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MOZIONE CONCLUSIVA ASSEMBLEA DEL 15 LUGLIO

Publie le domenica 16 luglio 2006 par Open-Publishing
2 commenti

NO alla guerra senza se e senza ma. Via dall’Iraq,
via dall’Afghanistan”

Ci siamo riuniti oggi in tanti, pacifisti e pacifiste, esponenti dei movimenti e delle associazioni contro la guerra,sindacalisti,parlamentari, uomini e donne di partito, per dire una cosa semplice e netta: no alla guerra “senza se e senza ma”.

Il nostro grido giunge mentre in Medio Oriente una nuova, vecchia,
guerra riemerge violentemente con l’uso indiscriminato delle bombe sui
civili, con il terrore di Stato, con la chiusura unilaterale del dialogo
e della trattativa. Una guerra che si aggiunge alle tante contro cui ci
battiamo da sempre, dall’Iraq all’Afghanistan. La guerra, sempre più,
si presenta come strumento privilegiato degli Stati più forti e dei
potenti della Terra, a partire dalle grandi multinazionali, per costruire
un “ordine” internazionale fondato sul dominio e l’oppressione che a
loro volta generano morte, miserie e sempre più marcate povertà. La guerra
si erge, quindi, a sistema politico globale sia nella sua versione più
spregiudicata, l’unilateralismo statunitense, sia nella versione
temperata del multilateralismo a copertura Onu e a guida Nato.
È contro questa guerra che noi intendiamo batterci senza mediazioni
perché sulla guerra non si può mediare né, tanto meno,ridurre il danno.
Se la guerra è un sistema di dominio e di oppressione – che non serve a
ridurre o a depotenziare i fenomeni terroristici come la storia degli
ultimi cinque anni dimostra – il NO alla guerra è fondativo di
un’identità politica collettiva che ha preso le mosse nelle manifestazioni
contro la guerra del Kosovo e poi contro la “guerra infinita e preventiva”
in Afghanistan e in Iraq.
C’è un filo che lega queste mobilitazioni, un filoche non intendiamo
spezzare. Per questo vogliamo proporre a tutto ilmovimento un nuovo
corso, un rilancio della nostra iniziativa per non rassegnarci né
smobilitare, per mantenere una coerenza di fondo anche nelle scelte politiche
contingenti siano esse di natura istituzionale o meno.
Un nuovo corso che sia basato su alcuni punti essenziali:

1) Solidarietà al popolo palestinese per la costituzione di uno Stato
laico e democratico sui Territori occupati nel 1967 e con Gerusalemme
capitale. Questo obiettivo per essere realizzato ha bisogno di alcune
condizioni sostanziali: l’immediato cessate il fuoco,il ritiro di Israele
dai Territori occupati, lo smantellamento del Muro, lo sblocco degli
aiuti europei al legittimo governo palestinese. Il governo italiano deve
impegnarsi su questi punti a cominciare dalla revisione dell’accordo di
cooperazione militare con Israele e dalla richiesta di un intervento di
interposizione dell’Onu nei Territori occupati.

2) Via dall’Iraq e via dall’Afghanistan. L’occupazione militare
diquesti Paesi non costituisce la soluzione di unproblema ma
rappresenta il problema. L’Italia deve farsi portavoce di un’iniziativa
di pacificazione e di impegno in direzione della
cooperazione e della solidarietà civile. Questo significa contrastare
il ruolo di gendarme mondiale della Nato a cominciare dalla revisione
degli accordi di Washington del 1999.

3) Via le basi militari e via il nucleare dal suolo italiano;

4) Riduzione delle spese militari con la completa revisione del nuovo
modello di Difesa che prevede l’incremento di missioni militari
all’estero, per una politica di disarmo e per la riconversione dell’industria
bellica senza penalizzazioni per i lavoratori e le lavoratrici.

Questo appello deve vivere nelle iniziative che sapremo realizzare
sia a livello parlamentare sia, soprattutto, a livello sociale, a
cominciare dalle mobilitazioni delle prossime settimane. Il movimento per la
pace rappresenta ancora oggi la maggioranza civile di questo paese. È
nostro dovere dargli voce, offrirgli gli strumenti per esprimersi,
costruire un nuovo slancio unitario e radicale perché la guerra sia bandita
dalla Storia.
Roma 15 Luglio 2006

Messaggi

  • Il testo che inoltro è di Floriana Lipparini, dalla lista Lisistrata. Condivido pienamente quanto scrive. Ve lo giro perchè penso possa essere un" di più" e non un di meno, da leggere.
    Doriana

    Carissime,

    proprio mentre s’infuoca di nuovo il Medio Oriente, dove da oltre mezzo
    secolo un¹intera popolazione è privata di ogni diritto con la forza delle
    armi, i giornali riportano le parole di Napolitano sui pacifisti ³dissidenti², i
    suoi giudizi di anacronismo, scarso realismo e totale
    irrilevanza.
    Già, abbiamo poco seguito, ma da quando è il seguito a legittimare la
    validità di una posizione morale? Quante volte nella storia sono state
    proprio alcune sparute minoranze a testimoniare la verità e a ribellarsi
    contro le ingiustizie (una lezione che chi è ³di sinistra² dovrebbe ben
    conoscere)? Napolitano si è anche stupito dell¹ostilità che ancor oggi
    nutrirebbero alcuni gruppi verso gli Usa e la Nato.
    Anacronismo? Scarso realismo? Se non stessimo parlando di tragedie, verrebbe
    da sorridere.
    Il rifiuto della guerra è il futuro, non il passato, è il traguardo cui
    tendere se vogliamo continuare a esistere nella realtà che ci è data, qui e
    ora, su questo pianeta, in questo universo.
    Come fa una persona di cultura a non capire che la guerra è il peggior
    retaggio del passato patriarcale? Come fa una persona in buonafede a non
    capire che non si tratta di generica ostilità verso gli Usa e la Nato, ma di
    rifiuto dei loro abusi di potere? Tutto il mondo è testimone delle loro
    tremende responsabilità, i popoli che hanno subito e subiscono le loro
    invasioni, i civili uccisi come ³danni collaterali², i prigionieri
    torturati, il diritto internazionale azzerato, le convenzioni di Ginevra
    calpestate. Tutto dietro lo schermo del ³terrorismo², questa nebulosa di cui
    nessuno vede chiaramente le coordinate, e che dalla guerra infinita può
    soltanto trarre infinita linfa.
    Forse una donna, un bambino, un giovane uccisi dalle armi degli Usa o di
    Israele sono meno importanti di una donna, un bambino, un giovane uccisi dai
    ³terroristi²? Forse la potenza di uno Stato giustifica qualsiasi abominio? O
    al contrario lo rende più grave?
    Forse che l¹abitudine ormai invalsa delle uccisioni mirate (lo fanno gli
    Usa, lo fa la Russia, lo fa Israele), vere e proprie esecuzioni senza
    processo che oltretutto travolgono sempre le vite di innocenti casualmente
    trovatisi in mezzo, può mai essere degna di un paese civile?
    Certo che siamo amici degli Usa, amici di Cindy Sheehan e dei milioni di
    cittadine/cittadini Usa che coraggiosamente protestano contro le politiche
    guerriere e imperialiste di quel ³governo² (sappiamo che il vero governo è
    dietro le quinte: multinazionali del petrolio più Neocon).
    Rinunciare ad avere occhi per vedere sarebbe realismo? Rinunciare ad avere
    capacità di giudizio sarebbe realismo? Rinunciare alla libertà di coscienza
    sarebbe realismo? Ma davvero i potenti pensano di vivere in mezzo a una
    massa di bambini da tener buoni con un rimprovero e una caramella?
    A questo punto dobbiamo guardare in faccia la realtà. Siamo in un discrimine
    mai toccato prima, e se non riusciremo a far crescere nella società il
    rifiuto della violenza, della guerra, dello strapotere delle multinazionali,
    e dei ceti politici che ne sono complici, alle generazioni dei nostri figli
    e nipoti toccherà un destino da schiavi. Mai nella storia si era vista una
    tale concentrazione e ampiezza di potere, perché nel passato anche i più
    folli dittatori non avevano al proprio servizio né queste spaventose
    sofisticatissime armi, né le attuali tecnologie che possono ingabbiare il
    mondo in una rete capace di imprigionare gli esseri viventi come pesci che
    si dibattono inutilmente.
    L¹unica possibilità è unire le forze e usare intelligenza e fantasia per
    convincere chi non ha ancora aperto gli occhi. Non basta qualche avamposto
    di persone sensibili nei Palazzi, sono comunque troppo poche e da sole sono
    destinate a perdere. Il lavoro da fare è nella società, ma quei pochi
    valorosi che già lo fanno non bastano. Occorre collegarsi, pensare, trovare
    strade nuove, definire percorsi e obiettivi comuni, incrociare le competenze
    (ve ne sono di altissime), fidarsi reciprocamente senza spaccare il capello
    in quattro, donne e uomini di buona volontà, insieme per cambiare se stessi
    e il mondo.
    Uno dei punti centrali è aumentare il grado di informazione. Su nonviolenza,
    pacifismo, rifiuto della guerra lo fanno splendidamente ³Il cammino della
    nonviolenza² (che diffonde anche il prezioso ³Femminile Plurale²),³PeaceReporter²,
    ³PeaceLink², ³Accademia apuana della pace² e tanti altri soggetti che mi scuso di
    non citare. Riprendiamo, rilanciamo, troviamo il modo di diffondere ancor meglio,
    ancor di più. Mi limito ora a segnalare due o tre cose che aiutano ad attrezzarsi con
    gli argomenti necessari da diverse angolazioni: gli interventi di Peppe Sini che chiariscono i termini del problema da un punto di vista nonviolento, un lungo articolo di Enrico Piovesana ³Caccia italiani in Afghanistan: a far cosa? L’Italia invierà dei caccia bombardieri. Per fotografare papaveri... ³, contenuto nel dossier di PeaceReporter sull¹Afghanistan, il commento di Domenico Gallo ³Per la
    sinistra è il tempo della responsabilitಠpubblicato sul sito di Liberazione.

  • AFGHANISTAN: PARLAMENTARI ’RIBELLÌ FIRMANO DOCUMENTO, VIA DA IRAQ E DA KA
    AFGHANISTAN: PARLAMENTARI ’RIBELLÌ FIRMANO DOCUMENTO, VIA DA IRAQ E DA
    KABUL = SOLIDARIETÀ A POPOLO PALESTINESE Roma, 15 lug. - (Adnkronos) -

    Lo hanno firmato tutti. Tutti i parlamentari contrari alla missione in
    Afghanistan, compresi gli 8 senatori ’ribellì. Si tratta di un documento,
    diffuso all’assemblea autoconvocata dei pacifisti, in cui si fanno una
    serie di richieste al governo Prodi. Innanzitutto: «via dall’Iraq e
    dall’Afghanistan. L’occupazione militare di questi Paesi non costituisce la
    soluzione di un problema ma rappresenta il problema. L’Italia deve farsi
    portavoce di un’iniziativa di pacificazione e di un impegno in direzione
    della cooperazione e della solidarietà civile. Questo significa contrastare
    il ruolo di gendarme mondiale della Nato». Le altre richieste al governo
    dell’Unione si articolano nella «solidarietà al popolo palestinese per la
    costituzione di uno Stato laico e democratico nei Territori occupati nel
    ’67 e con Gerusalemme capitale. Questo obbiettivo per essere realizzato ha
    bisogno di alcune condizioni essenziali: l’immediato cessate il fuoco, il
    ritiro di Israele dai Territori occupati, lo smantellamento del Muro, lo
    sblocco degli aiuti europei al legittimo governo palestinese. Il governo
    italiano deve impegnarsi su questi punti a cominciare dalla revisione
    dell’accordo di cooperazione militare con Israele». Inoltre, nel documento
    firmato dai parlamentari pacifisti, si chiede che non vi siano più basi
    militari sul suolo italiano e che le spese militari vengano ridotte «con la
    completa revisione del nuovo modello di Difesa che prevede l’incremento di
    missioni militari all’estero». I parlamentari pacifisti sottolineano che
    «questo appello deve vivere nelle iniziative che sapremo realizzare sia a
    livello parlamentare sia, soprattutto, a livello sociale a cominciare dalle
    mobilitazioni delle prossime settimane. Il movimento per la pace
    rappresenta ancora oggi la maggioranza civile di questo Paese. È nostro
    dovere dargli voce perchè la guerra sia bandita dalla Storia».

    (Mon/Col/Adnkronos) 15-LUG-06 14:27 NNN

    AFGHANISTAN: STRADA, SU GUERRA NON C’È MEDIAZIONE
    Roma, 15 lug. - (Adnkronos) - In collegamento da Kabul all’affollata
    assemblea autoconvocata dei pacifisti, Gino Strada attacca duramente i
    partiti della sinistra radicale che hanno sottoscritto, appena due giorni
    fa, la mozione comune di tutto il centrosinistra sulle missioni italiane
    all’estero, Afghanistan compreso. «Nessuno fine giustifica la guerra. Non
    esistono guerre giuste e per questo nessuna guerra è negoziabile o
    suscettibile a compromesso», scandisce il medico pacifista. Strada lancia
    una provocazione e dice che in Italia ormai «il movimento della pace si è
    esaurito» perchè per molti essere pacifisti comprende compromessi che
    giustificano guerre. «A questo punto -osserva- non chiamiamoci più
    pacifisti perchè non si può essere contro la guerra a giorni alterni». Il
    fondatore di Emergency, infine, apprezza l’assemblea convocata al centro
    congressi Frentani perchè dimostra che almeno «ci sono ancora alcuni
    parlamentari che rispettano la Costituzione e cittadini contro la guerra».
    (Mon/Pn/Adnkronos) 15-LUG-06 12:03 NNN

    AFGHANISTAN: BULGARELLI (VERDI), ’RIBELLÌ SÌ MA TERRIBILMENTE COERENTI
    Roma, 15 lug. (Adnkronos) - «Abbiamo votato contro la missione in
    Afghanistan per otto volte. Ecco, noi siamo terribilmente coerenti e se la
    coerenza è stupidità, allora siamo anche estremamente stupidi». Mauro
    Bulgarelli, senatore dei Verdi, difende usando l’autoironia la posizione
    dei parlamentari ’dissidentì sull’Afghanistan. All’assemblea autoconvocata,
    Bulgarelli ribadisce che «senza una discontinuità sulla guerra, non si può
    pensare di essere parte di un governo di alternativa ed è per questo che un
    pò di ribellismo ci vuole, ma -sottolinea- continueremo la mediazione
    perchè questo è il compito della politica fino a cinque minuti prima del
    voto a Camera e Senato». (Mon/Gs/Adnkronos) 15-LUG-06 13:22 NNN

    AFGHANISTAN: GRILLO, SIAMO LÌ COME BEATI COSTRUTTORI PACE MA CON IL MITRA
    Roma, 15 lug. (Adnkronos) - «Siamo andati lì come beati costruttori di
    pace, ma in realtà con militari che hanno in mano un mitra». Così Beppe
    Grillo in collegamento telefonico con l’assemblea autoconvocata dei
    parlamentari pacifisti, prende posizione contro la missione in Afghanistan.
    «Ci siamo trovati in guerra e siamo lì per marketing perchè la guerra l’ha
    voluta un governo di pubblicitari. È una guerra per sponsorizzare qualcuno,
    ma ci sono anche dei morti e per la prima volta avremo dei morti di
    marketing -dice il comico- io non sono un pacifista però è come se mi
    venissero a dire che io sono a favore dell’incesto: la guerra è una cosa
    distinta da me». (Mon/Gs/Adnkronos) 15-LUG-06 13:27 NNN

    AFGHANISTAN: CARUSO, NON BASTA VOTARE NO PER METTERSI A POSTO COSCIENZA
    Roma, 15 lug. (Adnkronos) - «Votare no non basta per mettersi a posto la
    coscienza. Se ci si vuole battere contro la guerra, oltre al voto in
    Parlamento, occorre fare anche altro». È l’opinione di Francesco Caruso di
    Rifondazione, tra i parlamentari che oggi hanno partecipato all’assemblea
    autoconvocata dei pacifisti contro la missione in Afghanistan. Al voto
    «dovrebbero seguire i fatti», spiega Caruso come ad esempio sollecitare
    «l’amnistia o l’indulto per le centinaia di compagni che sono ancora sotto
    processo per mobilitazioni contro la guerra» ed inoltre, suggerisce il
    deputato no-global, «qualcuno invece di andarsene ad agosto in barca a vela
    per il Mediterraneo, farebbe meglio che venisse con noi a Gaza per la
    carovana di pace che abbiamo organizzato». (Mon/Gs/Adnkronos) 15-LUG-06
    14:23


    L’autoritarismo ha bisogno
    di obbedienza,
    la democrazia di
    DISOBBEDIENZA