tutti i compagni e le compagne
che sono caduti in questi 12 anni di lotta. Porto la memoria e chiedo un
minuto di silenzio per tutti i compagni caduti nel nome del compagno
subcomandante insurgente Pedro".
Dopo l’impressionante silenzio nella piazza, ha proseguito: "Mentre eravamo
in corteo e raggiungevamo il viale, le autorità spegnevano le luci della
strada.
Di questo si tratta. Là in alto tentano di oscurarci. Non sto parlando
dell’EZLN, ma di altro nostro, dell’Altra Campagna.
"E come siamo avanzati in questo tratto oscuro, a poco a poco, lentamente,
badando ai nostri passi, così sarà l’inizio dell’Altra Campagna. Arriverà il
momento in cui si arrenderanno e le luci resteranno accese ma con una nuova
lucentezza, quella che noi possiamo dare con le nostre lotte e le nostre
parole che vanno dagli uni
agli altri, in basso, e a sinistra".
Castelli e palazzi
Il subcomandante Marcos ha affermato che "il principale destinatario" della
Sesta Dichiarazione della Selva Lacandona "ha confermato ricevuta" alcuni
mesi dopo la sua emissione. "Il gran potere del denaro in Messico ha firmato
quello che può essere definita la controdichiarazione della Commissione
Sesta e che è comunemente noto come il Patto di Chapultepec. Firmato in
questo castello. Prima la classe politica messicana si era riunita,
convocato ed esibita in tutta la sua ridicola apparenza nel Palazzo delle
Belle Arti. Chi ora ci sta chiedendo di dimenticare le nostre necessità, le
nostre lotte, e che mettiamo tutto al loro servizio affinché loro decidano
per noi, si riuniscono lì, nei castelli e nei palazzi di questo paese".
L’Altra Campagna e la Sesta Dichiarazione della Selva Lacandona, ha detto,
"hanno definito chiaramente qual’è la nostra destinazione e quale la nostra
rotta. Nostre, di tutti. Adesso possiamo dire che il 1º gennaio del 2006,
forze congiunte dell’Altra Campagna hanno preso e occupato la città da San
Cristobal de las Casas, simbolo della superbia e dell’orgoglio dell’alto.
"Vogliamo salutare in particolare i nostri fratelli indigeni della colonia
La Hormiga che sono stati espulsi delle loro comunità per differenti credo o
pratiche religiose. E questa città li ha relegati ai margini, dimenticando
che questi fratelli, insieme agli zapatisti, hanno costruito questa
cattedrale, questo palazzo, hanno costruito queste case nelle quali non
possono entrare".
Ha aggiunto che l’Altra Campagna "si propone di ascoltare tutti quelli che
muovono le macchine e partoriscono i frutti della terra. Quelli che portano
servizi e prodotti in tutte le parti ed alla fine rimangono senza niente".
Ha ribadito che, nonostante la grande concentrazione di questa notte,
l’Altra Campagna si dirigerà verso incontri piccoli e diretti. Ha detto che
gli zapatisti "ci stiamo mettendo tutto quello che abbiamo, la vita è il
meno. La nostra autorità morale, il nostro prestigio, quello che abbiamo
raggiunto è tutto in questa iniziativa".
Ha citato le giunte di buon governo, e le forze combattenti, "migliaia di
uomini e donne" che si trovano ancora in allerta rossa, e che "non sono
entrati nell’organizzazione in massa", ma dal loro posto di lavoro, dove si
vive il saccheggio ed il disprezzo capitalista.
Ha ringraziato quelli che hanno aderito alla Sesta e "sono ormai nostri
compagni". Il delegato Zero "preferirà ascoltare quelli che hanno già
sottoscritto la Sesta Dichiarazione della Selva Lacandona". E a questi si è
rivolto alla fine.
"La nostra priorità è diventare compagni", perché "dalla conoscenza nasce il
rispetto".
Per la prima volta ha concluso una commemorazione del 1º gennaio, non al
grido di "viva l’EZLN! ", ma con "viva l’Altra Campagna!"
(Traduzione Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)
La Jornada