Home > Ma Epifani legge gli accordi che firma ??
Ma Epifani legge gli accordi che firma ??
Publie le mercoledì 12 settembre 2007 par Open-Publishing5 commenti
Per Epifani il protocollo del 23 luglio ha conquistato l’agganciamento delle pensioni all’aumento del costo della vita .... da non crederci
Intervenendo alla Festa nazionale dell’Unità a Bologna il leader della Cgil ha affermato .....
Quello sul welfare è ’il primo accordo dopo tanti anni, anche se sarà modificato è destinato comunque a migliorare le cose rispetto a prima.
Per questo non capisco come si possa essere contrari a tutto l’accordo. Un conto è esserlo per una parte, un conto è dire che non va bene per niente. Dire no a tutto l’accordo, significa dire no al fatto che dopo 15-20 anni ai lavoratori e pensionati si ridà finalmente una parte del potere d’acquisto che era stato perso’. Ha così concluso: ’Bocciare il protocollo significherebbe dire no a una storica richiesta del sindacato, quella di agganciare le pensioni al costo della vita, dire no ai trattamenti di disoccupazione, dire no a tutto quello che è stato fatto per superare lo scalone della riforma Maroni’.
nota di agenzia scaricata da www.rassegna.it del 10/09/2007 9.57.
Epifani è furbo e sa che l’accordo del 23 luglio è pieno di elementi mal digeriti dai lavoratori e per questo cerca di mimetizzare l’accordo nascondendo la bruttura dietro a quei due o tre punti considerabili positivi. Cosa che gli permette di uscire con la più classica delle frasi ad effetto sostenendo che bocciare l’accordo (cioè tutto l’accordo) non permetterà ai pensionati sotto gli 8.000 euro annui di avere quell’euro al giorno di aumento che Epifani è riuscito a strappare.
Una tattica collaudata già ampiamente praticata da Damiano (Min. Lavoro) che da settimane non fa che ripetere quanto sia bello che ora i lavoratori andranno a votare sull’accordo ma attenti ... se lo bocciate torna Berlusconi.
Ma a parte questo stupisce l’assoluta ignoranza di Epifani in merito all’accordo che lui ha firmato e che ora con tanto impegno difende.
Epifani parla di un accordo che avrebbe finalmente agganciato le pensioni al costo della vita.
Abbiamo passato una notte a rileggere l’accordo, perfino con la lente nella speranza che ciò che Epifani sostiene fosse stato scritto in caratteri piccolissimi sull’angolo di una pagina .. ma .. nulla!
Quello che abbiamo letto è che i coefficienti di rendimento delle pensioni saranno ridotti del 6-8% e che il valore di questi coefficienti sarà d’ora in poi deciso per decreto dal Ministro del Tesoro sulla base di una sua autonoma valutazione sull’andamento del Pil e degli obiettivi di Bilancio dello Stato.
Quello che abbiamo letto è che l’età per il pensionamento è stata aumentata a 62 anni (ben oltre i 60 dello scalone Maroni).
Se lo abbiamo letto noi, possibile che non l’abbia letto anche Epifani ???
Ma la cosa più stupefacente è vedere come Epifani non si accorga che tutto quello che viene oggi esibito come una svolta (come il miglioramento del trattamento di disoccupazione, l’aumento di 30 euro delle pensioni basse) siano in realtà pagate e finanziate dalla riduzione del valore delle pensioni pagate dall’Inps.
Altro che separazione dei costi della previdenza da quelli dell’assistenza. Alla fine abbiamo dato carta libera al Governo (a qualsiasi governo) di attingere da ora in poi con ancora maggiore libertà a piene mani dalla cassa previdenziale per finanziare quelle spese che altrimenti sarebbero a carico della fiscalità generale, e visto che a Padoa Schioppa preme molto, anche per risanare i conti dello Stato all’interno dei parametri imposti dai banchieri internazionali.
Tutto questo, ovviamente, a fronte di un bilancio consolidato Inps (quello basato sul versamento dei nostri contributi) che è ufficialmente dichiarato in attivo, ed anzi è stimato che per quest’anno l’attivo aumenti di altri 3 miliardi di euro grazie all’aumento dei contributi a carico dei lavoratori.
E’ questo che i lavoratori non capiscono. Ma se l’Inps è in attivo che motivo c’era di tagliare le pensioni ??
Prima della prossima intervista sarebbe bene che Epifani si rilegga (o si faccia spiegare) l’accordo che ha firmato prima di fare l’ennesima figura. Ma sopratutto ci pensi bene prima di affermare queste cose nelle assemblee perchè i lavoratori (loro si) l’accordo lo hanno letto e bene.
10 settembre 2007
Coordinamento RSU
Indirizzo web :http://www.coordinamentorsu.it/doc/altri2007/2007_0910_epifani.htm
Messaggi
1. Ma Epifani legge gli accordi che firma ??, 13 settembre 2007, 12:22
Io credo che ormai Epifani legga solo gli SMS che gli mandano Prodi e Veltroni, con cui lo rassicurano circa la sua futura carriera politica nell’ambito del nuovo PD. Tutto il resto è letteratura, che può avere un qualche interesse solo per Rinaldini e soci, ma che per la "cupola" della CGIL è solo carta straccia, che serve solo per tener buoni quegli sprovveduti ed ingrati dei tesserati, che non si meritano di meglio che il ritorno di Berluskoni e camerati !!! Basta non ne possiamo più di questa classe operaia, di queste tute blù, che ci avevano detto che neppure esistevano più e che invece si permettono pure di votarci contro, rischiando anche di compromettere la nostra immagine di sindacalisti gialli alla corte del buon "Walter" !!!
MaxVinella
1. Ma Epifani legge gli accordi che firma ??, 13 settembre 2007, 16:15
Beh, veramente per Epifani si vocifera di un futuro politico nelle file di "Sinistra Democratica", cioè proprio del gruppo fuoriuscito dai Ds in polemica con la creazione del Partito Democratico, gruppo cui già aderisce la maggioranza della segreteria confederale della Cgil e, in verità, anche il Segretario Generale della Fiom Rinaldini.
Gruppo che si sta ormai atteggiando da mesi ad embrionale rappresentanza politica proprio della Cgil, secondo la vecchia logica del "Partito del Lavoro" ipotizzato da Cofferati prima che si vendesse per il piatto di lenticchie della candidatura a sindaco di Bologna.
E gruppo che, infatti, per le proprie iniziative dei mesi scorsi è stato sempre regolarmente ospitato da sedi della Cgil medesima.
Tutto questo comunque non rende assolutamente meno valido il giudizio politico dato da Max.
Mussi e compagnia, infatti, vedono come il fumo negli occhi qualunque possibilità di caduta del governo Prodi, hanno approvato in modo acritico il pessimo accordo sulle pensioni ed hanno solo fatto qualche "distinguo" ( come Epifani che ha comunque firmato ) rispetto all’accordo del giorno dopo sul precariato.
E non hanno ancora deciso di aderire nemmeno alla già assai discutibile manifestazione del 20 ottobre indetta da Manifesto e Liberazione sugli stessi argomenti.
Quindi, la sostanza politica non cambia.
Ma ho voluto precisare tutto questo solo per far aprire gli occhi a chi, anche qua sopra, si facesse qualche illusione appunto su Sinistra Democratica e più in generale sul futuribile nuovo "cantiere" unitario della sinistra.
K.
2. Ma Epifani legge gli accordi che firma ??, 13 settembre 2007, 17:06
Per amore di completezza. Ieri Franco Giordano ha fatto precedere ad ogni dichiarazione di solidarietà alla FIOM, la frase "siamo contro la crisi". La senatrice Palermi, del PdCI, capogruppo al senato chiedeva alla CGIL di "togliere la firma" dall’accordo sul Welfare, e pure fa parte del partito che più di tutti vanta la propria fedeltà a Prodi.
Alcuni giorni prima della manifestazione del 20 Ottobre l’accordo sul Welfare verrà discusso in Consiglio dei Ministri, e a giudicare dalle dichiarazioni di ora, e andando al sodo, esso verrà approvato dall’intero governo. Finora ho sentito che l’unico no verrà dal solito Turigliatto.
Ecco perché sono così ostile alla manifestazione del 20 Ottobre, perché è solo un’occasione per perpetuare l’inganno di un governo che continuerà ad attuare la sua agenda neoliberista, dando per un momento alla sinistra "radicale" un siparietto per esibire una presunta contrarietà.
Sarei disposto a rivedere il mio giudizio sulla manifestazione del 20 Ottobrese almeno si usassero le settimane che ci dividono dal 20 Ottobre per chiarire i contenuti della piattaforma e ricordare, come stamattina faceva a Uno Mattina Giorgio Cremaschi, che non esistono "governi amici". Questo renderebbe almeno residuale e accidentale la presenza della sinistra radicale, che non potrebbe più intercettare e distorcere a suo uso il messaggio della piazza.
Gianluca
3. Ma Epifani legge gli accordi che firma ??, 14 settembre 2007, 09:00
Caro K., anch’io non credo che riusciranno a portare in fondo il cosidetto "cantiere unitario della sinistra" , anche perchè molti di quelli che hanno aderito a Sinistra Democratica lo hanno fatto seguendo la logica del meglio contare molto in nuovo piccolo partito, che poco o niente in quel grande ed eterogeneo agglomerato politico rappresentato dal PD.
Per cui prevarranno anche lì le logiche spartitorie, i personalismi, i tatticismi, l’autoreferenzialità e la corsa ad accaparrarsi i posti che contano .
Ugualmente poco convinto sono del fatto che alla resa dei conti, cioè quando si stabiliranno le definitive alleanze e le assegnazioni dei posti di comando sia del PD che di SD , i vertici della CGIL scelgano di finire in un partitino che rimarrà fuori dalle vere logiche di potere e dai probabili incarichi di governo.
Magari aderiranno a SD i dirigenti periferici e tutti quei funzionari, che, per decenza, devono almeno far finta di stare vicino alla base sindacale e rimanere in posizione prudentemente e vagamente critica nei confronti di un futuro governo con il baricentro politico nettamente sbilanciato al centro.
Il problema è che tutti questi signori con il loro “disinteressato” agitarsi per le sorti del paese, finiranno per riconsegnare tutta la baracca a Berluskoni ed amen!!
MaxVinella
2. Ma Epifani legge gli accordi che firma ??, 14 settembre 2007, 10:12
Caro Epifani: ci eravamo illusi!
Ci eravamo illusi che si potesse eliminare lo scalone senza tramutarlo in un sistema a scalini e quote che sortisce per la quasi totalità dei lavoratori una situazione identica e per alcuni casi peggiorativa.
Ci eravamo illusi che il nostro contributo maggiore alle entrate previdenziali inserito nella scorsa finanziaria ci fosse restituito, almeno in parte, in questo accordo sul sistema pensionistico per eliminare realmente il tanto odiato scalone.
Ci aspettavamo più trasparenza e giustizia nel sistema scelto, sommando il sistema a quote e l’età minima obbligatoria, di fatto si unisce il peggio dei due sistemi.
Ci eravamo illusi che fosse prioritario un sistema di incentivi e disincentivi, al posto di limiti minimi ferrei. Pensavamo che l’aumento della “aspettativa di vita” non dovesse essere vista con una piaga sociale ed é giusto considerare che non tutti hanno la fortuna di giungere all’età pensionabile in salute ed in grado di svolgere efficientemente la propria attività lavorativa.
Abbiamo di recente dovuto disilluderci sul nostro status di lavoratori dopo aver scoperto che, tra i paesi industrializzati siamo tra quelli con il maggiore numero di ore lavorate, che i nostri stipendi in assoluto e ancor di più come potere di acquisto non sono cresciuti e che sono inferiori di gran lunga ai paesi europei a noi vicini. Forse per questo ci eravamo illusi di poter ottenere non un sistema pensionistico generoso ma che potesse ALMENO essere flessibile. Al contrario, dovremo in molti casi lavorare di più ed obbligatoriamente per raggiungere la quota 97 che per tanti vorrà dire lavorare sino ai 64 o 65 anni, ben peggio dei nostri colleghi nel resto dell’Europa dove in media si lavora sino a 61 anni.
Purtroppo di “flessibilità” in Italia si parla solo nell’intento di peggiorare la condizione del lavoro dipendente, “flessibilità” é diventato un sinonimo di “sfruttamento” ed “imposizioni”.
Aspettiamo da tantissimi anni e speravamo che finalmente si facesse una chiara distinzione tra quelli che sono i nostri contributi per costruirci le pensioni e quelli che sono gli strumenti sociali di solidarietà: Cassa Integrazione, Mobilità, pensioni sociali, sussidi alla disoccupazione ed altri sostegni al reddito. Strumenti che dovrebbero gravare sulla fiscalità generale, ovvero sulle tasse di tutti i cittadini e delle aziende, sui furbetti milionari dei guadagni in borsa e forse un giorno sugli odierni evasori. Invece gravano sui conti dell’INPS mandandoli in rosso. A completamento di tutto ciò é giusto ricordare che l’uso della Cassa Integrazione e Mobilità é stato spesso discutibile. Le grandi aziende hanno fatto sovente ricorso a questi sistemi per le ristrutturazioni e per lo “svecchiamento” del proprio organico, operazioni perpetrate a carico del sistema pensionistico e sulla pelle dei lavoratori.
La realtà é che dopo i 50 anni le aziende non vedono l’ora di lasciarci a casa, altro che raggiungere l’età della pensione!
Prima di leggere il testo dell’accordo ci eravamo anche illusi che una parte dei nostri sacrifici servissero a favorire i lavoratori addetti a lavori usuranti, una forma di solidarietà trasversale che riguarderebbe 1.400.000 persone. Anche in questo caso il Governo ha inserito una clausola per una copertura massima per 5000 lavoratori all’anno, gli altri che raggiungono i prerequisiti?
E’ UNA BEFFA CLAMOROSA NEI CONFRONTI DI TUTTI NOI!
Ci eravamo illusi che accanto a numeri “scolpiti nella pietra” che sono gli anni di lavoro e di contributi da versare si scrivesse qualcosa di altrettanto sicuro sui coefficienti per determinare l’importo della pensione, mentre sono totalmente da discutere con una formula che lascia ad ogni interpretazione “(potrebbero portare indicativamente ... ad un livello non inferirore al 60%), facendo salvo l’equilibrio finanziario dell’attuale sistema pensionistico;” Questo livello pensionistico al 60% della retribuzione NON é per nulla certo, come invece ci volevano far credere molte testate giornalistiche.
Ed invece non ci facciamo illusioni sui vantaggi economici che si riusciranno ad ottenere dalla ristrutturazione e riorganizzazioni degli enti previdenziali, conoscendo operazioni già fallite in altri ambiti dell’amministrazione statale, quindi, ci rassegniamo già da ora ad un innalzamento ulteriore dei nostri contributi a partire dal 2011, come scritto nell’accordo se “Tale incremento non verrà attivato solo nel caso in cui il processo di razionalizzazione degli enti previdenziali ed assicurativi assicuri con certezza il conseguimento di risparmi medi annui in grado.....”
Per equità bisogna dire che parti positive esistono anche in questo accordo: nel miglioramento del welfare in generale, un piccolo aumento per le pensioni minime, aumento dell’indennità di disoccupazione e alcune altre misure messe in campo da questo Governo. Consideriamo doveroso e positivo pensare allo stato sociale, questo é stato possibile grazie a quello che in italiano scorretto definiamo “tesoretto”. Ricordiamo però che
il cosiddetto “tesoretto” viene proprio dalle nostre tasche, da quelle dei lavoratori dipendenti che per la massima parte contribuiscono al gettito dello Stato, grazie anche all’ultima finanziaria che ci ha visti penalizzati.
Non illudiamoci: l’extra gettito non é certo aumentato in questi mesi attraverso le molte attività economiche che si ostinano a dichiarare meno dei loro dipendenti, nè dagli speculatori borsistici, (dove é andata a finire la maggiorazione delle tasse sulle plusvalenze?) tantomeno dalle aziende che godranno invece degli sgravi del “cuneo fiscale”, anzi é intenzione del Governo che una parte del “tesoretto” vada ad “addolcire” gli “studi di settore” e defiscalizzare altri oneri per le aziende: oltre il danno la beffa!
In calce a tutto ciò ma non meno importante e scandaloso, vorremmo denunciare l’ennesima delusione rispetto al programma del Governo inserita sul documento:
NON SI ARGINA MINIMAMENTE IL LAVORO PRECARIO!
dopo 36 mesi di reiterazione di contratto a tempo determinato, basta una firma del lavoratore e di un qualsiasi Rappresentante Sindacale per allungare questa “agonia lavorativa”.
Caro Epifani, ci chiediamo in coscienza quale Sindacalista si prenderà, sotto le ovvie pressioni aziendali, la responsabilità morale di non firmare la reiterazione del contratto, quale lavoratore si possa ribellare a questo sistema capestro con la prospettiva, non firmando, della disoccupazione!
Non vorremmo nemmeno parlarne, ma apprendiamo che non sarà abolito il vergognoso sistema dello Staff Leasing, una forma di caporalato istituzionalizzato che non avrebbe dovuto nemmeno avere la luce, come tante altre storture della Legge 30.
Forse, caro Epifani ci eravamo illusi che con un Governo di centrosinistra si potesse dialogare, questo grottescamente é l’unico aspetto che é andato oltre le nostre aspettative nel bene e nel male, ma soprattutto concludere degli accordi e condividere delle finanziarie veramente eque, senza dover “inghiottire” accordi e leggi “senza anima e cuore” e con “luci ed ombre” che tradotti nella realtà di tutti i giorni si sono rivelati “senza risultati e giustizia” per noi lavoratori e cittadini.
Non si può continuare a sottoscrivere accordi di questo genere sotto il quotidiano ricatto della caduta del Governo!
E’ necessaria una visione sindacale aldilà delle emergenze di maggioranze e minoranze politiche che non devono rappresentare in nessun modo un sistema di pressione sul Sindacato. Proprio quando il proprio interlocutore, come in questo caso é il Governo, si presenta confuso e disorientato é prioritario presentarsi con idee e proposte, con piattaforme condivise dai lavoratori, senza subire passivamente uno stillicidio di dichiarazioni e proposte che cambiano di ora in ora.
Il Sindacato e la CGIL in prima istanza, per la funzione di Sindacato più rappresentativo con i suoi 5 milioni di iscritti, ha la responsabilità sociale e deve avere il coraggio di opporre dei chiari NO ed in questi casi mobilitare i lavoratori ed i pensionati.
Questo anche contro un Governo che é stato votato dalla maggior parte dei propri rappresentati, se questo delude e non riesce a fare una politica coerente di crescita economica coniugata con la diminuzione delle ingiustizie sociali ed il miglioramento delle condizioni, tanto penalizzate in questi anni, di chi lavora e di chi é in pensione.
E’ questo che chiedono i lavoratori italiani ed i nostri iscritti: che il Sindacato segua delle linee chiare e determinate, un Sindacato che si muova con il consenso dei lavoratori che lo sostengono, fortemente impegnato a determinare le scelte sul mercato del lavoro e su quelle sociali, incalzando con la propria azione le aziende e i Governi di ogni colore.
E’ per questo che voteremo NO al Referendum e chiederemo ai nostri compagni di lavoro di fare altrettanto.
Riteniamo che tutta questa vicenda dovrebbe essere di monito per gli accordi e le finanziarie future con questo e con tutti i Governi a venire.
RSU SIEMENS – Genova