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Manifestazione contro il G20 di Londra

Publie le domenica 29 marzo 2009 par Open-Publishing
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Sabato 28 marzo 2009, Londra si è avuta una manifestazione dialmeno 20.000 persone contro il G20 che si terrà a Londra il 2 aprile, un summit che come al solito terrà i diritti dei popoli ben lontani dagli accordi dei capi di Stato per favorire gli interessi dei banchieri, i produttori di armi, i petrolieri.
Alla manifestazione hanno partecipato 150 sigle sindacali e oltre 100 gruppi, pacisfiticim ambientalisti, pacifisti, anarchici..
Il motto è stato: "Put People First", "Date la priorità alla gente!"

Hanno detto i promotori: "Il nostro futuro dipende da una economia basata su una equa distribuzione della ricchezza e su un lavoro degno per tutti. Vogliamo un nuovo modello di giustizia globale".

Manifestazioni simili sono state tenute anche a Berlino, a Francoforte e a Parigi. Altre iniziative di protesta sono in programma nei prossimi giorni sempre a Londra

"La giornata di oggi segna la nascita di una voce progressista potente" , ha dichiarato Brendan Barber, segretario generale della Confederazione sindacale britannica Trades Union Congress (Tuc).
"E la prossima settimana quando i dirigenti del G20 verranno a Londra si alzeranno le voci per il cambiamento. Voci che vogliono una regolamentazione mondiale della finanza e un’azione contro i paradisi fiscali. Voci per un nuovo accordo sull’ecologia"

Video

http://janejacobs.wordpress.com/2009/03/27/manifestazioni-g-20-a-londra/

Scrive Nicoletta da Londra:

"Un popolo in marcia ha una voce, un popolo che rimane a casa purtroppo è silente. Magari la voce non risuona in tempo reale, ma appartiene alla pagine della storia, e prima o poi la voce ha il suo peso, anche se dopo diversi anni, come semplice fenomeno storico che diventa parte di che "tipo di popolo" siamo.

Poi c’è il risultato interno: camminare, condividere, guardare.. la musica, gli slogan, i banner, producono un cambiamento interiore, a volte più forte a volte meno, ma spesso permanente. In questi ultimi mesi qualcosa si è riacceso dentro di me e ho ricominciato a rompere le scatole a chi mi circonda su diversi problemi che considero estremamente urgenti.

Questo mi dà da pensare parecchio e così so che ho l’eterna domanda a cui devo trovare una risposta in questa vita: cos’è che fa sentire coinvolti e cosa no? Quand’è che sentiamo che la campana suona anche per noi?

Nicoletta è una no global, membro di Amnesty, che è stata la promotrice a suo tempo con altri due giovani italiani della campagna delle bandiere di pace del 2002 che riempì tutte le finestre d’Italia di bandiere arcobaleno per manifestare l’opposizione all’attacco di Bush al medio Oriente. Il movimento per la pace coinvolse 110 milioni di persone nel mondo.

Come tali guerre aggressive siano finite abbiamo visto, col crollo del mito di un neoliberismo esportato con le armi che non è mai stato ripudiato dalla Comunità Europea, che intende continuare a proteggere gli interessi delle multinazionali anche con guerre decise ad arbitrio dal Consiglio d’Europa, a cui nessuno degli Stati membri potrà rifiutarsi, secondo il peggioramento democratico stabilito dal Trattato di Lisbona.

Osteggiato dai media, oscurato dalle tv e rinnegato dalla maggior parte della Chiesa, il movimento pacifista italiano fu poi strumentalizzato da partiti che in Parlamento, contro ogni loro dichiarazione populista, portarono avanti politiche militari e votarono per quel potenziale bellico italiano che ci ha fatto diventare il settimo paese per armi del mondo, per quanto il nostro debito sia il più grande dei primi 180 paesi del pianeta e la nostra economia sia scesa agli ultimi posti europei mentre nella classifica mondiale dei valori sociali siamo sotto molti paesi africani e persino sotto la Corea del Nord.

Prodi cedette sul ritiro delle truppe italiane dall’Iraq ma aumentò le spese militari a 23 miliardi di €. Con Berlusconi e La Russa il trend militare è proseguito e si è realizzata la cessione di Vicenza, già promossa da Prodi, a una base militare USA che ha raccolto il potenziale bellico di diverse basi militari americane respinte da altri governi europei. Con Berlusconi e La Russa, le cosiddette "missioni umanitarie" in Afghanistan hanno prese la più decisa denominazione di truppe di attacco.

La critica che Tremonti aveva manifestato nel suo libro "La paura e la speranza" in cui scopiazza tesi no global per farsi un alibi preventivo su una crisi che sapeva di non poter contrastare, fa a pugni con la sua politica economica di neoliberismo esasperato, guerra e aumento del deficit pubblico.

Messaggi

  • Ho ascoltato le parole di Tremonti alla nascita del PDL. Paragonava la sinistra alla peste e asseriva che la sinistra e’ fautrice di una nuova ideologia basata sulla paura. Poi sosteneva che la paura non e’ un’ideologia e cosi’ avvisava la sinistra che tale tattica non funziona.

    Secondo me sta’ veramente pisciando fuori dal vaso (come dicono a Firenze).

    Quando mai la sinistra e’ stata "produttrice di ideologie" o meglio, "riproduttrice delle relazioni" che sostengono le ideologie?

    Anzi, molta della letteratura e della critica di sinistra e’ dedicata alla critica del "potere di stato". Dovrebbe leggere Althusser, Marx e Gramsci. Anzi meglio non criticarlo, e lasciarlo nel suo limbo di ignoranza.... ma forse e’ finta ignoranza perche’ non posso credere che quell’uomo sia cosi’ stupido da credere davvero in quello che ha pronunciato a Roma. Il problema e’ che non tutti sono cosi ben educati, e le sue parole potrebbero davvero fare breccia tra alcuni studenti, disoccupati, pensionati e casalinghe. (Guarda un po che caso, stavo scrivendo un pezzo su "ideologia ed istruzione" per fare un bel regalo alla Gelmini..... casca proprio a pennello..... Tremonti aspetta che ti piglio per la maglietta stavolta!!)

    Sal.