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Piazza Farnese. Roma. Manifestazione a difesa della giustizia. Manifestazione a difesa delle vittime della mafia, vittime che non ci sarebbero state se lo Stato non fosse, da sempre, ammanicato con essa in un turpe scambio di favori, colluso con la criminalità organizzata al punto da difenderla e favorirne i capi peggiori, far leggi a suo vantaggio, non eseguire i sequestri di beni, lasciar ammazzare i suoi giudici migliori, nominare deputati e senatori persone condannate per collusione mafiosa, distorcere il processo penale fino al ridicolo, aumentare indulti e depenalizzazioni e prescrizioni, affidare alla mafia appalti e amministrazioni, far condoni per favorirne gli illeciti, tagliare la forza pubblica, fare piani obiettivo per saltare ogni regola, fino al punto estremo di elogiare con Berlusconi come eroe un mafioso pluriassassino.
Una manifestazione contro i gravissimi abusi commessi sull’inchiesta di de Magistris, sulla procura di Salerno, sulla magistratura indipendente e sull’informazione libera per silenziare il grossissimo scandalo della corruzione politica in Calabria, per bloccare con ogni sorta di prevaricazione criminale la verità sulla corruzione politica ovunque sia, col Lodo Alfano, col veto alle intercettazioni, con le avocazioni delle inchieste e addirittura col licenziamento dei magistrato che le aprono o dei giornalisti che ne parlano. Uno scandalo che sta per sconvolgere l’Italia e che una cricca unanime e bypartisan di delinquenti intende soffocare.
Su tutto questo la stampa vergognosamente tace. Veltroni si fa sempre più piccolo. I partiti di estrema sinistra tacciono. La società civile non trova sponde, e nella sua maggioranza non ha nemmeno informazione, le uniche voci presenti ieri come oggi sono quelle di Pietro, Travaglio e Grillo, un parlamentare che non è nemmeno di sinistra, un giornalista a rischio di perdere ogni giornale e un comico. Un silenzio di tomba avvolge la penisola da parte di coloro che dovrebbero gridare nelle strade la gravità della situazione e che con questo silenzio se ne rendono complici.
Se qualcuno avesse un residuo dubbio che il golpe fascista non stia proseguendo nella totale collusione di una stampa serva e prona, i giornali di oggi e i tg di ieri dovrebbero avergli tolto le ragnatele dal cervello.
I media italiani sono scesi al livello di quelle meretrici di bordello, che fanno i servizietti che la maitresse comanda, come gli sciagurati giornalisti sul fronte iracheno costretti a diffondere le veline uniformi che i generali yankee ordinavano.
Non c’è più in Italia una stampa indipendente e libera e nemmeno semi indipendente e semi libera ma solo veline del potere o complici csilenziosi. Ormai, come ha gridato di Pietro "Ogni silenzio è mafioso!"
Ieri la parola d’ordine è stata: silenzio assoluto sulla manifestazione di Di Pietro e Grillo per la giustizia e attaccarli poi in modo unanime per vilipendio alle istituzioni, in primis per la pretestuale difesa di quel Napolitano che presidia, come un sordo-cieco, l’agonia della repubblica. E tutti, vilmente, tutti, hanno ubbidito!
Una stampa ormai così spregevolmente embedded che non riesce a trovare un guizzo di dignità nemmeno davanti alle vittime della mafia, agli orrori di una magistratura in ginocchio, alla marcia trionfale di una dittatura di criminali che impone a un paese il suo dominio impunito
Dire che questo ci fa venire il vomito è poco
La vergogna ricadrà su questi direttori di giornale, su questi giornalisti ormai indegni di tale nome, su questi presunti politici, su queste puttane della disinformazione e della propaganda di regime
Siamo alla rinascita del Minculpop, il ministero fascista che controllava ogni pubblicazione, sequestrando quanto ritenuto pericoloso o contrario al regime e diffondendo ordini di stampa con precise disposizioni sul contenuto degli articoli e su cosa sbattere in prima pagina
Non c’è più traccia di informazione ma collusione gravissima coi distruttori dello stato democratico.
E il peggio che inutile Napolitano ricorda il finale di Ran di Kurosawa, dove le lotte del potere distruggono tutto e un cieco vacillante precipita nel baratro.
I partiti, ormai annientati, consentono.
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da Masada n. 866
Messaggi
1. MINCULPOP, 29 gennaio 2009, 11:58, di viviana
Si è fatto scandalo sul fatto che Di Pietro abbia attaccato Napolitano e abbia detto la famosa frase: “Il silenzio è mafioso”.
Fare scandalo sulle parole quando la democrazia è in ginocchio è come cercare un bruscolino nell’occhio dell’altro quando una trave ti acceca entrambi gli occhi.
Sinonimi di "mafioso": colluso, complice, favoreggiatore, connivente, corresponsabile, correo, partecipe
Siamo in presenza di un dichiarato e innegabile golpe contro la democrazia e la Repubblica italiana. A buon diritto non è mafioso solo chi è affiliato alla criminalità organizzata ma, per dilatazione del termine, può essere ragionevolmente chiamato "mafioso" chi fa passare senza alcuna obiezione ogni sorta di legge a favore del crimine, leggi di impunità personali, leggi che eliminano di fatto la separazione dei poteri, o che diminuiscono o annullano l’indipendenza della Magistratura violando la sostanza stessa della democrazia, o che creano forme di indulto su reati di collusione mafiosa come il voto di scambio (che B ferocemente volle) o annullano processi in corso e pene future su reati comunque gravissimi, o eliminano di fatto la libertà di informazione o impediscono alla Magistratura di pervenire alla scoperta di crimini.
Se pure riconosciamo al Presidente della Repubblica una limitazione di poteri, riteniamo tuttavia che con l’attuale Presidente nemmeno queste funzioni di controllo costituzionale e di Presidenza della Magistratura siano state espletate.
Il Presidente della Repubblica
ha prestato giuramento di fedeltà alla Repubblica e di osservanza della Costituzione
Può inviare messaggi alle Camere
Può richiamarle al rispetto dei valori costituzionali
Può rinviare un decreto legge che limiti o annulli i valori democratici
Presiede il Consiglio Superiore della Magistratura e ha voce in capitolo su eventuali dissidi o problemi nel suo interno
Ha il dovere di tutelare ogni Magistrato che si comporti a norma di legge
Può rifiutarsi di firmare leggi che ledano i valori della Repubblica o mettano a rischio i diritti dei cittadini
Può richiedere, ove occorra, l’assenso dei due terzi del Parlamento qualora una legge riguardi materia costituzionale e non permettere che essa passi solo a maggioranza ordinaria.
Su tutto questo Napolitano non c’era.
Possiamo affermare che la linea seguita da Pertini o da Scalfaro è stata diversa.
Pertini non ha mai dimenticato i valori democratici e civili nati con la resistenza. Scalfaro, pur con tutte le eccezioni che si possono sollevare, non ha mai fatto venir meno rampogne e opposizioni a chi voleva attaccare la Costituzione.
L’operato fin qui manifestato dell’attuale Presidente della Repubblica di fronte al più grande attacco sovversivo mai visto in Italia si riassume in una sola parola: acquiescenza.