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Marina Genovese, un mese fa ci hai lasciate...
Publie le venerdì 19 settembre 2008 par Open-PublishingMarina Genovese, un mese fa ci hai lasciate...
di Anita Sonego Soggettività Lesbica- Libera Università delle Donne, Milano
E’ trascorso un mese da quando Marina Genovese ci ha lasciate. Moltissime persone l’hanno conosciuta ed amata per la sua generosa vitalità, la passione politica, l’amore per la vita in tutte le sue forme. Ma sono ancora più numerose le donne e le lesbiche in particolare che sono entrate in contatto con lei attraverso le "imprese" culturali e politiche che aveva costruito ed animato. Ricordo soprattutto l’associazione Visibilia e il Festival del Cinema Lesbico Immaginaria. Momento unico, quest’ultimo, nell’asfittico e provinciale panorama italiano, che ha permesso a centinaia e centinaia di donne e di lesbiche di conoscere la produzione internazionale di opere cinematografiche di grande valore relativa alla creazione di un immaginario "altro".
Altro da quello imposto da una politica culturale tutta interna alla visione dello sguardo maschile in una società in cui il patriarcato, forse in crisi, continua a proporci i suoi sogni e fantasmi. Non è l’ultimo dei segni dell’involuzione della sedicente "sinistra" se il glorioso Festival di Bologna si è interrotto, per motivi economici, proprio durante la giunta Cofferati! Indimenticabile Marina per la sua radicalità che, in un clima di "perbenismo" anche nel movimento lgbtq, manteneva tutti i suoi dubbi circa la richiesta di Pacs,
Dico o similia, che non tenesse presente una critica profonda alla famiglia come istituzione repressiva. Ma, anche a questo proposito, in Marina la critica si accompagnava alla costruzione nella sua capacità di creare legami sociali affettivi. Ne è stato un riflesso la vicenda della sua malattia durante la quale è stata accompagnata costantemente dalla presenza della sua compagna e delle sue amiche.
Quando un mese fa, in pieno agosto vacanziero, in un così grande numero l’abbiamo salutata a Bologna, si è reso visibile che "un altro modo di vivere e di morire è possibile". E voglio ringraziare Marina Genovese per aver alimentato, in tutte noi, la fiducia nella possibilità di poter cambiare il nostro modo di stare assieme perché, solo partendo da questo possiamo, onestamente, avere l’ambizione e la tenacia di desiderare di cambiare il mondo.