Home > Ma Sarkozy sogna Parigi fedele agli USA

Ma Sarkozy sogna Parigi fedele agli USA

Publie le martedì 30 gennaio 2007 par Open-Publishing
1 commento

Ma Sarkozy sogna Parigi fedele agli Usa
Armatissima all’estero, la Francia ritira dall’Afghanistan i 200 soldati integrati con gli States
Anna Maria Merlo
Parigi
Benché la Francia, dopo gli Stati uniti, sia il secondo paese al mondo per il numero di truppe di stanza all’estero, paradossalmente, questa questione solleva poche polemiche. L’allineamento di Nicolas Sarkozy sugli Stati uniti, all’inizio della campagna elettorale per le presidenziali, è stato messo subito in sordina, anche se nell’Unione europea c’è già chi si inquieta di una sua possibile vittoria : la Francia si desodalizzerà dalla Germania per seguire pedissequamente Washington, a differenza di quello che ha fatto finora ?
In Afghanistan i francesi sono presenti con due missioni, ma i 200 militari delle forze speciali integrati all’operazione Enduring Freedom, lanciata dagli Usa dopo l’11 settembre invocando il principio di autodifesa stabilito all’articolo 51 della Carta dell’Onu, sono sul piede di partenza. Rimarranno i 40 uomini che lavorano alla formazione operativa dell’esercito afghano, attività considerata essenziale da Parigi per la stabilizzazione del paese. Inoltre, in Afghanistan la Francia partecipa all’operazione, prima multinazionale (su mandato del Consiglio di sicurezza dell’Onu dopo l’accordo di Bonn-Petersberg), dal 2003 solo più Nato, battezzata Isaf (Forza internazionale di assistenza alla sicurezza) : 650 a Kabul (su 9mila), una partecipazione che è aumentata di 450 persone nell’agosto del 2006, con l’assuznione del comando nella zona di Kabul, fino al marzo 2007 (tra questa data e l’agosto 2008, i francesi daranno una mano ai turchi e agli italiani, che si succederanno al comando, per otto mesi ciascuno). Inoltre, ci sono 320 marinai francesi nel Mar d’Arabia, 150 per il supporto aereo di stanza a Douchambé in Tagikistan e 450 in patria in seno alla Strategic Reserve Force della Nato, che lavorano anche sui Balcani.
Nei Balcani, i francesi sono oggi 2180, nell’ambito delle missioni dell’Unione europea in Bosnia e della Nato-Onu in Kosovo. In Libano, dopo qualche reticenza e oscillazione di Jacques Chirac quest’estate, ci sono ora 2460 francesi, a cui vanno aggiunti 1500 militari della marina per il controllo delle coste.
Geograficamente, l’area che continua ad essere al cuore degli interessi francesi resta l’Africa. Ma tutte le missioni francesi in Africa hanno avuto il loro seguito di polemiche e di inchieste, basti pensare al Rwanda. Il tribunale di Parigi ha aperto un’indagine sugli avvenimenti del 6 novembre 2004 in Costa d’Avorio e su quello che ne è seguito : due Sukhoï dell’esercito ivoriano hanno bombardato il campo della forza francese Licorne a Bouaké, facendo dieci morti, nove militari francesi e uno statunitense. Chirac ha dato l’ordine di distruggere tutta l’aviazione del presidente Gbagbo. Ne sono seguite forti tensioni, pagate a caro prezzo dagli 8mila francesi residenti in Costa d’Avorio. Oggi, Licorne continua, ma in ambito Onu : i francesi sono 3150. Tensioni anche nella Repubblica democratica del Congo, dove ci sono 880 militari francesi in sostegno della missione Ue-Onu.

http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/28-Gennaio-2007/art77.html

Messaggi

  • L’opinion est complètement cadenacée en France.

    Il faut toujours avoir à l’esprit que l’un des plus grand quotidien de Droite, le Figaro, est la propriété de la famille Dassault, des vendeurs d’armes.

    Même en 91, malgré une opinion assez hostile à l’intervention, Mitterrand avait décidé de participé à l’action militaire contre l’Irak avec les USA.

    Quand on a vu la disproportion entre les moyens développés et la réalité de l’armée Irakienne, plus grand monde ne pensait qu’il était juste de participer au conflit.

    Ce qui s’est passé ensuite en Afghanistan à encore augmenter les derniers doutes sur la pertinence d’une intervention armée en s’alignant sur les USA.

    Mais ce n’est pas l’opinion qui décide du déploiement des troupes françaises en Afrique ou ailleurs dans le monde.
    Même l’assemblée n’a pas son mot à dire.

    Il s’agit d’un privilège du chef de l’état.

    Et dans l’esprit des médias dominants, l’état c’est Sarkosy.

    Et Sarkosy est un américain.

    jyd.