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MOBBING , la BNL CONDANNATA A RISARCIRE

Publie le martedì 18 dicembre 2007 par Open-Publishing

Maria Fiore da "L’Espresso" di questa settimana

La Bnl deve pagare a un impiegato quasi 200mila euro di retribuzioni mancate

Al dipendente è stata riconosciuta anche la qualifica di funzionario

PAVIA. Che si trattasse di mobbing il giudice del lavoro Andrea Balba lo aveva riconosciuto mesi fa. A gennaio aveva dichiarato che Alessandro Campagnoli, impiegato 48enne della Banca nazionale del lavoro, era stato vittima di un demansionamento, assicurandogli il diritto a essere inquadrato come funzionario. Ora, per l’istituto di credito, arriva anche la condanna a risarcire al dipendente una cifra di tutto rispetto: la Bnl dovrà sborsare poco meno di 200mila euro tra retribuzioni mancate in un arco di tempo di dieci anni, interessi, spese legali e spese di lite.

La sentenza pronunciata l’altro ieri del giudice Andrea Balba non è decisione di tutti i giorni. Capita assai raramente che il ricorso ad una banca da parte di un suo dipendente o funzionario venga accolto. Soprattutto se di mezzo ci sono faccende non semplici da dimostrare, come il mobbing, un demansionamento, un incarico assunto nei fatti ma mai riconosciuto formalmente.

La vicenda di Alessandro Campagnoli parte da quando, nel 1980, viene assunto alla Bnl come impiegato di prima categoria. Da questo momento fa rapidamente carriera, fino a che, nel 1991, diventa ispettore. E’ un incarico di primo piano, di uno che lavora in autonomia e che è capace di assumersi pesanti responsabilità. La promozione come funzionario è a portata di mano, ma l’ascesa verso l’alto si interrompe quando Campagnoli, nell’estate del 1998, si ammala. Ottiene un’invalidità del 67% ma non lascia il lavoro. Chiede solo di poter seguire alcune terapie. L’azienda acconsente, ma decide anche che il futuro professionale del dipendente deve fermarsi lì, nonostante ci fossero le condizioni per la promozione. Come se non bastasse per Campagnoli è pronto un demansionamento.

Da questo momento il funzionario viene relegato in una stanzetta a fare lavoro d’archivio, a sistemare tabulati e giornali. «Lo vedevamo oltre lo sportello a ordinare le raccolte del Sole 24 ore», dirà uno dei clienti della banca sentito come testimone. Il dipendente, nel 2002, presenta ricorso. Non è una causa semplice: il tribunale di Genova ha appena respinto una richiesta di risarcimento molto simile a questa. Ma il giudice Andrea Balba è scrupoloso, sente i dipendenti della banca, analizza i dettagli. E anche i testimoni della difesa confermano la versione. E cioè che Campagnoli, prima del 1998, svolgeva le mansioni di un funzionario, con autonomia e competenza. La Bnl viene dunque condannata e si calcola la cifra che spetta al dipendente: il grosso è rappresentato dalle retribuzioni che, in qualità di funzionario, spettavano a Campagnoli dal 1997 al 2007, ma che non erano state corrisposte. A questa cifra vanno aggiunti gli interessi e le spese di lite (14mila euro). Non è stato invece contemplato il danno biologico, perché il ricorrente non ne aveva fatto richiesta. Ma Campagnoli, insieme al suo avvocato Franco Maurici, si riserva di chiedere anche questo risarcimento.

(16 dicembre 2007)