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Manu Chao: una rockstar per la giustizia (video)
Publie le venerdì 13 giugno 2008 par Open-Publishing
Manu Chao
Il 26 luglio l’attesissimo concerto. L’intervista a Don Gallo, grande amico dell’artista: «lui trascina i giovani». Sul palco tanti amici
di Daniele Miggino
Bene, bene, bene. Non capita tutti i giorni di scrivere queste parole una dietro l’altra: Manu Chao - stop - a Genova - stop - unica data italiana - stop - giovedì 26 luglio 2008 - stop. Il concerto dell’artista mezzo spagnolo e mezzo francese è una delle notizie più importanti dell’estate genovese, tra gli eventi clou del Goa Boa 2008. Alla line up, composta dall’allegra brigata di Radio Bemba Sound System, si aggiungeranno alcuni amici (ancora da definire chi) del musicista.
Manu Chao torna a Genova dopo due concerti mitici tenuti nel 2001 a distanza di un mese uno dall’altro: il primo al Goa Boa, l’altro alle contromanifestazioni del G8. Qui, tra i vicoli che ricordano un po’ la sua Barcellona, ritrova alcuni amici. Gira voce, infatti, che qualche giorno prima del 26 arriverà in città Tonino Carotone, vecchio compagno di Manu, per passare un po’ di tempo con il musicista. E poi Don Gallo, che conobbe Manu proprio nel 2001, poche settimane prima del G8. «Eravamo nel giugno 2001 - dice Don Gallo - È nata un’amicizia profonda. Mi invitò sul palco del concerto a Campi nell’ambito di Goa-Boa con cena alla trattoria della Comunità di San Bendetto, A Lanterna. E mi inviò con gli organizzatori 34 milioni per il Bar Clandestino di piazzale Kennedy nei giorni del G8». Cosa intende quando dice che Manu Chao è la speranza nel futuro? «Che Manu Chao trascina i giovani verso un mondo nuovo in cui crede gioiosamente». Dell’artista Don Gallo dice che lo colpisce l’umiltà, l’essere «una grande rockstar mondiale a servizio della giustizia».
C’è una canzone di Manu Chao a cui è più affezionato? «La canzone a cui sono affezionato è Clandestino. È attualissima per rispondere al regime attuale xenofobo, pre-razzista». Faceva così: Pa’ una ciudad del norte / Yo me fui a trabajar / Mi vida la dejé / Entre Ceuta y Gibraltar / Soy una raya en el mar / Fantasma en la ciudad / Mi vida va prohibida / Dice la autoridad.
Vogliamo parlarne?
Lei è amico di molti musicisti. Che ruolo ha la musica nella sua vita? Che compito può avere nel mondo di oggi? «L’amicizia dei musicisti è il più grande dono ricevuto nella mia vita. Mi fa sentire in cammino con le nuove e nuovissime generazioni. La musica ha il compito di sradicare nei giovani l’assenza di futuro umano. È l’unica speranza con la poesia. Fa pensare in grande. Solo la poesia, la musica ci salverà».
Ancora una notizia. È da poco uscito in libreria La speranza, sempre. Conversazioni con Manu Chao (Derive Approdi) di Philippe Manche. Per questa lunga intervista l’autore ha seguito Manu da Barcellona ai Balcani, da Bruxelles ad Amsterdam. Sul carrozzone dell’eterno antidivo, nasce un ritratto sincero, spontaneo. Per gli appassionati veri.
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