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Oggi apprendiamo che i servizi segreti italiani ’ordinano’ ai giornalisti italiani di lasciare l’Irak. Lo stesso ordine sotto forma di invito era stato dato dal governo di Berlusconi ai volontari delle ONG.
Questi ordini non possono avere altra fonte che il comando americano.
Si vuole, in qualsiasi modo, interrompere ogni comunicazione ’libera’
dall’Irak verso l’Italia. E i rapimenti molto anomali dei volontari e ora delle Giuliana Sgrena, con l’assassinio misterioso di Baldoni, sembrano finalizzati proprio a un’opera di intimidazione e di allonatanamento di tutti coloro che possono essere testimoni scomodi.
Stiamo assistendo al piu’ grande attacco alla libertà di informazione mai realizzato negli ultimi 50 anni.
Un colaboratore scrive: "A nessuno è venuto il dubbio che il rientro dall’Iraq dei giornalisti italiani, sollecitato dai servizi di intelligence, possa essere una delle concessioni "politiche" per ottenere la liberazione di Giuliana Sgrena? Il che la direbbe lunga sull’identità e sugli scopi dei sequestratori. Nel video diffuso il 16 febbraio, ad un certo punto Giuliana, evidentemente costretta dai suoi rapitori, dice "tutti gli italiani devono andare via"..."
L’ordine di evacuazione della stampa viene dopo che il governo Berlusconi ha tentato di far passare in parlamento arbitrariamente una legge per rendere operante il codice militare anche in tempo di pace, punendo con pene fino a sette anni di di carcere chiunque mandi notizie dal fronte non omologate con quelle dei comandi militari’ alleati’. Si ricordi che nel codice militare esiste ancora la pena di morte e c’è la possibilità di sospendere ’tutti’ i diritti civili. Essendo fortemente limitativo di tutte le forme di libertà sancite dalla Costituzione, il suo uso e’ strettamente limitato a gravi situazioni di guerra e si stava tentando di farne il codice unico, militarizzando la pace. Questo equivale a un colpo di stato, a far sparire la democrazia e le tutele democratiche.
La legge non e’ passata per un pelo grazie a due eroiche deputate del Ds e ora si dichiara che l’intelligence italiana ’ordina’ il ritiro di tutti i corrispondenti italiani dall’Irak. Mi chiedo come sia giuridicamente possibile che i servizi segreti possano ’ordinare’ ai giornalisti di ritirarsi e con quali prerogative legali si permettano di fare questo. L’intelligence e’ alle dipendenze dirette di Berlusconi, questa fu la prima cosa che egli fece nel suo secondo mandato. Dunque Berlusconi impone, tramite i servizi, il bavaglio all’informazione libera per compiacere il suo alleato Bush. I servizi segreti risultano cosi’ essere non al servizio dell’Italia ma di un paese straniero, e noi dovremmo avere un presidente del consiglio che esegue i comandi di un presidente straniero, presidente che noi non abbiamo eletto, che non approviamo, e che ci conduce a una guerra che noi non abbiamo scelto, che non e’ sancita dalla nostra Costituzione, che non e’ stata dichiarata dal nostro parlamento, che non e’ stata voluta dal popolo italiano e che va contro ogni legge internazionale, continuando ad essere un atto criminale di aggressione. Le scelte di Berlusconi sono scollegate dal popolo e sono imputabili solo a lui stesso. Lui solo ne ha la responsabilità di quanto sta avvenendo e i fatti diventano ogni giorno più gravi. Berlusconi dimostra in ogni momento di non essere il presidente autonomo di un paese libero e indipendente, ma il servo di un presidente straniero. Che metta addirittura i servizi segreti italiani alle sue dipendenze e’ inaudito e si pone in contrasto con l’indipendenza italiana. Ci chiediamo com’e’ possibile che i nostri servizi segreti prendano gli ordini dagli americani e siano in grado di scavalcare il potere del parlamento e la volontà popolare.
Io mi chiedo se questo caso non configuri un reato di alto tradimento.
In queste condizioni di volontà capziosa e reiterata di imbavagliare l’informazione in tuttii modi possibili:
primo: non possiamo più dirci in una democrazia
secondo: nessuno può venire a dirci che se intentano ogni azione anche la piu’ vile per bloccare le informazioni dall’Irak, in Irak e’ stato ristabilito l’ordine o e’ satto introdotto alcunche’ di democratico.




